In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

domenica 18 febbraio 2018

S.Tenente DI MODICA Gaetano



147° Fanteria Brigata Caltanissetta

Nato a  Vittoria (SR) il 1 Dicembre 1885
Morto a Mariano presso Osp.da Campo 031 per ferite da combattimento il 6 Novembre 1915
Sepolto al Sacrario di Redipuglia 7° Gradone - Loculo 13212

Note Storiche:
la III^ battaglia dell'Isonzo sta volgendo al termine anche se la trequa durerà solo pochi giorni lasciando poi il posto alla IV^ che comincerà il 10 Novembre 1915.
Nel corso di questa battaglia  il 147° fanteria era dislocato nella zona di Bosco Lancia dove operò numerosi assalti verso le linee Austriache  prima di essere sostituito e mandata a riposo nella sera tarda del 2 Novembre a Versa.
In questi ultimi giorni di questa battaglia cominciata il 18 Ottobre vedrà la fine della sua vita il S.tenenente Di Modica. Lascio ora la voce del bellissimo scritto dell'amico Fabrizio Corso che assieme a Vincenzo Grienti hanno riportato nel loro libro "Un Isola in Trincea":
"All'età di 21 anni, mentre era uno studente universitario, venne dichiarato abile alla leva dopo essere stato mandato rivedibile l'anno precedente per insufficienza toracica e il 23 ,'ettembre 1906 venne ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali di complemento. Il corso iniziò il primo febbraio del-l'anno successivo e Gaetano lo frequentò presso 24° Reggimento fanteria a Palermo e poi presso 1'84° fanteria a Catania, venendo infine nominato sottotenente di complemento il 12 gennaio 1908. Rimasto un ufficiale di complemento, sette anni dopo il sottotenente Di Modica venne richiamato alle armi e assegnato ai 147° Reggimento fanteria dove incontrò il suo concittadino Gaetano Alessandrello e con cui, probabilmente, strinse un forte legame di amicizia per via della provenienza comune. Ma se la cittadina di Vittoria accomunò i due nella loro venuta al mondo, un altro piccolo borgo a mille chilometri di distanza in linea d'aria li accomunò nella loro drammatica dipartita. Si tratta del paese di Mariano del Friuli, oggi in provincia di Gorizia. Situato nella pianura friulana ad una dozzina di chilometri a ovest di Gorizia, tra il fiume Torre e l'Isonzo, Mariano prima della guerra faceva parte dell'impero d'Austria-Ungheria. Il paese venne occupato dagli italiani durante le operazioni iniziali e successivamente il Regio Esercito vi installò uno degli ospedali da campo che dovevano fornire i primi soccorsi agli innumerevoli feriti delle battaglie carsiche. Si trattava dell'ospedale da 100 letti n. 031che si insediò presso i locali delle scuole epresso la villa dei baroni Baselli, alla periferia nord dell'abitato. Soprattutto durante le terribili battaglie dell'Isonzo il per-sonale sanitario del suddetto ospedale lavorò continuamente, giorno e notte, in mezzo al sangue, ai lamenti e alle urla delle centinaia di, m feriti che arrivavano continuamente  dalla linea del fronte. I medici, e le crocerossine cercarono di curare nel miglior modo possibile l'innumerevole gamma di ferite che tali battaglie producevano e che andavano dai lievi traumi all'asportazione violenta di intere parti del corpo. Purtroppo, però, nonostante gli sforzi, in questo come in tutti gli altri ospedali da campo sparsi per la pianura friulana e per il resto del fronte, il tasso di mortalità fu molto alto e ciò fu dovuto alle scarse conoscenze medico-chirurgiche dell'epoca ed alle disastrose condizioni igienico-sanitarie in cui arrivavano i feriti e in cui si eseguivano gli interventi operatori. Gli antibiotici erano ancora sconosciuti e le principali cause di morte fu-rono le infezioni, la gangrena gassosa, il tetano, le emorragie". A confortare e ad assistere spiritualmente i feriti ricoverati allo 031 c'era anche Don Giovanni Battista Chiosso, un cappellano militare trentacinquenne, ligure della Vai Trebbia". A lui toccava anche il pietoso compito di far dare una degna sepoltura ai soldati deceduti nell'ospedale e di informare l'Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare che aveva sede a Bologna. È quello che fece per esempio con il tenente Alessandrello che, come abbiamo già visto, fu gravemente ferito durante la Terza battaglia dell'Isonzo e morì il 3 novembre 1915 presso l'ospedale da campo di Mariano. Fu Don Chiosso che molto probabilmente accompagnò la salma di Alessandrello nel piccolo cimitero civile del paese in cui una sezione era stata destinata alla sepoltura dei Caduti in guerra e dove, dopo una breve cerimonia funebre, venne sepolta nella tomba n. 6, a ridosso del muro di cinta settentrionale". Come Alessandrello anche il sottotenente Gaetano Di Modica venne ferito negli ultimi infernali giorni della Terza battaglia dell'Isonzo. Durante i sanguinosi combattimenti a cui prese. parte il 147° fanteria egli venne colpito da un proiettile che gli causò una gravissima frattura esposta alla gamba sinistra. Soccorso e trasportato nelle immediate retrovie, fu medicato alla meglio per cercare innanzitutto di bloccare l'emorragia e inviato d'urgenza all'ospedale da campo 031 dove venne ricoverato nei locali della Villa Baselli. I medici fecero del loro meglio e probabilmente, come accadeva spesso all'epoca per ferite del genere, gli dovettero amputare la gamba per evitare il diffondersi della letale gangrena gassosa. Ma disgraziatamente quello che non era riuscito a fare il piombo nemico lo fecero le infezioni e le emorragie: Gaetano Di Modica si spense alle undici e un quarto del mattino del 6 novembre 1915. Non aveva ancora compiuto trent'anni. Così, dopo soli tre giorni, Don Chiosso assistette alla morte di un altro figlio di Vittoria, anch'egli un ufficiale, anch'egli del 147° fanteria. Ma le coincidenze non finirono qui. Dalla villa Baselli il cappellano accompagnò il corpo senza vita del sottotenente Di Modica attraverso tutto il paese di Mariano, fino al cimitero dall'altra parte dell'abitato. E dopo la consueta breve cerimonia funebre la bara venne seppellita nella tomba n. 7, proprio accanto a quella di Gaetano Alessandrello". A rendere poi ancora più singolare tutta questa serie di coincidenze c'è un ulteriore fatto: incrociando i dati dei documenti conservati presso l'archivio storico del Comune di Mariano del Friuli con quelli dell'Albo d'Oro dei Caduti in guerra è emerso che all'Ospedale da campo 031 lo stesso giorno in cui morì il tenente Alessandrello morirono altri due soldati, ma al cimitero, invece di essere seppelliti di fianco al tenente, furono seppelliti nella fila davanti, lasciando cosi la tomba n. 7 libera. Tre giorni dopo sarà Gaetano Di Modica a riposare in pace accanto al suo concittadino. Ognuno è libero di pensare se furono semplicemente delle coincidenze, o se fu un destino già scritto da un volere so-prannaturale a determinare i fatti sopra esposti. Noi ci limiteremo ad aggiungere che i due ufficiali vittoriesi non riposarono l'uno accanto all'altro per sempre. Come giò scritto, Gaetano Alessandrello venne esumato e riportato dalla famiglia a Vittoria. Gaetano Di Modica invece imase a Mariano del Friuli fino al 1935 quando, con una solenne cerimonia, le 248 salme dei militari ancora sepolti nel cimitero civile furono traslate verso Redipuglia dove trovarono definitiva sistemazione nei gradoni del grande Sacrario militare che sarebbe stato inaugurato nel 1938 e che contiene i resti di 39.857 Caduti noti e 60.330 Caduti ignoti della Grande Guerra. Ancora oggi i resti del sottotenente Di Mo-dica si trovano in uno dei loculi del settimo gradone e sono ricoperti con una lastra di bronzo riportante il suo nome, grado e reggimento. Inoltre, così come per Alessandrello, Vittoria lo ricorda sul proprio Monumento ai Caduti e anche alla sua memoria è stata intitolata una via della città. "


 Mappa con la situiazione delle Forze il 28 Ottobre 1915


Veduta verso Bosco Lancia in fondo la zona di Castelnuovo

 Trincea linea di resistenza Italiana 1916 zona Bosco Lancia


Dolina Bosco Lancia resti di ricoveri

-  Ringrazio per questo post l'amico Fabrizio Corso





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