In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

domenica 4 gennaio 2015

Tenente LANGOSCO di LANGOSCO Vittorio




20° Reggimento Cavalleggeri Roma

Nato a Milano il 18 Giugno 1889
Morto a Bosco Cappuccio il 4 Agosto 1915
Sepolto a -------

Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare 

 
Comandante di una sezione mitragliatrici, si spingeva audacemente all'inseguimento del nemico, e, quantunque fatto segno a vivo di fuoco di artiglieria e fucileria, rimaneva al suo posto fino a quando non ricevette ordine di ripiegare. Cadde ucciso in una successiva azione.
Bosco Cappuccio, 25 Luglio e 4 Agosto 1915

  

Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare 

 
 Comandante di una sezione mitragliatrici, seppe impiegarla con intelligenza ed ardire, favorendo l'avanzata delle truppe per la conquista del trincerone. Mentre si postava in una posizione avanzata, restò mortalmente ferito.
Bosco Cappuccio, 4 Agosto 1915

Note Storiche tratte dal Libro "La Vita per la Patria" di Lorenzo Cadeddu ed. Gaspari:
Per la carenza di sezioni mitragliatrici nelle varie Brigate di fanteria, nei primi mesi di guerra, si misero a disposizioni di queste quelle dei Reggimenti di cavalleria, come in quetso caso le sezioni  Maxim del Reggimento cavalleggeri Roma furono aggregate alla Brigata Sassari.
lasciamo ora il racconto tratto dal libro sopracitato:
Il giorno era il 4 di Agosto 1915, nell'assalto del trincerone, tra i tanti della Sassari che persero la vita cadde colpito alla fronte, il comandante della sezione mitragliatrici Maxim del 20° Reggimento Cavalleggeri Roma tenente Vittorio Langosco di Langosco, che operava con il 152° ma per l'occasione era passato alle dipendenze del 151° reggimento.
Sulla sua fine esiste una memoria che lo ricorda, scritta dal fratello, il collonello di cavalleria Federico Langosco di Langosco, all'epoca sottotenente dello stesso reggimento: "...nel pomeriggio del 4 agosto 1915 ci fu uno di questi attacchi. Proprio quel mattino Vittorio Langosco era tornato ai suoi mitraglieri dopo pochi giorni di riposo passati ad Ajello, dove si trovava il Comando di reggimento. I fanti della Sassari, uscirono all'assalto, saltarono svelti e veloci e rapidi come tanti diavoli e in pochi minuti furono addosso agli austriaci che si trovavano nel "trincerone" antistante a una trentina di metri più in là. Bisognava portare subito avanti le due mitragliatrici del "Roma". "Andiamo avanti anche noi" disse Langosco "Via" e senza porre tempo di mezzo si lanciò dalla trincea perchè voleva trovare il posto per piazzare le due armi. Ma fece pochi passi: la pallottola puntuta di un mauser arrivò giusta giusta sulla bella fronte, era d'acciaio e di piombo e fece un piccolo foro così. Erano le sette e mezza di sera ed il tenue rivolo di sangue sgorgò da quel foro portandosi via la vita.
Il sottotenente Langosco avvisato, che il fratello era caduto in combattimento andò assieme al tenente Vittorio Bianchi dello stesso reggimento, a recuperare la salma per seppelirla in un vicino camposanto per evitare che i poveri resti venissero seppelliti sul posto. Il Comandante del II/152° cui era affidato il sottosettore in cui era caduto l'ufficiale si oppose a questo desiderio adducendo che una disposizione del comando sovraordinato prescriveva che i caduti venissero sepolti sul posto e l'ufficiale del "Roma" era caduto davanti alla linea italiana antistante il trincerone. Federico Langosco e il suo amico e collega riuscirono, dopo molte insistenze, a convincere il comandante di battaglione, che tuttavia non volle esporre i suoi uomini al recupero della salma che quindi venne raggiunta e recuperata dai due giovani ufficiali che la trasportarono prima a Sagrado e di qui ad Ajello ove fu deposta nella cella mortuaria del locale cimitero e vegliata, tutta la notte, dai due ufficiali. Federico Langosco la mattina dopo chiese al Comandante del "Roma" di poter prendere il posto del fratello caduto al comando della sezione mitragliatrici ma la sua domanda non venne accolta. Il suo posto venne preso dal tenente Otto Giulini, volontario rientrato dalla Germania per combattere, anche Giulini pochi giorni dopo cadde tra i soldati della Sassari in un attacco alle posizioni del San Michele e sulla sua fine ricorderà ancora Federico Langosco che: " .. lo trovarono (Giulini) con gli occhi aperti e quasi sorridenti che guardavano in alto.

mappa tratta dal libro "La Vita per la Patria" di Lorenzo Cadeddu ed. Gaspari:

 
foto tratta dal libro "La Vita per la Patria" di Lorenzo Cadeddu ed. Gaspari
 il Tenente Langosco Vittorio nella foto della sezione mitragliatrici è in piedi in secondo piano:
 



2 commenti:

  1. Grazie per il lavoro fatto. Mi avete permesso di ritrovare informazione su un mio antenato.
    Grazie per avere a cuore la loro memoria.
    Max Langosco

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    1. La ringrazio moltissimo, e sono contento che abbia potuto avere delle notizie in merito al suo antenato, se ha bisogno di ulteriori informazioni non esiti a scrivermi

      Cordiali saluti

      Mauro Ambrosi

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