In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

domenica 31 marzo 2019

Maggiore BARONE Luigi




145° Fanteria Brigata Catania


Nato a Modica  il 27 Gennaio 1875
Morto a Quota 144 il 1 Novembre 1916 
Sepolto a  ---------

Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare 



Sceso a terra con la prima imbarcazione, portava ordini sotto i tiri della fucileria, dando prova di calma e di coraggio.
Bengasi, 10 Ottobre 1911

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare


Comandante di un battaglione di prima linea, in posizioni esposte e difficili, per parecchi giorni, sotto un violento bombardamento delle artiglierie nemiche e nel combattimento diede, costante esempio di attività, zelo, calma e sprezzo del pericolo. Per tre volte attaccato, durante la notte da rilevanti forze avversarie , ne sostenne con salda fermezza l'urto, e con opportuni contrattacchi, da lui personalmente diretti, per tre volte le respinse volgendole in fuga, infliggendo loro gravi perdite e riuscendo a rettificare vantaggiosamente la nostra linea di difesa. Già distintosi in precedenti fatti d' arme a Monte Cengio e Pedescala, nel giugno e luglio 1916.
Monfalcone, 23- 24 Settembre 1916

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare


Comandante di battaglione, caduti i comandanti delle compagnie di testa, sotto intenso fuoco si portò alla testa dei reparti, trascinandoli all'assalto e conquistando una trincea nemica. Contrattaccato, con energica azione personale, manteneva saldamente il possesso della posizione.
Carso, 11 Ottobre 1916



Note Storiche:

La Brigata Catania con i suoi due reggimenti 145° e 146° verrà inviata in zona del fronte isontino della Terza Armata, nell'Agosto del 1916, dopo aver preso parte alla difesa delle linee degli Altopiani Veneti nel corso dell'offensiva Austriaca denominata"Strafexpedition"  .
In Settembre proprio nel corso della VII^ battaglia dell'Isonzo la vedrà impeganta con la 16^ Divisione schierata sul Monte Debeli con il 146° mentre l'altro reggimento il 145° sarà messo a disposizione del VII^ C.A. Pochi giorni dopo entrata in linea nel settore di quota 144 sventerà due attacchi Austriaci mentre nel corso dell'VIII^ battaglia nell'Ottobre esattamente il giorno 10 la vedrà protagonista della conquista completa della cima sempre della quota 144 subendo la perdita di 15 Ufficiali e 600 uomini di truppa.
Il 1° Novembre 1916, inizio dell'ultima offensiva d'autunno, la vedrà nuovamente in linea a quota 144, il diario della 16^ divisione narra precisamente i fatti di quel giorno che vedranno anche la morte del Maggiore Barone:
- Le forze destinate all'azione dopo l'apertura dei varchi per effetto del tiro dell'artiglieria e bombarde, sono così distribuite:
nel sottosettore Nord (21° fanteria e 1 battaglione del 22° Brigata Cremona mezza la 108^ comp. zappatori e il 40° rep.to mitragliatrici) una colonna d'attacco (21^ fanteria);  
nel sottosettore centrale (139° e 140° fanteria Brigata Bari mezza la 108^ comp. zappatori, 220° e 352° rep mitragliatrici) due colonne, una a nord (2 battaglioni del 139°), l'altra a Sud (1 battaglione del 139°) ; nel settore meridionale (145° e 146° fanteria Brigata Catania, 31° rep.to mitragliatrici) due colonne , una di 2 battaglioni del 145°, una di 2 del 146°; riserva divisionale (rovesci di quota 144) con due battaglioni del 22° , la 155^ Comp. zappatori ed il 77° rep.to mitragliatrici.
Alla nostra ripresa di tiro le artiglierie nemiche rispondono bombardando intensamente tutta la fronte e i rovesci di quota 144; le nostre, in parte, controbattono.
Alle 11.10 ora prestabilita per l'attacco su tutta la fronte dell'Armata, le fanterie scattano simultaneamente dalla prima linea mentre la nostra artiglieria allunga il tiro. L'artiglieria avversaria intensificando il suo fuoco su trincee e rovesci, tenta opporre una barriera di fuoco all'avanzata fulminea dei nostri, ma lo slancio delle colonne d'attacco non s'arresta a davanti ad essa ne alla resistenza della fanterie avversarie, le quali, approffitando dello spostamento del nostro tiro, guarniscono le trincee in gra numero e con parecchie mitragliatrici. le nostre truppe riescono in breve a fare irruzione sui vari tratti della linea avversaria, completandone successivamente l'occupazione malgrado la tenacissima resistenza che si annida sui punti più forti. L'impeto dell'attacco italiano è tale che in meno di venti minuti l'obbiettivo del primo tempo è in gran parte raggiunto con la cattura di circa 600 prigionieri.Giunge contemporaneamente notizia che anche la destra della 33^ Divisone avanza felicemente.
Le truppe della Brigata Bari riescono sin dall'inizio della conquista a prendere contatto, a sinistra, con la destra della Brigata Cremona sulla stessa trincea espugnata. Invece la destra della Brigata Bari e la sinistra della Brigata Catania, duramente impegnate da ostacoli del terreno e da fiera resistenza del nemico, solo dopo reiterati sforzi riescono fra loro a collegarsi. Se non che, occupata la trincea nemica antistante, la sinistra della Brigata Catania è arrestata dalla presenza di un nuovo elemento di trincea nemica fortemente presidiata da fanteria e mitragliatrici.
Frattanto l'artiglieria austriaca sottopone  ora a un  bombardamento la linea perduta che già ha subito gravi danni dalla nostra artiglieria, e lo continuano incessante allo scopo di rendere insostenibile l'occupazione, di impedire un nuovo sbalzo e di preparare i contrattacchi che infatti si iniziano e si susseguono con insistente accanimento durante il pomeriggio su tutta la fronte.
Salda sotto l'infuriare del fuoco avversario, la nostra fanteria ributta ogni ritorno offensivo del nemico, mentre la nostra artiglieria con raffiche tempestive e aggiustate batte in pieno e disperde i forti nuclei austriaci affluiti specialmente da Jamiano e da quota 45, per i camminamenti del pendio occidentale di quota 144.
Finché le truppe della Brigata Macerata (destra della 33^ Divisione) avanzando felicemente da quota 208 Sud verso quota 235 mantengono e sorpassano la linea , il collegamento, da parte del 21° fanteria, viene mantenuto all'altezza della trincea austriaca occupata. Però costretta la destra della 33^ Divisione, durante i contrattacchi avversari nel pomeriggio, a ripiegare sulle trincee di partenza, la nostra estrema sinistra viene a trovarsi  nella necessità di reggere, non soltanto agli urti incalzanti del nemico, ma evitarne la facile infiltrazione sul proprio fianco scoperto.. A ciò si provvede con prontezza ed energia per mezzo di due compagnie del 21° le quali mantengono il collegamento fra l'estrema nostra linea nuova e la vecchia della 33^ Divisione ed iniziano immediatamente la costruzione di un raccorda mento difensivo.
Così emerge la fermezza incrollabile delle truppe della Divisione, raggiunti gli obbiettivi del 1° tempo esse vi si mantengono resistendo ai ripetuti urti nemici in attesa che ulteriori progressi della 33^ Divisione permettano di attuare il secondo tempo.
Durante la notte e specialmente in prima sera del 1°, e all'alba del 2 si espletano i contrattacchi del nemico, ma senza che esso riesca a strapparci un palmo di terreno.
Perdite: Ancora imprecisate, ma gravi; e specialmente sensibili in Ufficiali. Fra essi sono alcuni Ufficiali superiori e il Colonnello Solaro Comandante del 140° Fanteria.
Numero dei prigionieri austriaci avviati a Ronchi circa 500, di cui una dozzina di Ufficiali

Il Maggiore Barone comandante del 1° battaglione del 145° Fanteria verrà uccico in questa giornata colpito da una granata, dove successivamente fu sepolto sulle pendici di quota 144.

Una testimonianza della sua morte viene citata dal libro "Notti sul Carso" di Antonio Greppi:

 - Mi hanno assicurato che pochissime sono state le perdite in trincea; infati il tiro era lungo. Ma di ricoveri, sopra tutto ala falde, verso il valloncello, ne sono stati colpiti parecchi.
I morti sono tutti alla rinfusa, sul prato: si vedono a occhio nudo. E alcuni soldati scavano la grande fossa. é caduto anche il Maggiore Barone: colpito da una granata, mentre saliva con quel suo passo rapido e pesante verso la prima linea.
Gli ufficiali disponibili - fanteria, bersaglieri e bombardieri - assisteranno dopo il rancio del mattino alla sua sepoltura.
- Era buono e coraggioso - mi dice un subalterno del suo battaglione, dopo avermi raccontato i particolari della sua morte. 
E aggiunge, mentre un'ombra gli passa negli occhi:
- Purchè non ci mandino qualche "pignolo" al suo posto.-

Mappa con la dislocazione dei reparti della 16^ Divisione all'inizio della IX Battaglia dell'Isonzo:

 Caverna della Fotoelettrica a quota 144:



Veduta da quota 144 verso il vallone di Brestovizza s'intravedono le case di Jamiano e la quota 219 sulla sinistra:




 Trincee a quota 144:





 La via intitolata al Maggiore Barone a Modica (RG):


Per questo post ringrazio l'amico Fabrizio Corso..







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