1° Reggimento Bersaglieri Bis
Nato a Trieste il 15 Giugno 1897
Morto nella Trincea delle Frasche il 29 Ottobre 1915
Sepolto a ------
Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare
Volontario triestino, diciottenne, in un assalto ad un forte trinceramento nemico, dava mirabile esempio di abnegazione ed altruismo e contribuiva a mantenere la difficilissima posizione, incitando i suoi compagni alla resistenza. Faceva poi nobile sacrificio della sua giovane vita, per proteggere un ripiegamento.
Altopiano Carsico 28-29 Ottobre 1915
Note Storiche:
Il volontario Irredento NORDIO Aurelio con nome di guerra GIACOMINI Mario, apparteneva al 50° battaglione del 1° reggimento Bersaglieri Bis il quale nel Gennaio del 1916 diventerà 15° reggimento Bersaglieri. Nell'Ottobre 1915 durante la Terza battaglia dell'Isonzo iniziata il 18 vedrà impegnato il reggimento con la 19° Divisione nel settore di Castelnuovo, più precisamente nella zona della Trincea delle Frasche non ancora conquistata definitivamente , questo avverrà nel mese di Novembre ad opera dei fanti della Brigata Sassari.
Tratti dal diario del 15° Bersaglieri, le gesta che videro protagonisti i fanti piumati nei giorni della terza battaglia dell'Isonzo:
Il 21 Ottobre il reggimento si trasferì da Campolongo a Turriaco. Il giorno seguente il comando di Reggimento con due battaglioni, si portò a San Pietro dell'Isonzo, a disposizione del Comando della 20^ Divisione, mentre il 51° battaglione restò a Turriaco come riserva del Corpo d'Armata. Il 24 Ottobre il Reggimento passò a disposizione della 19^ Divisione e si trasferì alla Conceria di Fogliano, dove ricevette l'ordine di riprendere la trincea detta "delle Frasche", abbandonata da reparti della Brigata Siena, i seguito a contrattacco nemico.
Verso sera il 49° battaglione era a posto e collegato a sinistra col 139° fanteria e a destra con il 50° battaglione. Aveva due compagnie in prima linea, una compagnia di rincalzo. Il 50° battaglione aveva i contati a sinistra col 49° battaglione ed a destra col 32° fanteria, dislocandosi con due compagnie in prima linea ed una a rincalzo.
Nelle trincee intanto si iniziava intenso scambio di fucilate.
Nei giorni successivi 25,26,27 la truppa attese a migliorare le trincee, a sgombrare i camminamenti, riempire sacchi a terra, continuando i lavori di rafforzamento e quelli necessari a moltiplicare gli sbocchi offensivi. Veniva stabilito che il saliente esistente nella "Trincea delle Frasche" che si trovava parte sul fronte dell'estrema sinistra nostra e parte sul fonte dell'estrema destra del 139° fanteria, fosse lasciato interamente alle cure del Reggimento bersaglieri.
Nel contempo il 51° battaglione lasciava Turriaco per riunirsi al reggimento
Sulla sinistra la Brigata Bari venne sostituita dalla Brigata Caltanissetta (147° e 148°), di cui un battaglione doveva essere alle dipendenza del comandante del Sottosettore di sinistra. Nella serata del 27, il tempo, già piovoso e monotono, tornava sereno. Alle ore una del 28 Ottobre, giungeva l'ordine di operazione dal Comando del Settore.
Il reggimento ed il 3° battaglione del 149° fanteria, dovevano attaccare ed impadronirsi della trincea "delle Frasche" e del saliente Nord della trincea.
Sulla destra le truppe del 148° fanteria sulla sinistra l' 32° fanteria dovevano contribuire all'azione. Il tiro di preparazione dell'artiglieria doveva cessare alle ore 15, ora in cui senz'altro si sarebbe iniziata l'avanzata delle truppe.
Alle ore 15 precise il 49° e il 50° battaglione , irrompevano dalle trincee occupate e per gli sbocchi preventivamente preparati, si slanciavano sulle trincee nemiche. L'artiglieria non aveva però, affatto intaccato le difese del saliente (parapetti ben blindati e fitti reticolati) per cui la 1^ e 2^ compagnia del 49° battaglione, buttatesi sul saliente, venivano fermate dai reticolati e decimate dal fuoco di mitragliatrici nemiche sul fronte e sul fianco destro. In breve i due reparti rimasero senza ufficiali, perché in numero impressionante morti e feriti: ugualmente però parte della 1^ compagnia si ritraeva ordinatamente in una buca prospiciente il lato sud del saliente e vi si rafforzò con sacchi a terra, tenendo in rispetto il nemico; la 2^ compagnia, o meglio i pochi superstiti, ordinatamente ripresero il primitivo posto nelle vecchie trincee, mentre la 4^ compagnia, che era in rincalzo, fu chiamata in linea.
La 3^ compagnia del 49° battaglione ed il 50°, con mirabile slancio, irruppero nella trincea "delle Frasche". Alle ore 15.20 l'avevano già raggiunta, occupata ed in parte oltrepassata.. Ivi giunti detti reparti furono però violentemente battuti dal fuoco, aggiustato prima dall'artiglieria nemica, infilati da tiro d'artiglieria e di mitragliatrici tanto sulla sinistra che sulla destra, partente dal noto saliente e dalla trincea dei Razzi. Intanto forze austriache, sfruttando un camminamento coperto, con tratti di traverse, esistente aldilà delle trincee delle Frasche che conduceva ad una buca, da questa ben presto affluirono, iniziando, a colpo sicuro il lancio di bombe a mano.
Nonostante ciò, le truppe si sostennero valorosamente: pochi gruppi soltanto si ritrassero in un'ampia buca - quasi un avvallamento - esistente fra la trincea delle "Frasche e quella da noi occupata. Senonché, appena mezz'ora dopo l'inizio dell'azione, il Maggiore Sforza Cav. Pietro, il quale non curante del pericolo si era slanciato alla testa del suo 50° battaglione sulle trincee nemiche, trascinandolo con l'esempio, cadde ferito e fu costretto suo malgrado , a lasciare le file. Subito dopo anche il suo aiutante maggiore in seconda cadeva, mentre stava accingendosi ad avvertire il Capitano più anziano del Battaglione perchè ne assumesse il Comando. Il Capitano non poté ricevere l'avviso, per cui le quattro compagnie di quel Battaglione rimasero senza guida per circa tre ore, l'azione non fu coordinata ed i rincalzi non affluirono a tempo sul fronte. Per misura prudenziale il Comandante del Settore inviò su tre compagnie del 3° Battaglione del 31° fanteria, impiegando due compagnie nella buca Carsica dove risiedeva il Comando del Sottosettore e la rimanente terza sui ricoveri a Nord del camminamento coperto che vi si adduceva da Castelnuovo. Ma la posizone dei reparti situati nell'avvalamento antistante le trincee delle "Frasche", non fu dal Comandante del Reggimento Colonnello De Bono, ritenuta né buona né utile per una futura azione. né sostenibile, sia perchè infilati a sinistra ed a destra, sia per la difficoltà di eseguire i rifornimenti. Decise perciò che quelli che vi si trovavano, si ritirassero entro la prima linea occupata. E la ritirata a gruppi potè eseguirsi nella notte dal 28 al 29, pressochè senza inconvenienti e senza gravi perdite.
Ma la lotta era stata disperata: nell'impeto travolgente della battaglia, nella mischia titanica, impavidi, con la freddezza delle prove supreme, ufficiali e gregari, santamente uniti nell'ideale comunione di intenti. furono magnifici, superbi, sprezzanti del pericolo, superiori ad ogni aspettativa, mirabile esempio di sacrificio e di tenacia. Ogni elogio ritorna inadeguato per i martiri della gloriosa giornata: e tutto il reggimento ridotto ormai a poco meno di due terzi della forza , va menzionato ed elogiato, perchè di martiri ed eroi esso era composto, perchè tutti, senza distinzione, pagarono a prezzo inestimabile di eroismo e di sangue ,l'azione terribile superata.
L'allora soldato, ma frequentante del corso di allievo Ufficiale Nordio Aurelio rimase disperso nella giornata del 29 Ottobre durante il ripiegamento, anche se altre fonti danno come giorno il 30 Ottobre cosa poco probabile viste le vicende appena descritte che confermerebbero come giorno esatto il 29.
Il suo corpo fu ritrovato il 20 Agosto 1916 e fu poi sepolto nel cimitero di Villesse, . La causa della sua morte è stata una ferita alla colonna vertebrale.
Mappa con lo schieramento alla vigilia dell'azione del 28 Ottobre 1915:
Foto della zona del Saliente di quota 164 e della Buca delle Frasche che si trovava tra le linee Italiane e Austriache durante l'azione del 28 Ottobre 1915:
Trincea Blindata nei pressi della Dolina delle Frasche:
Foto della Targa posta nella casa natale a Trieste in via Crispi dei due fratelli gemelli Fabio e Aurelio NORDIO. Fabio troverà la morte nel il 23 Agosto 1917 sull'Altopiano di Kal con gli Alpini del Battaglione Belluno: