Libri in Uscita

domenica 19 aprile 2015

S.Tenente CASTROGIOVANNI Alfredo





147° Fanteria Brigata Caltanissetta

Nato a Vallelunga Pratameno il 13 Agosto 1891
Morto a Bosco Lancia il 28 Ottobre 1915
Sepolto al Sacrario di Redipuglia

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


Aiutante Maggiore in secondo, a fianco del suo Comandante di battaglione, precedeva il reparto nella conquista di una trincea nemica. Ivi, durante reiterati contrattacchi dell'avversario, con mirabile coraggio e grande attività, sostituiva efficacemente i vari Ufficiali caduti, ed, alla fine, assumeva il comando dello stesso battaglione, cadendo egli stesso colpito a morte.
Bosco Lancia, 28 Ottobre 1915

Note Storiche:

III^ Battaglia dell'Isonzo ( 18 Ottobre -4 Novembre 1915) il 147° Fanteria unitamente al 148° formava la Brigata Caltanissetta che con la Brigata Catanzaro faceva parte della 28^ Divisione XI° Corpo d'Armata. Il 147° è schierato tra Bosco Cappuccio e Bosco lancia a Sud-Ovest  di San Martino del Carso.
 Il giorno 28 Ottobre 1915:

Verso le ore 17 il 148°, avendo ricevuto ordine di avanzare insieme alla 19^ divisione, alla quale dipendeva e che stava facendo progressi, il Comandante. della 28^ ordina al 147° e al 142° di appoggiare il movimento, alle ore 18 tre reggimenti attaccano contemporaneamente. Il primo tentativo è respinto, ma nei successivi, condotti con accanimento, vengono occupati alcuni tratti di trincee nemiche.

Sono fatti 150 prigionieri circa, con due ufficiali e catturata una mitragliatrice. Due batterie someggiate che avevano efficacemente concorso all’azione rimangono danneggiate, ed una con un solo pezzo utilizzabile, l’altra con un pezzo smontante.



Tratto dal Libro "E Ora Andiamo" di Mario Muccini:

(Si riferisce al giorno 28 Ottobre, dove anche l'autore verrà gravemente ferito)

Tocca a Noi!
<<Fuori dalla trincea>> - ordina Alessandrello (Tenente nato a Vittoria, morirà il 3 Novembre 1915 al'Osp. da campo 031 a Mariano del Friuli) .
Il "professore" è il primo ad arrampicarsi e scomparire. Poi gli altri, dietro a me. Ho l'impressione di chi si butta nel vuoto.
Ormai ci si vede bene. I soldati corrono curvi, a branchi, sul terreno rossiccio e motoso, cosparso di buche e di cavalli di frisia. La roccia affiora con un candore di ossa calcinate. In fondo la selva cupa.
Una mitragliatrice comincia a martellare e gli uomini, presi in pieno, cadono con il capo all'ingiù senza un lamento. Ci ripariamo dietro a un vecchio muretto a secco.
Non vedo più il resto della compagnia. A sinistra un costone strapiomba fra un ciuffo di pini bruciacchiati e di laggiù, a un centinaio di metri, un'altra mitragliatrice ha aperto un tremendo fuoco d'infilata. Siamo tagliati fuori, ingabbiati dal tiro incessante e preciso, sperduti in una atmosfera di morte. Bisogna rompere questo cerchio di fuoco. Mi sposto di qualche metro per prendere contatto con gli altri ma non posso proseguire: il passaggio è battuto e la trincea è diventata una trappola spaventosa. Il "professore" si contorce, premendosi il ventre con le mani contratte ed insanguinante. Un gemito roco e disumano fra gli altri, più in là, di gente che muore.
Improvvisamente un grido si propaga fulmineo:
<< Gli Austriaci>>.
<<Fuoco!>> -grido,
Crepita una scarica.
<<Ancora, fuoco!>>
A questo punto un pò lontana ma chiara, la voce di Alessandrello vince il fragore della battaglia.
<<Avanti la nona compagnia!>>.
Balziamo in piedi e scavalchiamo il piccolo parapetto. ad ogni passo cadaveri neri, si disfatti. Si notano appena. Corriamo. Fra le grida, gli scoppi, le detonazioni, qualcuno grida:
<<Il Sergente Nuti è morto>>.
Un dolore insopportabile alla parte destra del petto e sotto la scapola mi toglie il respiro. faccio ancora pochi passi e la bocca, fino ad ora arida e secca, mi si empie di un umore caldo e schiumoso che sa di sangue. La vista mi si oscura, vedo dei soldati che avanzano a carponi, odo voci che si perdono in uno strano e cupo ronzio; le idee mi si confondono, il pensiero si smarrisce, il senso delle cose scolorisce a poco a poco. Solo, nitido, sempre più assillante un desiderio di morte tranquilla fuori da quell'inferno.


Schieramento della Brigata Caltanissetta il 28 Ottobre 1915:





sabato 18 aprile 2015

Soldato ARTIBONI Giuseppe



93° fanteria Brigata Messina

Nato a Belvedere Ostrense il 26 Gennaio 1888
Disperso sul Carso a settore Monfalcone



Note Storiche:
Il 93° Reggimento apparteneva con il 94° alla Brigata Messina. Nel corso della II° battaglia del'Isonzo (18 Luglio-3 Agosto 1915), la Brigata Messina si trovava nella zona compresa tra Quota 70 e Monfalcone con la Brigata Granatieri di sardegna, entrambe Brigate facevano parte della 13^ Divisione VII° Corpo d'Armata.
Nel giorno 31 Luglio 1915, durante la notte il nemico attacca in forze sulla fronte Vermegliano = Selz ed è respinto, mercè anche il pronto intervento dell’artiglieria.
Nel settore della 13^ Divisione la giornata è relativamente calma, non si registrano azioni di rilievo.
Probabile che il Soldato Artiboni sia morto e poi risultato disperso, per  causa del fuoco dell'artiglieria Austriaca.



Nella mappa indicato il settore della 13^ Divisione nel corso della II^ battaglia dell'Isonzo: 



domenica 12 aprile 2015

S.Tenente COVA Mario




140° Fanteria Brigata Bari

Nato a Milano il 15 marzo 1895
Morto a Bosco Cappuccio - San Martino del Carso il 21 Ottobre 1915
Sepolto al Sacrario di Redipuglia



Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 

Sotto l'infuriare del fuoco nemico, alla testa del plotone, lanciavasi, con mirabile slancio e coraggio, all'assalto delle trincee nemiche e stava per raggiungerle quando, colpito in fronte cadde fulminato.
San Martino del Carso, 21 Ottobre 1915



Note Storiche:

La Brigata Bari nel corso della III^ Battaglia dell'Isonzo ( 18 Ottobre- 4 Novembre 1915) apparteneva con la Brigata Catanzaro e dal 29 Ottobre la Brigata Caltanissetta alla 28^ Divisione XIV Corpo d'Armata.
La battaglia era stata suddivisa in due fasi la prima fase 18-26 Ottobre saleinte carsico per la III^ Armata e contro il saliente di Plava per la II^.
Mentre la seconda fase 28-4 Novembre comprendeva  iper la II^ Armata una spinta al centro con azione impegnativa sulle ali, come la III^ Armata.
La Divisione era schierata nella zona di Bosco Cappuccio verso la linea di San Martino del Carso.
e il  21 Ottobre la Brigata bari aveva come obbiettivo il lato Sud-Ovest dell'abitato.
I risultati del tiro di artiglieria sono abbastanza buoni sin verso le ore 9, avanti alla brigata Bari e alla sinistra della brigata Catanzaro; quasi nulli sul centro della 28^ divisione.
Sulla fronte della 30^ divisione sono aperte brecce nei trinceramenti delle cime 3 e 4, in quelle che scendono verso Peteano e in quelle avanti alla chiesa di S. Martino.
L’artiglieria nemica batte intensamente le fronti della 30^ e 28^ divisione e le zone a tergo di esse. Dalle ore 9 alle 15: Settore 28^ divisione - La brigata Bari occupa un primo trinceramento nemico, ma il 140° fanteria, battuto violentemente dal fuoco avversario, deve ripiegare nelle trincee di partenza, mentre il nemico rioccupa le posizioni abbandonate.
Dalla brigata Catanzaro solo il 142°, sulla destra, può avanzare con qualche reparto.
30^ divisione - Alle ore 10.30 le fanterie del 112° (brigata Piacenza) e del 156° (brigata Alessandria) sotto un intenso fuoco nemico, raggiungono con brillante slancio la cima n. 4 di M. S. Michele, oltrepassandola anche in qualche punto. In pari tempo il 111° avanza verso cima n.3 e il 155° attacca la difesa nemica antistante al Ferro di cavallo. Ma le truppe che hanno raggiunto la cima n. 4 investito da violento fuoco di artiglieria debbono poi ripiegare sul nostro versante, rimanendo aggrappato sotto la cima stessa. L’altura è battuta dalle nostre artiglierie per impedire che il nemico torni ad occuparla.
Dalle ore 15 al termine della giornata la 28^ divisione, dopo vari tentativi di avanzata, riusciti infruttuosi, un nuovo e più vigoroso ….tentato verso le ore 17 per conquistare un trinceramento antistante è respinto, e anche reparti vicini, che fino a quell’ora avevano potuto mantenersi presso il trinceramento stesso, sono costretti a ripiegare sulle trincee di partenza.
(E' molto probabile che in questo attacco cadde colpito a morte da una palletta di Shrapnel il S.tenente Cova al comando del suo Plotone della 1^ Compagnia del 140° fanteria)
Monte S.Michele; sulla sua sinistra il III fanteria raggiunge i reticolati della cima 3.
Sulla fronte di Peteano l’86° fanteria e il 129° sono poco oltre il paese.
Tutto l’85° fanteria passa sulla sinistra dell’Isonzo a disposizione della 30^ divisione.
29^ divisione - Il 129° fanteria si rafforza ad est di Peteano. Il 132° fanteria e il 54° battaglione bersaglieri passano l’Isonzo col comando della brigata Lazio.
Prigionieri fatti fino alle ore 20, ufficiali 10, truppa 460.



Schieramento della 28^ Divisione Brigate  Bari e Catanzaro il 21 Ottobre 1915:


Il Cippo del S.Tenente COVA Mario all'origine:






Testo della lapide :

Tenente
Per merito di guerra
Mario Cova
Medaglia d’argento
Al valore
Dopo cinque mesi d’aspra lotta
Sempre primo fra i primi
Encomiato - promosso - decorato
Qui
Cadde con l’arma in pugno
Fiero del suo olocausto
Nato a Milano il 15 III 1895
Caduto da eroe il 21 X 1915

Ringrazio per la foto e il testo Marco Mantini


 
Il cippo  ai giorni nostri:



Mappa con indicato il punto dove si trova il cippo:







sabato 4 aprile 2015

Tenente ASTARITA Michele




40° Fanteria Brigata Bologna

Nato a Gaeta il 20 Novembre 1889
Morto nella Sezione Sanità della 19^ Divisione a Cassegliano il 5 Luglio 1915
Sepolto al Sacrario di Redipuglia


Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


Mentre, sprezzante del pericolo, avanzava, alla testa del proprio reparto, sotto un violentissimo fuoco nemico, cadeva mortalmente ferito.
Monte San Michele, 4 Luglio 1915


Note Storiche:



Il 40° Reggimento Fanteria della Brigata Bologna, nel corso della 1^ Battaglia dell'Isonzo apparteneva alla 19^ Divisione X° Corpo d'Armata, con le Brigate Siena e Savona e il 24° Reggimento Artiglieria da Campagna.
Giorno Domenica 4 Luglio 1915:
Alle ore 9.30 circa le truppe di riva sinistra dell’Isonzo sono così dislocate:
due battaglioni del 40° sostenuti da due del 29° puntano su S. Martino, le loro truppe più avanzate hanno già oltrepassato le trincee costruite nei giorni precedenti;
il 30° fanteria, rinforzato da un battaglione del 40°, procede in direzione di S. Michele, e le sue linee più avanzate sono al limite del bosco di fronte ai reticolati.
Nel pomeriggio il 40° fanteria continua ad avanzare verso S. Martino del Carso, ma molto lentamente, a causa dei tiri di infilata, provenienti sulla sinistra delle artiglierie nemiche, sulla destra delle mitragliatrici, non essendo riuscita la brigata Siena ad occupare il ridotto di Castelnuovo. Anche i battaglioni del 30° fanteria procedono lentissimi sul contrafforte di M. S. Michele.
La nostra artiglieria da campagna sostiene la fanteria battendo i reticolati e le trincee nemiche, alcune delle quali vengono abbandonate dal nemico, e batte alcuni reparti nemici che cercano radunarsi al coperto di contro al 30° fanteria.
Nel complesso i maggiori ostacoli incontrati all’avanzata sono stati dati dalla grande efficacia dei tiri d’infilata nemici.
Durante la giornata sono stati catturati oltre 300 prigionieri.
La 20^ divisione deve muovere all’alba all’attacco di M. Sei Busi; la 19^ fiancheggiarla, facendo cadere le difese nemiche che ha di fronte, nella zona già sgombra dai reticolati, e deve inoltre guarnire Castelnuovo con il battaglione del 40° fanteria che già lo occupa, per mantenere il collegamento con la brigata Pisa che opera verso S. Martino.
I due battaglioni del 39° fanteria, prima assegnati alla 20^ divisione, e il bgl. ciclisti costituiscono la riserva di armata.
Mentre la brigata Savona lavora per rafforzarsi sulle posizioni già occupate, la brigata Cagliari avanza in direzione di M. Sei busi. Il movimento procede molto lentamente per la grande efficacia del fuoco avversario, proveniente, sulla fronte, dalle fanterie nemiche, che lanciano anche bombe asfissianti, sul fianco delle artiglierie e dalle mitragliatrici appostate fra Castelnuovo e Monte S. Michele.
Pure l’avanzata della 19^ divisione incontra molta resistenza nel seguire il movimento della 20^.
Durante tutta la giornata continuano i lenti progressi delle truppe del corpo d’armata, e nel pomeriggio il 31° riesce a conquistare un ridotto di Castelnuovo, mentre la 20^ divisione estende la occupazione nella regione di M. Sei Busi.
Durante le operazioni vengono catturati oltre 400 prigionieri, fra i quali 13 ufficiali che presidiavano il ridotto di Castelnuovo.


In questa giornata verrà ferito a morte il Tenente Astarita, dove morirà il giorno seguente alla Sezione Sanità della 19^ Divisione a  Cassegliano, verrà poi sepolto nel cimitero di San Pier d'Isonzo.






Situazione della 19^ Divisione il 2 Luglio 1915 (Aussme):




  Foto della Tomba del Tenente Astarita nel Cimitero di San Pier D'Isonzo:


Si ringrazia per la foto della Tomba di Astarita 
l'Archivio Storico Dal Molin