In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

giovedì 13 novembre 2014

Capitano GNECH Arturo




73° Fanteria Brigata Lombardia



Nato a Ivrea il 28 Maggio 1892
Morto nella 75° sez. sanita’.Monastero di Aquileia il 21 Agosto 1917
Sepolto al Sacrario di Redipuglia 

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


  Capitano Aiutante Maggiore in I^ 73° Reggimento fanteria - I commutazione della medaglia di bronzo conferitagli con R. decreto 10 Agosto 1923: - Comandato a portare un ordine attraverso una zona violentemente battuta dall'artiglieria nemica, avvertiva la necessità di non frapporre indugio all'avanzata dei rincalzi, guidava egli stesso una compagnia, tentando, di farle raggiungere la posizione voluta. Colpito a morte da scheggia di granata, conservò fino all'ultimo contegno ammirevole.
Dosso Fajti (Quota 464), 20 Agosto 1917

 

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


Sotto L'intenso fuoco nemico di artiglieria, fucileria e bombe a mano, con le parole e con l'esempio , incitava i suoi dipendenti a perseverare nel raggiungimento del mandato a loro affidato. Ferito gravemente al ginocchio, non solo rifiutava i primi soccorsi, ma rimaneva al combattimento fino al termine dell'azione, ricusando poi, nel racarsi al posto di medicazione, l'aiuto dei portaferiti.
Monfalcone 6 Agosto 1916

 


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