138° Fanteria Brigata Barletta
Nato a Pignola di Basilicata il 4 Marzo 1892
Morto sul Monte S.Michele il 18 Agosto 1915
Sepolto al Sacrario di Redipuglia (Erroneamente come 29° Fanteria)
Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare
Di vettovagliamento, attraversando una zona soggetta a
violento fuoco d’interdizione del nemico, portava alle truppe seriamente
impiegate, su di una linea da poco conquistata, le vettovaglie, dimostrando
singolare energia e grande sprezzo del pericolo. Fattosi ognora più difficile la
situazione, volontariamente si metteva a disposizione di un comandante di
compagnia che aveva perduto tutti gli ufficiali, contribuendo efficacemente alla
tenace resistenza coi pochi superstiti, incoraggiandoli con la parola e con
l’esempio, finchè vi lasciò gloriosamente la vita.-
Marcottini?? (Carso), 18 agosto
1915.
Note Storiche:
Il 138° Reggimento Fanteria unitamente al 137° apparteteneva alla Brigata Barletta.
Il giorno 18 Agosto 1915 tale Brigata aveva i suoi Reggimenti impiegati con un battaglione del 138° alle dipendenze dal 16 Agosto della 25^ Divisione, mentre i restanti due battaglioni che erano a disposizione come riserva del XIII Corpo D'armatavenivano dislocati rispettivamente dietro la fronte della 25^ e 31^ Divisione, per poter essere in grado di rafforzare le occupazioni in caso di attacco.
La zona è per il II° battaglione aggregato alla 31^ quella di Redipuglia.
Il giorno prima furono conquitati dopo un attacco tratti di trincea delle Frasche Secche ad opera del 50 battaglione Bersaglieri e dal I° battaglione del 123° Fanteria Brigata Chieti nella posizioni di fonte quota 121.
Il Tenente Coiro nella giornata del 18 Agosto, fu ferito mortalmente colpito da una granata a sud ovest di San Martino del Carso. La stessa granata uccise anche due Capitani, uno era Poccapaglia Umberto dello stesso Reggimento.
Da una testimonianza diretta del fatto descritta da un Ufficiale che rimase leggermente ferito : << Al momento dello scoppio mi trovavo a dieci passi appena da quel riparo, un'altra granata mi sbalzò dal mio posto e mi ferì; istintivamente cercai un riparo più sicuro e capitai in quello dei tre Ufficiali. Quattro corpi erano ammmucchiati nell'interno ed un altro di un bel giovanotto bruno, si trovava all'entrata, seduto a terra, in atteggiamento di chi, stanco di vegliare, si fosse addormentato>>
L'incontrai dieci giorni prima di partire per i confini. Camminava con la sua abituale sveltezza, e mi parve avesse tutta l'aria di un collegiale in vacanza. Era senza sciabola.
- Bravo gli dissi scherzando - Pare che vai a una festa di ballo.
- Macchè - mi risponde sorridendo d'un sorriso che sembrava di noncuranza ed era di sfida - A Trieste andremo a colpi di pugno.
Gli dissi arriverderci. Egli mi guardò con occhi sereni e sorridenti, in cui si specchiavano la bontà e la fede della santa causa, e soggiunse: - A Trieste.
Il fratello l'ha sepolto dov'è caduto, la sul pianoro del Carso insanguinato, di fronte al nemico, in faccia alla sua Trieste, e gli ha messo sul petto il ritratto della sua fidanzata perchè egli senta sotto le nere zolle, sul cuore ghiacciato della morte,il fremito di quell'ultimo messaggio d'amore.
Mappa IGM indicante la quota 121.
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