In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

sabato 13 giugno 2020

Maggiore CADIOLI Antonio Amedeo





30° Fanteria Brigata Pisa

Nato a Sustinente l'8 Dicembre 1870
Morto a Lokvica il 17 Settembre 1916 
 Sepolto a ------

                     

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 



Sublime esempio di ardimento sereno, sprezzo del pericolo e profondo sentimento del dovere, cadde alla testa del suo battaglione che , con entusiasmo slancio, guidava all'attacco di una ben munita e importante posizione nemica.
Altopiano Carsico, 16 Settembre 1916


Note Storiche:

Il 17 Settembre 1916, fu l'ultimo giorno delle operazioni durante la prima spallata d'autunno VII^ battaglia dell'Isonzo che vide protagoniste le truppe della Terza Armata per una fronte che comrpendeva  San Grado di Merna- Veliki Hribach- Lokvica-Opatje Selo Nova vas, quote 208 Nord e Sud- Quota 144 e le quote di Monfalcone 77 e 58.
La Brigata Pisa con i suoi due reggimenti 29° e 30° operava con la 21^ Divisione nel settore di Lokvica unitamente alla Brigata Regina.
Al mattino ore 6.30 del 17 Settembre è ripresa l'azione nel settore dell'XI° Corpo d'armata, e le batterie battono il settore dal Veliki al Pecinka.
Poco prima dell'avanzata delle fanterie, fissata dapprima alle ore 13 poscia alle 14, gran parte dell'artiglieria passano successivamente al tiro di controbatteria, mentre le altre batterie, insieme con quelle di campagna allungano verso est di 200 metri il loro tiro, il fuoco dell'artiglieria nemica è intenso.
Alle 14 muovono le fanterie, l'avanzata lungo la dorsale è la più contrastata: contro di essa il fuoco nemico è implacabile e alle ore 16.30 diventa di  eccezionale violenza. Ogni minimo movimento , segnalato con razzi verdi, provoca concentramenti infernali di fuoco. In tale condizione le nostre truppe, pur conservando saldamente le posizioni, sono nell'impossibilità di avanzare.
La Brigata Pisa aveva in linea solo un battaglione del 30° fanteria posto a rincalzo di due battaglioni del 10° e uno del 9° fanteria. Alle ore 14.55 escono le prime pattuglie, subito dopo la prima ondata uscita è accolta da fuoco violentissimo, si vedono accorrere dei rinforzi nemici e le truppe uscite non riescono ne avanzare e ne retrocedere. Ricevuto l'ordine dal Comando della 21^ Divisione viene inviato l'ordine al Comandante del 30° fanteria Col Ingami, di tenersi pronto ad accorere in prima linea con due battaglioni. Mentre dura la lotta giunge l'ordine di avanzare ad ogni costo, ma le condizioni dei reticolati sono identiche. Ciononostante la lotta prosegue, finchè dal Comando della 21^ Divisione si riceve l'ordine di fermare l'azione. La notte passò calma salvo qualche raffica di fuoco. In questa giornata oltre al Maggiore Cadioli  trovò la morte anche il Col. Stennio del 9° fanteria.
Il 30° fanteria ebbe oltre al Maggiore Cadioli 5 uomini di truppa morti.



Mappa con lo schiermanto della 21^ Divisione comprendente la Brigata Pisa alla vigilia della VII^ battaglia dell'Isonzo:




A una dolina Sede di Comando zona 263 di Lokvica venne dato il nome del Maggiore Cadiolli.
La Dolina Cadioli ai giorni attuali:






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