77° Fanteria Brigata Toscana
Nato a Buenos Aires (Argentina) il 20 Giugno 1892
Morto a Moriago (TV) il 27 Ottobre 1918
Sepolto al Sacrario del Montello
Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare
Nell'assalire arditamente con la sua pattuglia la linea nemica (una postazione nemica) cadeva ferito, ma per non esporre ad altre perdite i compagni accorrenti a raccoglierlo, si proponeva, soffocando ogni lamento e frenando ogni moto, di farsi ritenere ucciso, finchè all'alba , riusciva da solo, trascinandosi carponi a raggiungere le posizioni nostre estenuato ma fiero, e ancora riluttante a farsi condurre in luogo di cura.
Monfalcone, 6 - 7 Maggio 1917
Note Storiche:
Ho voluto dedicare il post al Sergente Maggiore Secco, anche se non è caduto sul Carso, ma come vedremo di seguito, merita di essere raccontato la storia che lo vide protagonista a Monfalcone nel Maggio del 1917, dove si trovava con il suo Reggimento.
La Brigata Toscana dopo aver preso parte alla conquista del Sabotino nella VI^ battaglia dell'Isonzo la vide protagonista nel VIII^ e IX^ battaglia nel settore Pecinka- Veliki Hribach dove quest'ultimo verrà conquistato dalla stessa il 1° Novembre 1916 per poi arrivare fino alla conquista del Fajti quota 432 il giorno successivo.
Dopo essere stata a riposo ritorna al nuovamente in linea sempre con la III^ Armata nel settore di Monfalcone a inizio 1917
Nella notte tra il 6 e il 7 Maggio 1917 il 77° reggimento era così schierato:
III° battaglione nella sottosezione di Q. 18, I° battaglione nella sottosezione Adria e in quella a mare , il II° battaglione, in riserva della sezione sud, fra la ferrovia e casa delle vedette-Mandria.
Una pattuglia dell'11^ compagnia durante la notte, al comando del sottotenente signor Sciortino, uscita alle ore 22 da S.Antonio col compito di percorrere la strada di Trieste fino al reticolato detto neutro, percorrerlo verso sud, varcarlo e tendere agguati al nemico, dopo aver perlustrato il terreno interposto fra la strada di Trieste e il fronte di S.Antonio - Q. 12 - Q. 18, pervenuta a pochi passi dal reticolato di cui sopra, viene improvvisamente bersagliata da nutrita scarica di fucileria e bombe a mano : ne rimangono feriti il Comandante la pattuglia e il Sergente Maggiore Secco Pietro, subito slanciatosi verso l'avversario delineandoli un agguato dietro a un riparo oltre il reticolato. L'inatteso intenso fuoco nemico, la minaccia d'accerchiamento da parte delle forze austriache di molto superiori alle nostre, obbligano la pattuglia a ripiegare: rimane, ferito in prossimità del reticolato e dell'avversario il Sergente Maggiore Secco, che per lanciato innanzi alla pattuglia, non può da questa essere raggiunto e raccolto per la violenta azione di fuoco avversaria.
In attesa che un plotone della compagnia raggiunga il posto di combattimento, vi accorre guidato dallo stesso Sottotenente Sciortino, il Tenente Ugolini, Comandante la Compagnia, con altri cinque animosi, al fine di impedire che nel frattempo il nemico s'impossessi del Secco.
Tale audace drappello, appostatosi a venti metri dal reticolato neutro, spara contro i nemici che tentano di raggiungere lo stesso reticolato; il plotone comandato dal Sottotenente Quaranta, nella palude a nord della strada di Trieste , ripetutamente tenta di avvicinarsi al Secco per raccoglierlo e sottrarlo alla minaccia austriaca, ma il reciproco violento fuoco impedisce ai nostri di avvicinarsi in posizione dominante di accostarsi al Secco, il quale non potendo retrocedere e non volendo esporre i camerati a sicura morte, dopo aver gridato che moriva, più non rivela ne con lamenti ne con voci, ne con segni la sua presenza.. Durante l'intermittente e intenso fuoco, rimangono feriti il Sottotenente Quaranta, che non si reca al posto di medicazione nemmeno in seguito all'ordine del proprio Comandante di Compagnia, e i soldati Perrini, Tedeschi e Pessina ( vedi nota sotto 1 ) che muore prima di raggiungere la nostra linea. Rientrati i feriti alle posizioni nostre m ritenuto il Secco morto, ricevuto il Comandante di Battaglione ordine tassativo di desistere, il plotone seguito dal Comandante di Compagnia con l'audace drappello, fa ritorno a S. Antonio verso le ore 3 .
All'alba, carponi, fiero e sereno, benché estenuato dal copioso sangue versato da due ferite, Il Secco si trascina alla trincea di Q. 18, ove, riluttante alle ansiose premure dei superiori e dei camerati, riceve le prime medicazioni e esprime la volontà di non essere inviato ai luoghi di cura.
Complessivamente le perdite subite in questo fatto d'armi sono le seguenti:
Sottotenenti Sciorino Salvatore; Quaranta Terzo (curato al corpo) e tre militari di truppa feriti, un militare di truppa morto.
Nella stessa notte sono uscite anche le seguenti pattuglie: due della 2^ e 3 ^ Compagnia comandate rispettivamente dall'Aspirante Costa e dall'Aspirante Spagnolo, di perlustrazione nella palude del Lisert, come nelle notti precedenti, due pattuglie della 1^ Compagnia, comandate dagli Aiutanti di Battaglia Arabeschi e Ruffino, di perlustrazione dalla palude al mare.
(Nota 1: Soldato PESSINA Riccardo nato a Milano il 28 Dicembre 1895)
Il Sergente Maggiore Secco, nacque a Buenos Aires (Argentina), operaio di professione, alto 1,66 fu inscritto nel Comune di Seren (Feltre), nel marzo 1912 fu richiamato alla leva dove nel mese di Luglio fu ammesso al corso accelerato di Allievi Caporali. Nell'Ottobre di tale anno divenne Caporale nel 77° Fanteria e promosso nel marzo del 1913 con il grado di Caporale Maggiore.
Allo scoppio della guerra rimase sempre nel 77° Fanteria Brigata Toscana, dove nel giugno 1915 fu promosso a Sergente e poi A Sergente Maggiore nel giugno dell'anno successivo.
Rimase sempre nello stesso reparto fino al Gennaio 1918 dove passò al II° Reparto D'Assalto, nel Febbraio fu promosso Aiutante di Battaglia,
Fu ferito ben tre volte la prima nell'azione sopra descritta dove riportò ferita al canale completo della regione scapolare sinistra e altra ferita alla regione ascellare prodotte da scheggia di bomba.
La seconda da pallottola nemica alla gamba destra ed altra schegge al sopracciglio destro nel combattimento del 28 gennaio 1918 sul Monte Valbella.
Infine riportò ferita da scheggia di petardo all'occhio destro durante l'esercitazione al campo del poligono il 28 Aprile 1918
Morì a Moriago con il XXII° Reparto d'Assalto (ex II°) il 27 Ottobre 1918, dove ottene la sua seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Aiutante di Battaglia, 22° Reparto d'Assalto. Comandante d'un plotone primo tra i suoi uomini, metteva piede sulla sponda sinistra del Piave. Circondato da un reparto nemico, superiore di numero, opponeva tenacissima resistenza, riuscendo dopo feroce mischia a liberarsi. Colpito a morte, mentre correva all'assalto, continuava ad incitare i suoi soldati, finché spirava al grido di : "Viva l'Italia!"
Moriago 26-27 Ottobre 1918
Mappa con indicate li linee occupate dal 77° Fanteria nel corso dell'azione sopracitata:
La quota 18 o quel che ne rimane ai giorni attuali, purtroppo la zona è stata completamente modificata alla fine degli anni 60 per costruzioni industriali:
Nella notte tra il 6 e il 7 Maggio 1917 il 77° reggimento era così schierato:
III° battaglione nella sottosezione di Q. 18, I° battaglione nella sottosezione Adria e in quella a mare , il II° battaglione, in riserva della sezione sud, fra la ferrovia e casa delle vedette-Mandria.
Una pattuglia dell'11^ compagnia durante la notte, al comando del sottotenente signor Sciortino, uscita alle ore 22 da S.Antonio col compito di percorrere la strada di Trieste fino al reticolato detto neutro, percorrerlo verso sud, varcarlo e tendere agguati al nemico, dopo aver perlustrato il terreno interposto fra la strada di Trieste e il fronte di S.Antonio - Q. 12 - Q. 18, pervenuta a pochi passi dal reticolato di cui sopra, viene improvvisamente bersagliata da nutrita scarica di fucileria e bombe a mano : ne rimangono feriti il Comandante la pattuglia e il Sergente Maggiore Secco Pietro, subito slanciatosi verso l'avversario delineandoli un agguato dietro a un riparo oltre il reticolato. L'inatteso intenso fuoco nemico, la minaccia d'accerchiamento da parte delle forze austriache di molto superiori alle nostre, obbligano la pattuglia a ripiegare: rimane, ferito in prossimità del reticolato e dell'avversario il Sergente Maggiore Secco, che per lanciato innanzi alla pattuglia, non può da questa essere raggiunto e raccolto per la violenta azione di fuoco avversaria.
In attesa che un plotone della compagnia raggiunga il posto di combattimento, vi accorre guidato dallo stesso Sottotenente Sciortino, il Tenente Ugolini, Comandante la Compagnia, con altri cinque animosi, al fine di impedire che nel frattempo il nemico s'impossessi del Secco.
Tale audace drappello, appostatosi a venti metri dal reticolato neutro, spara contro i nemici che tentano di raggiungere lo stesso reticolato; il plotone comandato dal Sottotenente Quaranta, nella palude a nord della strada di Trieste , ripetutamente tenta di avvicinarsi al Secco per raccoglierlo e sottrarlo alla minaccia austriaca, ma il reciproco violento fuoco impedisce ai nostri di avvicinarsi in posizione dominante di accostarsi al Secco, il quale non potendo retrocedere e non volendo esporre i camerati a sicura morte, dopo aver gridato che moriva, più non rivela ne con lamenti ne con voci, ne con segni la sua presenza.. Durante l'intermittente e intenso fuoco, rimangono feriti il Sottotenente Quaranta, che non si reca al posto di medicazione nemmeno in seguito all'ordine del proprio Comandante di Compagnia, e i soldati Perrini, Tedeschi e Pessina ( vedi nota sotto 1 ) che muore prima di raggiungere la nostra linea. Rientrati i feriti alle posizioni nostre m ritenuto il Secco morto, ricevuto il Comandante di Battaglione ordine tassativo di desistere, il plotone seguito dal Comandante di Compagnia con l'audace drappello, fa ritorno a S. Antonio verso le ore 3 .
All'alba, carponi, fiero e sereno, benché estenuato dal copioso sangue versato da due ferite, Il Secco si trascina alla trincea di Q. 18, ove, riluttante alle ansiose premure dei superiori e dei camerati, riceve le prime medicazioni e esprime la volontà di non essere inviato ai luoghi di cura.
Complessivamente le perdite subite in questo fatto d'armi sono le seguenti:
Sottotenenti Sciorino Salvatore; Quaranta Terzo (curato al corpo) e tre militari di truppa feriti, un militare di truppa morto.
Nella stessa notte sono uscite anche le seguenti pattuglie: due della 2^ e 3 ^ Compagnia comandate rispettivamente dall'Aspirante Costa e dall'Aspirante Spagnolo, di perlustrazione nella palude del Lisert, come nelle notti precedenti, due pattuglie della 1^ Compagnia, comandate dagli Aiutanti di Battaglia Arabeschi e Ruffino, di perlustrazione dalla palude al mare.
(Nota 1: Soldato PESSINA Riccardo nato a Milano il 28 Dicembre 1895)
Il Sergente Maggiore Secco, nacque a Buenos Aires (Argentina), operaio di professione, alto 1,66 fu inscritto nel Comune di Seren (Feltre), nel marzo 1912 fu richiamato alla leva dove nel mese di Luglio fu ammesso al corso accelerato di Allievi Caporali. Nell'Ottobre di tale anno divenne Caporale nel 77° Fanteria e promosso nel marzo del 1913 con il grado di Caporale Maggiore.
Allo scoppio della guerra rimase sempre nel 77° Fanteria Brigata Toscana, dove nel giugno 1915 fu promosso a Sergente e poi A Sergente Maggiore nel giugno dell'anno successivo.
Rimase sempre nello stesso reparto fino al Gennaio 1918 dove passò al II° Reparto D'Assalto, nel Febbraio fu promosso Aiutante di Battaglia,
Fu ferito ben tre volte la prima nell'azione sopra descritta dove riportò ferita al canale completo della regione scapolare sinistra e altra ferita alla regione ascellare prodotte da scheggia di bomba.
La seconda da pallottola nemica alla gamba destra ed altra schegge al sopracciglio destro nel combattimento del 28 gennaio 1918 sul Monte Valbella.
Infine riportò ferita da scheggia di petardo all'occhio destro durante l'esercitazione al campo del poligono il 28 Aprile 1918
Morì a Moriago con il XXII° Reparto d'Assalto (ex II°) il 27 Ottobre 1918, dove ottene la sua seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare
Aiutante di Battaglia, 22° Reparto d'Assalto. Comandante d'un plotone primo tra i suoi uomini, metteva piede sulla sponda sinistra del Piave. Circondato da un reparto nemico, superiore di numero, opponeva tenacissima resistenza, riuscendo dopo feroce mischia a liberarsi. Colpito a morte, mentre correva all'assalto, continuava ad incitare i suoi soldati, finché spirava al grido di : "Viva l'Italia!"
Moriago 26-27 Ottobre 1918
Mappa con indicate li linee occupate dal 77° Fanteria nel corso dell'azione sopracitata:
La quota 18 o quel che ne rimane ai giorni attuali, purtroppo la zona è stata completamente modificata alla fine degli anni 60 per costruzioni industriali:
Ringrazio infinitamente dell'aiuto ricevuto per la realizzazione di questo post: Roberto Roseano, amministratore della pagina Arditi del XXII Reparto d'Assalto, e Silvia Musi.
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