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domenica 22 febbraio 2015

Aspirante PIROLLI Tullio






15° Reggimento Bersaglieri

Nato a Roma il 9 Maggio 1897
Morto sul Monte Sei Busi il 10 Agosto 1916
Sepolto al sacrario di Redipuglia


Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare



 
Giunto per primo sulla trincea nemica, la occupò col proprio plotone e non la lasciò, finchè venne colpito a morte.
Monte Sei Busi, 9 Agosto 1916

Note Storiche:

VI^ Battaglia ell'Isonzo il 15° Reggimento Bersaglieri era schierato con la Brigata Chieti nella zona del Sei Busi, faceva parte della 31^ Divisione XIII^ Corpo d'Armata.
Il giorno 9 Agosto sul fronte della 31^ Divisione alle ore 19, dopo che il tiro delle artiglierie e delle bombarde ha completato i varchi, si inizia l'attacco. Sei plotoni del 15° Bersaglieri si slanciano nella trincea dei "Monticelli Rossi" e vi si mantengono nonostante la violenta reazione nemica, allargandosi gradatamente verso i "Sassi Rossi" e i "Morti". Quasi contemporaneamente pattuglie e plotoni del 123° si spingono verso il "Ferro di Cavallo" , soggetti subito a vivo fuoco di fucileria e di mitragliatrici.
Alle ore 19.30 i reparti del 122° Fanteria sulla sinistra e del 15° Bersaglieri sono costretti dal violento fuoco nemico a ripiegare; quelli del 15° Bersaglieri, pur essendo soggetti a violento fuoco di artiglieria e di mitragliatrici , che infligge loro gravi perdite, mantengono ancora l'occupazione dei "Monticelli Rossi"; però il fuoco d'interdizione nemico ostacola vivamente l'affluenza dei rincalzi, cosicchè verso le ore 2.30, i Bersaglieri iniziano il ripiegamento.
Questo si compie ordinatamente e le truppe riprendono la primitiva dislocazione, continuando a mantenere, durante la notte, viva pressione sul nemico con fuoco d'artiglieria, lancio di bombe ed invio di pattuglie.

Durante questo attacco e il primo mantenimento della linea appena conquistata troverà la morte l'Aspirante Ufficiale Pirolli.

Descrizione dell'attacco tratto dal Diario del 15° Reggimento Bersaglieri:

Il 9 Agosto, con reparti del 122° fanteria sulla sinistra, mentre il 51° battaglione a destra faceva azione dimostrativa su le opposte trincee dei "Sassi Rossi e Ypsilon" , l'8^ Compagnia , con la 12^ ad immediato rincalzo, iniziava l'attacco che il Reggimento opportunamente scaglionato, doveva eseguire contro i "Monticelli Rossi"
All'azione dell'Artiglieria nostra e Bombarde, seguiva il lancio degli spezzoni, quindi il Comandante del 50° Battaglione, Ten. Col. Piaggia, lanciava fieramente all'assalto la prima ondata che egli stesso seguiva. Frattanto il Capitano Tanaglia, Comandante della 12° Compagnia, mentre disponeva che due suoi plotoni si tenessero pronti per irrompere sul nemico, ordinava l'uscita della seconda ondata.
Nonostante però l'azione della nostra Artiglieria, il nemico rimasto fortemente trincerato dietro difese accessorie non completamente abbattute, resisteva ai violenti e decisi assalti delle ondate serrate delle Compagnie, le quali, sotto il micidiale fuoco avversario di bombe a mano e mitragliatrici, cominciavano forzatamente a ripiegare.
In questa triste situazione, il Capitano Tanaglia decisamente ordinava ai due plotoni della sua Compagnia ed a due dell'8^ di uscire arditamente per tentare di nuovo la conquista della posizione.
Primo fra tutti usciva con nobile slancio il S.Tenente Grandinetti, il quale, nonostante il fuoco ed i numerosi feriti che ripiegavano, incitati entusiasticamente i suoi Bersaglieri li guidava sprezzamente su la linea nemica e forse avrebbe potuto mantenersi sulla posizione se , fulminato da una mitragliatrice, non fosse rimasto attaccato ai reticolati nemici.
L'attacco veniva ripreso con la terza ondata verso le 18.30 dal 50° Battaglione, al seguito del Ten. Colonn. Piaggia, che per primo saltava eroicamente dalla trincea di partenza trascinando con l'esempio meravigliosamente i suoi Bersaglieri; ma il fuoco nemico fu  così violento, così micidiale e colpiva a morte tanto inesorabilemente che quando il Ten. Colonn. Piaggia pronunciò dolorosamente le testuali parole: "Poveri i miei Bersaglieri, ritiratevi", ben pochi erano ancora in vita ed incolumi e non rimaneva altro che buttarsi a terra utilizzando le buche prodotte dal fuoco delle granate e le ondulazioni del terreno ed attendere colà il buio per ritirarsi non visti e bersagliati dal nemico.
Ma il Ten. Colonn. Piaggia, eroico esempio di valore, ricompensato con Medaglia d'Argento, era caduto presso le linee nemiche fulminato da proiettili di mitragliatrice.
In preda ad accasciante tensione nervosa, per più fi tre ore i superstiti a terra come irrigiditi, sentendo il fischio dei proiettili passare sul capo ed il lacerante boato delle granate che mietevano nuove vittime e deformavano ancor di più orribilmente i disgraziati già caduti, sino a che col favore del buio riuscirono con fatica a rientrare nelle nostre linee.
In questa azione centinaia furono le perdite della truppa; fra gli Ufficiali, morti oltre il Ten. Colonn. Piaggia; S.Tenente Cuccurullo Emilio, S.Tenente Grandinetti Eugenio, Aspirante Pirolli Tullio.

Ringrazio per il diario Sergio Spagnolo


Mappa dello schieramento della 31^ Divisione alla vigilia della VI^ Battaglia dell'Isonzo







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