17° Fanteria Brigata Acqui
Nato a Fontanaviva (PD) il 19 Febbraio 1894
Morto alla 14^ Sezione Sanità a Begliano il 24 Ottobre 1915
Sepolto al Sacario di Redipuglia
Note Storiche:
Il 17° fanteria con il 18° fanteria Brigata Acqui apparteneva alla 14^ Divisione VII° C.A. , nel corso della III^ battaglia dell'Isonzo si trovava a fronteggiare il settore carsico di Sei Busi - Vermegliano.
Il giorno 22 Ottobre (fonte Aussmediario 14^ Divisione) due compagnie del 17° fanteria avevano raggiunto le linee nemiche sulle pendici Sud-Ovest del Monte Sei Busi, prese d'infilata da fuoco di mitragliatrici dovevano ripiegare sulla vecchia linea delle piccole guardie....
Il 24 Ottobre nel pomeriggio due compagnie del I° battaglione del 17° fanteria attaccando da alcune doline a Nord est di quota 118 s'impaddronivano del "Rivellino"? (vedi nota) fra quota 102 e quota 118 agendo in accordo con truppe delle Brigata Savona.........
nello stessa giornata, reparti della Brigata Acqui attendono a rafforzare i tratti di trincea nemica conquistata a quota 45
Nota: Rimane il dubbio se effettivamente si trattava della trincea del "Rivellino" in quanto il giorno 28 Ottobre fu effettuato un attacco da parte del I/17° contro le difese della suddetta trincea appoggiato da una compagnia del I/144 Brigata Trapani. Non risulta che la trincea del "Rivellino" nei giorni precedenti dopo il 24 ottobre fino al 28 Ottobre sia stata perduta.
E' molto probabile che sia un tratto di trincea collegato alla predetta posizione, verso sud di Quota 118 a Quota 102. Il "Rivellino" che verrà attaccato successivamente da altri reperti e rimarrà in mano austrica fino all'agosto del 1916 IV^ battaglia dell'Isonzo.
vedasi mappa in fondo allla pagina della Brigata Savona datata 25 Ottobre 1915.
Tratto dal libro "La Guerra Vista da Un Idiota" di Giuseppe Personeni (Comitato Pro Chiesa di Plava):
Intanto nelle trincee di Vermegliano, si ebbe l'agio di studiare il terreno antistante alle nostre trincee . Gli austriaci ci dominavano dalle trincee del Sei Busi: l'artiglieria da montagna batteva di fianco dal Cosich con tiri di aggiustamento poco frequenti. Era nell'intenzione dell'avversario di non scoprire le sue batterie che appostava verso Doberdò: le teneva pronte nel caso di un nostro attacco.
Un bel sole di Ottobre indorava la terra, al tramonto tutto il Carso; le siepi di fil di ferro che gli avversari avevano moltiplicato davanti alle trincee con le scatolette appese a guisa di sonagli mandavano dei riflessi ondeggianti e noi si pensava con tristezza il giorno nel quale saremmo andati a sbattere la testa contro.
Dico che si pensava con tristezza perchè non era un mistero per noi che i nostri alti Comandi non avevano ancora i mezzi atti a distruggere quelle difese accessorie, contro le quali la nostra artiglieria poteva accanirsi inutilmente e sarebbe tutt'al più ad aprire qualche breccia qua e là, senza però dare l'agio alla nostra fanteria di farvi a costo anche di perdite considerevoli delle irruzioni che potessero almeno condurre a qualche risultato pratico. Purtroppo per i Comandi il nemico da attaccare era la trincea; conquistare una trincea pareva essere il compito finale di un attacco. Più in là non si andava....
Noi si intraprendeva l'offensiva dell'ottobre come non ci fossero stati 4 durissimi mesi di esperienza; senza aver preparato niente per un attacco in grande stile come voleva essere almeno nell'intenzione del Comando......
Alle nove si inizia il movimento, ed alle nove in punto si apre la cateratta dell'artiglieria austriaca che fruga e batte rabbiosamente sui rincalzi. Appena le nostre truppe muovono fuori dalle trincee, sono investite da violente raffiche di batterie di piccolo calibro che tempestano di proiettili il terreno antistante alle nostre linee, che prendono d'infilata da Doberdò. La Compagnia S. Giorgio si lancia fuori ma non arriva ai reticolati, è costretta a fermarsi per la violenza del tiro delle mitragliatrici; la fucileria austriaca è incessante. Si sente, in quella fucileria l'orgasmo, della preoccupazione.
Non permette ai nostri di avvicinarsi ai reticolati; i pochi che vi arrivano vi restano freddati. I reticolati sono quasi intatti....
Alla sezione di Ronchi agonizzavano sulla paglia un'ottantina di feriti; non si potevano muovere perché muoverli voleva farli morire; non si potevano operare perchè non c'erano i mezzi; si spegnevano , morivano fra gli spasmi........
Mappa delle posizioni raggiunte della Brigata Savona a est di Quota 118 nell' azione del 24 Ottobre, non si tratta del "Rivellino" in quanto si trova a est difronte delle linee raggiunte evidenziate in blù nella mappa. (Aussme) :
mappa del settore di Vermegliano con evidenziata la posizione del Rivellino (Tratta dal libro: Il Carso della Grande Guerra - le Trincee Raccontano . Antonio e Furio Scrimali) :
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