In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

giovedì 25 giugno 2015

S.Tenente GREGNANIN Augusto






78° fanteria Brigata Toscana

Nato a Arquà Polesine il 5 Febbraio 1888
Morto sul Veliki Kribach il 2 Novembre 1916
Sepolto al Sacrario di Redipuglia

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


Sottotenente di Complemento Reggimento Fanteria. Costante esempio di slancio e attività, con perizia e coraggio mirabili, conduceva in posizione la sua sezione mitragliatrici, e mentre col fuoco fulminava il nemico attaccante veniva mortalmente colpito.
Veliki Kribach, 2  Novembre 1916


Note Storiche:

Nella terza spallata dell'Autunno del 1916 ultima offensiva dell'anno sul fronte carsico,  conosciuta meglio come IX^ battaglia dell'Isonzo (1-4 Novembre) , la Brigata Toscana con i suoi Reggimenti occupava la linea difronte il veliki Hribach appartenendo unitamente alla Brigata Lombardia e alla 2^ Brigata Bersaglieri  6° - 12° reggimento alla 45^ Divisione.


Tratto da "In Guerra con i Lupi di Toscana" di Enrico Morali


1 Novembre 1916

Sono al posto di medicazione ferito al braccio sinistro e al torace. Tutto per una paletta di Sharapnel. E spero di venire in un ospedale vicino a Bergamo. Telegraferò. bacioni. Del resto io sempre benone. Enrico.

Il tono è volutamente tranquilizzante, ma il combattimento in cui Enrico Morali venne ferito fu uno dei più duri sostenuti dalla Toscana nell'intero 1916. Dopo un intenso fuoco di preparazione dell'artiglieria, alle 11,10 del 1 Novembre 1916 il I° ed il II° battaglione del 77° occupano la "Trincea zero" avversaria. Vengono subito scavalcati dal III/77° e dal III/78° che superano l'intera prima linea di difesa ed intaccano le trincee del"Bosco a Cuore". Non è ancora arrivato mezzogiorno che il Veliki viene occupato di slancio dal battaglione del Magg. Randaccio. Quello che D'Annunzio aveva definito come il "fante esemplare", guida i suoi uomini sulla cima del Veliki ed oltre, fino a raggiungere a metà pomeriggio Quota 376. Il cuneo aperto nelle linee Austriache è già profondo per le usuali dimensioni della guerra carsica ha quasi del prodigiosi, ma l'acanzata prosegue. D'Annunzio, per una volta almeno è in trincea accanto all'amico. Lo segue sul Veliki e quindi l'azione decisiva del 2 Novembre quella che doveva portare ala conquista del Dosso Faiti. Alle 13.10 si questo giorno infatti il III/78° sulla sinistra ed il III/77° sulla destra vanno all'assalto del dosso, rincalzati dal II° e I° battaglioni del 77° . Gli Austriaci contrattaccano sul fianco sinistro , a quota 376, ma vengono arrestati dall'intervento dei due restanti battaglioni del 78° . Alle 16.00 con perdite relativamente contenute i "Lupi" mettono piede sul Faiti e spiccano pattuglie verso Quota 484 (esatto 464) .

Mappa con gli schieramenti della 45^ Divisione all'inizio della IX^ Battaglio dell'Isonzo:


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