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mercoledì 18 novembre 2015

S.Tenente BOSSI Gualtiero





13° Reggimento Bersaglieri


Nato a Roma nel 1895
Morto a Quota 118 Est di Castelnuovo il 21 Agosto 1915 
Sepolto al Sacrario di Redipuglia







Note Storiche:

Il 13° Reggimento Bersaglieri, successivamente dal 24  Settembre 1915 1° Reggimento fino al 4 Gennaio del 1916 quando diventerà definitivamente 15° Reggimento, nell'Agosto 1915, apparteneva alla 25^ Divisione dove il suo L battaglione, parteciperà a  varie azioni nel settore Quote 111-118 a Est di Castelnuovo. 
Nel giorno 21 Agosto 1915 nel settore della 25^ Divisione il 123° Fanteria Brigata Chieti inizia con forti pattuglie un movimento di avanzata contro il trinceramento di Quota 118. Alle ore 6,30 si ha notizia di attacchi nemici durante la notte respinti dal L° battaglione e dell'invio, all'alba, di pattuglie di ambedue i reparti per riconoscere il terreno antistante. Tali pattuglie però furono arrestate nel movimento dal fuoco violento di fucileria. Alle ore 9 il Comandante del 124° Fanteria comunica che inizia l'avanzata contro il trinceramento antistante. Il Comando di Brigata ordina sia nuovamente tentata l'avanzata del 123° contro la trincea di Quota 118. Il 124° riesce  a fare un'avanzata di circa 100 metri e benché battuto  dal fuoco di artiglieria si rafforza nella posizione avanzata.
Alle ore 16 il 123° e il L° Battaglione Bersaglieri tentano ripetutamente d'impadronirsi del trinceramento di Quota 118  e di quello antistante ai Bersaglieri, ma ostacolati da una tenacissima difesa han dovuto ripiegare sulle proprie posizioni.
Secondo il diario della 25^ Divisione, il S.Tenente Bossi non morirà il giorno 21 ma bensì il 22 Agosto come narrato nei fatti che seguono:
Il Comando del 123° riferisce che nella notte reparti del III° battaglione hanno nuovamente tentato di entrare nel trinceramento di Quota 118, ma fatti segno a violento fuoco di fucileria, non hanno potuto  raggiungere lo scopo. Verso le ore 12, dopo un efficace preparazione dell'Artiglieria che aveva sfondato in qualche punto il trinceramento, lo stesso battaglione del 123° appoggiato dal fuoco del L° Bersaglieri,mosse nuovamente all'attacco e riuscì a penetrare impadronendosi del trinceramento, ma il nemico, che aveva abbandonato momentaneamente la trincea, rifugiandosi in laterali buche carsiche, rioccupò il trinceramento e con tiri d'infilata, bombe a mano e scoppio di mine impedì ad altri reparti susseguenti di entrare nel trinceramento. il battaglione rimase a pochi metri dalla posizione nemica rafforzandovisi. In tale operazione vi furono gravi perdite un Ufficiale dei Bersaglieri Ten. Bossi ucciso e un Ufficiale del 123° Ten. Frascarelli pure ucciso.
Dietro ordine del Comando di Divisione nelle notte vennero ritirate dal fronte per passare in riserva a Castelnuovo due compagnie del battaglione Bersaglieri.

Tratto dal Libro "Quattro Anni Senza Dio" di Armando Lodolini:

Mensa Ufficiali: serve a me il sottotenente sulmonese Tirone Pietro, un biondino di 18 anni che è tornato da non so dove e ha preso il comando della 4^ compagnia; qualche volta ci fa compagnia Mario (nome vero Gualtiero) Bossi,  un sottotenente dei vicini Bersaglieri (questo qui porta un magnifico pennacchio che stride sulla sua divisa lercia e sdrucita).
"Trincea delle Frasche":
Il 16 Agosto 1915, mi giunge un biglietto scritto a lapis: "Occupi con una compagnia la trincea delle frasche. I bersaglieri agiranno di conserva. Mantenga il grosso battaglione in dolina".
La trincea nemica era appunto quella famosa delle frasche , risperduta da noi in settembre e ripresa in ottobre dalla Sassari. Ma io allora non sapevo che quel grosso muro protetto  da un rugginoso reticolato e tutto giallo di frasche secche avrebbe avuto una storia cosi' illustre.
Andò Tirone con trenta uomini "la compagnia" di notte. Svelse un buon tratto di reticolato, al quale s'era avvicinato lungo un muretto che univa la nostra alla trincea nemica e poi il nemico lo tempestò di fucilate. I Trentuno tornarono quatti quatti lungo il muro, ma otto erano un inutile fardello di carne macellata. Io stesso e molti dei nostri picchiammo tutta la notte nel presunto varco,mentre Tirone seppelliva giùin fondo alla dolina i suoi compagni morti.
All'alba lo tornai chiamare: "Occorre tornare là. Pietro. Noi non abbiamo occupato la trincea."  Pietro riebbe trenta uomini e filò lungo i cento metri che ci separavano dal nemico. Lo spinsi con quasi tutto il "grosso" fuori, dietro di lui, col rimorso di dissubidire all'ordine ricevuto.Ma fu ventura: senza quel rinforzo, dopo lo sbalzo al di là delle "Frasche" sarebbe caduto progioniero. Invece fra tutti noi acchiapammo un'ottantina di nemici, più laceri e più fetidi di noi.
Alla sinistra, sotto il sole nescente , la lunghissima trincea s'infiocchettava di pennacchi lucenti. Bravo Bossi! Avviai i prigionieri con una scorta  che mi fece restare pochissima gente e vidi che la vittoria ci aveva trasfigurato. Io mi sentivo inebriare dal pensiero che non sarei più tornato nella mia fosca dolina. Tanto che seppelii sul posto nove nostri caduti  nell'azione e rotolai il più lontano possibile forse un centinaio di e mezzo di cadaveri austriaci, alcuni dei quali ischeletriti. Con molti dei suoi bersaglieri anche Bossi era caduto.


Note del Curatore:

Leggendo le testimonianze tratte dal Diario storico e sia dal libro di armando  Lodolini, si capisce che i fatti non coincidono, anche con la data di morte del S. Tenente Bossi.
La morte del S.Tenente Bossi è avvenuta realmente il giorno 21 Agosto, come testimonia la lettera inviata dal Comandante della sua Compagnia  Capitano Zucchi il quale dice: che il giorno 21 Agosto alle ore 16 circa andando all'assalto con il suo plotone al grido <<Savoia>> fu colpito da granata dove con lui periva anche il suo attendente con altri soldati.
La sua salma fu poi tumulata al cimitero di Sagrado.
Questo coinciderebbe con quello scritto dal diario della 25^ Divisione dove indica  alle 16 l'inizio dell'attacco ad opera del L° battaglione Bersaglieri con il 123° Fanteria Chieti. Anche se la sua morte sempre il diario della stessa Divisione lo mette nella giornata successiva del 22 con il.Tenente del 123° Frascherelli Paolo, dove invece nell'elenco delle perdite degli Ufficiali del Riassunto storico della Brigata Chieti viene dato erroneamente per disperso e morto in prigionia il 25 Agosto 1915.
Armando Lodolini che apparteneva al 123° Fanteria 2^ compagnia I° battaglione, nelle pagine del suo libro sopra citate, riporta i fatti di varie giornate tutte insieme in un unica data il 16 di Agosto 1915.
nel giorno 16 a mezzogiorno ci sono solamente delle puntate offensive verso i reticolati nemici da parte di alcune pattuglie per poi avanzare fino alle trincee avversarie che riescono ad affermarsi senza il concorso del battaglione bersaglieri di Bossi.
Solo nel giorno 18 Agosto si verifica l'azione citata da Lodolini dove il suo battaglione a sinistra dell settore si spinge in avanti e occupa la trincea delle Frasche. Mentre il l° battaglione Bersaglieri riesce anche lui a portarsi avanti e a procurare gli ottanta prigionieri che Lodolini cita nel suo diario.
Lodolini afferma anche che la stessa trincea delle frasche da loro conquistata non verrà mai persa in settembre, perchè essa è si la trincea delle frasche ma solo la prima della serie in sequenza che verrano poi successivamente conquistate come da parte della Brigata Sassari il 13 Novembre 1915 durante la quarta battaglia dell'Isonzo.
Mentre per il giorno 21 Agosto data della morte del S. Tenente Bossi il battaglione di Lodolini compie una leggera avanzata affermandosi sulla linea costruendo una trincea che consente un pò di dominio sulle trincee nemiche rettificando la linea del reggimento. In questa occasione come abbiamo visto prima cadrà colpito a morte il S, Tenente Bossi Gualtiero.



Mappa (USSME) con le posizioni tra i giorni 17-21 agosto 1915 in rosso la linea conquistata:








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