In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

domenica 7 luglio 2019

Soldato CERINO-BADONE Eugenio





65° Fanteria Brigata Valtellina

Nato a Trivero il 10 Maggio 1879
Disperso a Selo (Carso) il 21 Agosto 1917



Note Storiche:

La Brigata Valtellina con i suoi due reggimenti il 65° e 66° prese parte all'undicesima offensiva sull'Isonzo iniziata il 18 Agosto 1917 nel settore di Selo. Apparteneva con la Brigata Piceno alla 27^ Divisione XXIII° Corpo d'Armata  (Ten. Gen. Armando DIAZ).
Il giorno 19 Agosto la Divisione riuscì a spingere il 235° reggimento Brigata Piceno quasi fino all'altezza del 236° che si trovò con le punte ad un centinaio di metri dal Cimitero di Selo e che con la sua destra ripiega verso ovest per collegarsi con la 61^ Divisione che è sempre di fronte alla linea dell mitragliatrici. Il giorno 20 il XXIII° C.A. sta attaccando, ad est di Selo, la linea "k" e si prevede che verrà oltrepassata, così descriveva l'inizio di quel giorno il diario della III^ Armata. L'obbiettivo del Corpo d'armata era di avanzare verso est con risolutezza mirando oltre lo Stari Lovka sul Krapenka. Nella giornata ci furono due vigorosi contrattacchi austriaci sferrati contro la sinistra della 54^ Divisione el centro della 27^ Divisione alle ore 7, furono decisamente respinti con cattura di prigionieri. 
Lo scatto della fanteria successivo è accolto da vivace fuoco di mitragliatrici e fucileria ciò nonostante sembra che tutta la fronte del C.A. si sia spinto in avanti con pattuglie della 61^ dentro a Selo. La brigata Piceno notifica di aver occupato la q. 241 a N.E di Selo.
La giornata si concluse con valorosi combattimenti condotti dalle fanterie del XXIII C.A. combattendo tutto il giorno con ardore e gareggiando in valore rompendo in più punti la linea di sbarramento Castagnevizza - Hermada  dove la 27° Divisione riuscì a rioccupare la q. 241 a N.E di Selo.
Il giorno 21 che vide la scomparsa del soldato CERINO- BADONE trovò protagonista la Brigata Valtellina appena entrata in linea dal giorno prima. Un nuovo attacco della fanterie dopo una violenta preparazione di artiglieria, di durata non superiore alla mezz'ora le fanterie scatteranno nel medesimo istante alle 13.33 . L'attacco dovrà svolgersi con piccoli reparti, essenzialmente di arditi, per dare anche minor presa possibile alla reazione del fuoco avversario.
La 27^ divisione quel giorno aveva in linea solo la Brigata Valtellina, di questo reparto possiamo leggere i fatti riportati dal diario storico di Brigata e dei due reggimenti 65° e 66° dei giorni 20 e 21   Agosto 1917:
Da diario del comando di Brigata

20 agosto 1917, lunedì. Dislocazione dei reparti al mattino:
In seguito ai movimenti ieri effettuatisi la dislocazione della riserva di Corpo d'Armata alle ore 5 risultava come segue:

Comando [Brigata Valtellina] q.ta 208 Nord. (Osservatorio Lucca).
Comando 65° Fant. dolina Piragino
II/65° dolina Garibaldi, Spoleto e Neutra
III/65° dolina Bergamo, Quadrivio e doline circostanti

Comando 66° Fanteria. Dolina Ricordi
III/66° Dolina Peggion e 113
II/66° Dolina Torino e Massi
I/66° Dolina Vincenzo, Ciclista

Comando 140° Fanteria. Dolina Rocco
II/139° Valletta Catanzaro
III/140° Dolina Gradisca, Gorizia e Bombardieri

332a e 612a C.ie Mitragliatrici q. 208 Sud
1211a, 1212a, C.ie Mitragliatrici q. 208 Nord

Reparto d'assalto di cavalleria, q. 208 Nord.

Il I/65° occupava assieme ad elementi della Brigata Piceno la linea raggiunta nell'avanzata compiuta ieri 19 corrente dal 236° Fanteria.
Alle ore 9 il Comando del XXIII° Corpo d'Armata ordina che la Brigata Valtellina (due battaglioni del 65°, tre del 66°, le due compagnie Mitragliatrici della Brigata - 332a e 612a - le tre compagnie mitragliatrici di Corpo d'Armata - 1211a, 1212a, 1314a - ed il reparto d'assalto di Cavalleria passino a disposizione della 61a Divisione per il proseguimento dell'azione già iniziata su tutta la fronte del Corpo d'Armata. In conformità a tale ordine i battaglioni del 65° si spostano nel senso del rovescio di q.ta 241, i Battaglioni del 66° occupano il posto sgomberato dal 65°, le compagnie mitragliatrici ed il reparto d'assalto serrano sotto la stessa linea occupata dai reggimenti.
Nel frattempo il comando di brigata si trasferisce da q.ta 208 Nord alla Dolina Bono (ex Moldau). In seguito ad ordini ricevuti dal Comando del XXIII Corpo d'Armata e del Comando la 61a Divisione circa l'azione che deve svolgere la Brigata viene diramato l'ordine di operazione N.1.
In esso viene precisata la fronte di attacco il 65° a sinistra scaglionato in profondità rispetto al tratto q. 230 di Selo - cappelletta di Selo. Il 66° Fanteria a destra, scaglionato in profondità rispetto al tratta delimitato dalla cappelletta di Selo ed il punto in cui la strada Selo - Brestovizza è attraversata da elementi di trincea nemica (Muraglia).
Obbiettivo immediato: prima trincea della linea k.
Obbiettivo immediatamente successivo q. 274 (Stari-Lovka) ed altri.
Al 66° viene assegnata la 612a Compagnia Mitragliatrici della Brigata, due Compagnie Mitragliatrici del Corpo d'Armata (121-1314) ed il reparto d'assalto di cavalleria.
Al 65° l'altra compagnia mitragliatrici della Brigata, la 332a. Un battaglione del 66° rimane a disposizione del comando della 61a Divisione a Dolina Barco. La 1211 compagnia mitragliatrici di Corpo d'Armata dalle ore 15 venne messa a disposizione della 54a Divisione.

Perdite della giornata:
65° Fanteria Ufficiali 4 morti e 8 feriti - truppa 85 morti e 156 feriti.
66° Fanteria Ufficiali / morti e / feriti - truppa / morti e 4 feriti.
332 C.a Mitragliatrici Ufficiali / morti e / feriti - truppa / morti e 4 feriti.
612 C.a Mitragliatrici Ufficiali / morti e / feriti - truppa / morti e 2 feriti.

Stato atmosferico: Tempo bello temperatura molto caldo.

21 agosto, martedì.
Dislocazione dei reparti al mattino:
Comando della Brigata - Dolina Hubert a 250 metri circa a ovest di Selo.
65° Fanteria. Comando in seconda linea ad ovest delle rovine di Selo
 - un battaglione in prima linea a ovest delle rovine di Selo
 - un battaglione in seconda linea col comando di reggimento
66° Fanteria. Comando in seconda linea ad ovest delle rovine di Selo
 - un battaglione in prima linea
 - un battaglione in seconda linea
 - un battaglione alla Dolina Bono in riserva divisionale
332a Compagnia Mitragliatrici col battaglione di seconda linea del 65° Fanteria
612a Compagnia Mitragliatrici col battaglione di seconda linea del 66° Fanteria
1211a e 1314a Compagnie Mitragliatrici col Battaglione di riserva divisionale
Reparto d'assalto di cavalleria col Battaglione di seconda linea del 66° Fanteria

Operazioni eseguite e truppe che vi parteciparono
Alle ore 8.30 dal Comando della 61a Divisione giunge il fonogramma N. 73 G il quale informa che il Battaglione del 66° rimasto alla Dolina Bano ha ricevuto ordini diretti di trasferirsi a Selo a disposizione di questo Comando e che le due compagnie Mitragliatrici 1211a e 1314a passano a disposizione della Brigata Granatieri. Alle ore 15.35 giunge l'ordine di operazione N. 5 il quale ordina tassativamente di avanzare risolutamente sugli obbiettivi assegnati e cioè quota 274, quota 289, quota 261 e quota 222.
Durante il fuoco di preparazione della nostra artiglieria che deve durare dalla 12 alle 12.35 le truppe nonostante l'intenso fuoco nemico, riescono a serrare a ridosso delle rovine di Selo in attesa dell'ora di iniziare l'attacco.
Alle ore 13 balzano dalla trincea ma il fuoco sempre più intenso dell'artiglieria e delle mitragliatrici nemiche produce tali perdite in morti e feriti da ridurre la forza a meno di in terzo. Ciò rende impossibile insistere nell'attacco. viene dato ordine di sostare e dopo aver richiesto una tempestiva preparazione di artiglieria alle ore 15 le prime ondate ritentano l'assalto. Anche questa volta il fuoco violentissimo dell'artiglieria e quello micidialissimo delle mitragliatrici eseguito a breve distanza, dalla linea K e dal bosco dello Stari-Lovka fermano o slancio degli assalitori.
Viene di nuovo richiesto un concentramento di fuoco sulle posizioni nemiche ed alle ore 19 con mirabile slancio i reparti della Brigata muovono all'attacco guidati dai rispettivi comandanti di reggimento.
Gli arditi del 65° Fanteria e quelli del 66° ed alcuni del reparto d'assalto di cavalleria che opera col II/66° percorrono il terreno interposto rincalzati da ondate continue. Qualche elemento del 66° riesce pure a penetrare nella trincea avversaria.
Anche questa volta però lo slancio viene arrestato per la maggior parte, dalla efficacia delle difese nemiche trovate ancora quasi intatte.
Gli ufficiali ed i soldati vengono fulminati avanti l'obiettivo quasi raggiunto, le ondate successive infrante dal tiro di sbarramento. I pochi arditi che si erano precipitati nella trincea K distrutti. Decimati i reparti dal fuoco avversario ed estenuati i superstiti per lo sforzo compiuto più volte e per la mancanza completa di acqua. Giudicato impossibile per il momento il procedere oltre. Le truppe vengono fatte sostare avanti a Selo sulla linea dell'acquedotto in attesa di riordinarsi e prepararsi ad un rinnovamento di tale attacco.

Perdite della giornata
65° Fanteria
 - Ufficiali 1 morto, 24 feriti
 - Truppe 258 morti, 488 feriti
66° Fanteria
 - Ufficiali 1 morto, 15 feriti
 - Truppe 75 morti, 263 feriti
332a Compagnia Mitragliatrici
Ufficiali 1 ferito Truppa 6 feriti
612a Compagnia
Ufficiali 2 feriti Truppa 1 morto 21 feriti

Stato atmosferico
Tempo bello, temperatura molto calda


Diario del 65° Fanteria

20 agosto, lunedì
Alle ore 5 il 1° Battaglione agli ordini della Brigata Piceno lascia le trincee di vigilanza e accorre con ammirevole slancio sulle linee occupate di rincalzo al 236° Fanteria, già nel ridotto dal tiro nemico
Non ostante l'incessante bombardamento che tutto distrugge, il 1° Battaglione in successive ondate raggiunge e sorpassa con generoso impeto le radi linee delle truppe della Brigata Piceno sulla quota 247, infrange la resistenza nemica, catturando i primi prigionieri e si spinge oltre, verso la quota 219 dapprima e passa alla quota 241, che dopo violenti e ripetuti assalti e sotto micidiale fuoco di artiglieria e di mitragliatrici, riesce a conquistare facendo circa 1300 prigionieri tra cui un Colonnello e tutto il suo Stato Maggiore.
Fra tanto eroismo una figura rifulge, una figura sacra alla gloria della nostra bandiera. Il Capitano Roncato Sig. Mario, Comandante il 1° Battaglione.
Alla testa dei suoi soldati, calmo ed intrepido, con la parola e con l'esempio trascina il suo Battaglione e impartisce ordini ed esorta e conforta i feriti mentre il nemico si accanisce contro i superstiti della sua schiera.
Egli, esultante di gioia, sulla quota 241 conquistata dal valore dei suoi uomini, corre da un posto all'altro per sistemare le difese della nuova zona, per prevenire un contrattacco che minaccia con tentativo di aggiramento alla sinistra e prezzante d'ogni pericolo dirige personalmente i lavoro per le postazioni delle mitragliatrici.
Ferito alla testa da una palletta di shrapnell, incurante del sangue che sgorga dalla sua ferita, continua la sua opera di valoroso, ma, colpito all'addome da proiettili di mitragliatrice, serenamente spirava sul campo gridando ancora ai soldati avvolti dal suo valore: Avanti!
Assumeva il comandante di battaglione il Capitano Vigentini Sig. Guido.
Le perdite sono molte.
Alle ore 7 il 2° ed il 3° Battaglione serrano alla quota 24, e sono riserve di Corpo d'Armata.
Verso le ore 13 arriva anche la 10a compagnia, il 3° Reparto Zappatori, la sezione Bettica (?) sosta nella Dolina Ruzele?, una granata nemica di grosso calibro colpisce in pieno il deposito di munizioni esistenza nella dolina stessa producendovi gravissime perdite e la morte di tre ufficiali ( tenente Bignardi; S. Tenente Abbate; Aspirante Ippolita).
A sera in seguito ad ordini dati dal Comando della Brigata Valtellina, dovendo il Reggimento (2° e 3° Battaglione) assieme al 66° Fanteria muovere il mattino del 21 verso le ore 7 all'attacco da Selo ai trinceramenti nemici della linea K ed indi dello Stari Lovka (Quota 274) entra dopo breve sosta nella Dolina Bona, su Selo e sosta nella notte all'addiaccio nelle doline Granit e Humbert.
Il nemico vive la grandi preoccupazioni [sic]. Spara continuamente con le artiglierie e con le mitragliatrici.

Perdite subite sulla giornata: Ufficiali uccisi o ritenuti tali nove, feriti otto. Truppa uccisi o ritenuti tali 85, feriti 156.

Tempo bello - caldo soffocante.


21 agosto, martedì

Mentre i 2° e 3° Battaglione sono pronti per muovere all'attacco della linea nemica k, giunge l'ordine di sospendere i movimenti.
Verso le ore 11 viene ordinato di eseguire per le ore 13 l'azione di cui ai dispositivi dati nel giorno precedente ed il reggimento (iniziato verso le ore 12.30 il movimento per l'attacco con lo schieramento prefissato e cioè il 2° Battaglione in 1a linea ed il 3° Battaglione in rincalzo) serra su Selo e si dispone per l'attacco nel tratto di terreno compresa tra le due linee immaginarie orizzontali che dalla quota 230 di Selo va alle linee nemiche e che dalla Cappella di Selo va alla trincea stessa.
Il movimento avvenuto di giorno, provoca un nuovo ferocissimo fuoco nemico.
Le artiglierie di tutti i calibri scatenavano contro le nostre truppe le loro ire.
Le mitragliatrici dello Stari Lovka falciavano inesorabilmente per impedirci la nostra avanzata.
Il colonnello alla testa dei suoi soldati perviene a Selo e dispone personalmente le truppe sulla linea e dirige l'azione.
Il reggimento all'ora stabilita con scatto simultaneo muove all'attacco dei trinceramenti nemici. Ma poiché il micidiale bombardamento ha ridotto i reparti quasi al terzo della loro forza e continua con più violenza e i reticolati nemici sono ancora intatti e il caldo è soffocante e la sete che fa soffrire terribilmente gli uomini si arresta per un momento la nostra avanzata.
Alle ore 15 il reggimento muove nuovamente all'attacco degli obiettivi prefissati.
Ma anche questa volta l'impeto della prima ondata viene fermato dopo breve tratto. Il nemico è implacabile, e il fuoco delle sue artiglierie e il tiro radente e a breve distanza delle sue mitragliatrici sono micidialissimi.
I nostri reparti resistono con ammirevole spirito di sacrifizio.
Giudicato pertanto impossibile procedere avanti senza che prima si fossero fatte tacere le artiglierie nemiche e le mitragliatrici, viene ordinato un vivo concentramento di fuoco sulle posizioni avversarie.
Però il nemico dal bombardamento furioso delle nostre artiglierie fatto dalla ore 18.30 alle ore 19, intuisce che si deve procedere a qualche seria avanzata da parte nostra e rivolge su Selo un bombardamento così spaventoso che riduce ancora di numero i già stremati reparti.
Ciò malgrado i battaglioni all'ora stabilita muovono con decisione mirabile all'attacco e tanto gli arditi quanto la 5a Compagnia del Reggimento che formano la prima ondata, percorrono tutto il terreno interposto tra le nostre posizioni e quelle nemiche.
Ma lo slancio generoso per la terza volta, purtroppo, viene arrestato ed infossato sotto i reticolati nemici non ancora distrutti dal nostro bombardamento.
Ufficiali e soldati falciati dalle mitragliatrici che in numero stragrande si nascondo insidiose tra il bosco dello Stari Lovka, restano fulminati avanti l'obiettivo quasi raggiunto e le ondate successive vengono infrante dal tiro di sbarramento, spaventoso, orribile, che polverizza argini e reparti.
Riconosciuta la impossibilità di procedere nell'avanzata viene dato ordine di sospendere l'azione e di sostare sule posizioni raggiunte fortificandosi alla meglio, in attesa di rinforzi.

Perdite subite nella giornata
Ufficiali uccisi o presunti uccisi 1, feriti 24
Truppa uccisi o presunti uccisi 258, feriti 477

Tempo bello, caldo soffocante.

Diario del 66° Fanteria

20 agosto, domenica [nota. era domenica]

Alle ore 12 il Reggimento come da ordini ricevuti si trasferisce, rimanendovi quale riserva, nei trinceramenti della linea Bari. Il comando di reggimento si stabilisce provvisoriamente alla dolina Moldau (q. 241). Alle ore 20.30 circa per effetto dell'ordine d'operazione n.1 il I e il II battaglione organico e il comando di reggimento proseguono la marcia per Selo. Il III battaglione, quale riserva di brigata, si disloca nella dolina Bono. Ai due battaglioni del reggimento è assegnato il tratto di fronte compreso fra la cappelletta a sud di Selo ed il punto in cui la rotabile Selo-Brestovizza viene attraversata da elementi di trincea nemica ed affidato il compito di attaccare le difese di q. 274 - Stari Lovka (Bosco Malo). La marcia di avvicinamento alla posizione fu eseguita sotto il tiro delle artiglierie nemiche.

Perdite feriti 4 di truppa
Tempo bello


21 agosto, lunedì [nota. era lunedì]

L'attacco alle posizioni di q. 274 si sarebbe dovuto effettuare alle ore 6 del mattino, però il notevole ritardo subito dai reparti nella marcia d'avvicinamento sopra terreno del tutto sconosciuto, lo hanno impedito - alle ore 6.30 circa i due battaglioni del Reggimento hanno raggiunto la dislocazione indicata, ossia una dolina a 200 metri a ovest di Selo nelle vicinanze della campestre Selo-Brestovizza.
Dalle prime ore del mattino il nemico, accortosi forse del movimento, spara intensamente a Shrapnels, e a granata nella dolina procurando perdite non indifferenti. Alle ora 11.45 si riceve ordine dal comando della Brigata Valtellina di iniziare l'attacco alle ore 13 precise. Dati tutti gli ordini e le disposizioni, alle ore 12.45 il 2° Battaglione incomincia il movimento d'avvicinamento a gruppi per portarsi sotto i ruderi di Selo per iniziare l'avanzata verso la q. 274. Questo primo sbalzo è contrastato fortemente da un tiro di interdizione d'artiglierie nemiche di tutti i calibri e d a due mitragliatrici puntate sul margine orientale della dolina di partenza. L'assestamento, malgrado le forti perdite, continua ugualmente, ed il battaglione riesce a disporsi in formazione di attacco ad ondate sotto i ruderi di Selo.
Da questo punto l'avanzata si rende impossibile, il nemico ha raddoppiato d'intensità il fuoco, le mitragliatrici falciano tutti i punti di obbligato passaggio. Per il complesso delle difficoltà incontrate si da ordine per mettere la truppa, per quanto è possibile, al coperto, collegandosi con il 65° Fanteria ritiratosi nei ruderi di Selo e di attendere l'imbrunire per fare un deciso attacco per la conquista degli obbiettivi prefissati.
Il fuoco delle artiglierie nemiche continua producendo perdite. Alle ore 17.30, come da disposizione del comando della brigata, si danno gli ordini al 2° Battaglione per l'attacco delle ore 19.
All'ora indicata le prime ondate scattano dalle posizioni di attese seguite dalle altre ondate delle due compagnie di testa del battaglione. L'attacco è impetuoso e desta ammirazione selle truppe che presidiano le prime linee, granatieri e brigata Bari che prorompono in applausi incoraggiando al 66° Reggimento.
Le prime ondate ondate oltrepassate le nostre linee riescono, malgrado il tiro di artiglieria e mitragliatrici nemiche e le forti perdite ad irrompere nella prima trincea nemica della linea K.
La trincea conquistata viene sconvolta dall'artiglieria nemica, le perdite sono rilevanti in uomini e materiale bellico. L'ulteriore avanzata si presenta in questo momento impossibile, dato che la seconda trincea della linea K è ancora in piena efficienza e che le mitragliatrici nemiche postate subito a tergo di essa falciano con efficacia i nostri assalitori.
occorre di nuovo l'intervento della nostra artiglieria per abbattere ogni ostacolo perché i mezzi di distruzione portati con le prime ondate sono ormai perduti e sotterrati nelle macerie. Per sgomberare il campo di tiro alla nuova azione richiesta di artiglieria, si fanno ritirare le truppe sulla nostra prima linea per procedere poi nella notte all'attacco.
In seguito ad ordine del comando brigata il 2° battaglione viene ancora ritirato sulla linea così detta dell'acquedotto.
Il movimento di ritirata viene eseguito a gruppi in perfetto ordine e dopo aver sgomberato la trincea occupata, dai nostri feriti, non si poterono invece trasportare nelle nostre linee tutti i cadaveri. Anche il materiale bellico travolto e sotterrato si poté quasi tutto ricuperare.
Vengono ripartite tutte le disposizioni per passare la notte, per il riordinamento dei reparti e tassativi ordini riguardanti un eventuale attacco da parte del nemico. Ufficiali e truppa in questa prima giornata di combattimento tennero un contegno veramente ammirevole. L'attacco fu eseguito con slancio e valore e non si poterono conquistare gli obbiettivi prefissati solo per la gravi difficoltà incontrate durante l'avanzata in ore non certo le più opportune. L'attacco avrebbe avuto maggiore probabilità di riuscita se fosse stato fatto all'albeggiare o all'imbrunire.

Perdite.
Ufficiali uccisi 1. Aspirante Altigieri Anchise
Feriti 15. Maggiore Ciatto Spartaco, Capitano Bravo Giuseppe, Capitano Onfiani Davide, Capitano Meschia Paolo, Tenente Vignolo Rocco, Tenente Graniti Giovanni, S.Tenente Cappellazzo Francesco, S.Tenente Caise Giovanni, S.Tenente Menozzi Roberto, S.Tenente Goggio Alberto, S. Tenete Monti Arturo, Aspirante Sadoni Giulio, Aspirante Favurzi Vito, Aspirante Forgione Vincenzo, Aspirante D'Ercole Ercole.

Truppa.
Uccisi 75
Feriti 263
Dispersi 3.


Nota:  Nell'attacco svolto  giorno 21 con i reparti della Brigata Valtellina fu impiegato anche un reparto di "Assalto di cavalleria" composto da uomini dei Reggimenti Cavalleggeri Udine - Caserta e Umberto I°.
Il soldato CERINO-BADONE Eugenio  alla fine della giornata del 21 Agosto 1917 risulterà disperso, molto probabile che il suo corpo sia rimasto tra le due linee e mai recuperato, oppure sia stato dilaniato da qualche granata da renderlo irriconoscibile. Potrebbe ora riposare nel Sacrario di Redipuglia tra i caduti ignoti 
Di quella giornata ne parlò anche Fritz Weber  nel suo libro "Tappe della Disfatta":
"Il 21 agosto gl'italiani riescono, dopo un rabbioso bombardamento e con l'impiego di imponenti forze, a penetrare nelle nostre linee presso Selo. Non vanno però molto lontano, poiché dietro a Selo si eleva la Stari Lovka, che noi abbiamo trasformato in una fortezza di prim'ordine". p. 120
"Getto uno sguardo fuori dalla trincea. Gl'italiani vengono. Sono già vicinissimi e in molti. Corrono, nonostante il pendio sia assai erto. Alla prima ondata, altre ne seguono. Un tremendo fuoco di fucileria li accoglie. Una mitragliatrice entra in azione, una seconda, una terza. Essi hanno già delle perdite, lasciando dietro una fila di punti neri, inanimati, avanzano sempre.
Ma ecco che una nube nera si alza in mezzo alla massa degli attaccanti. I mortai che sono in posizione dietro l'Hermada lavorano. Nell'immenso cratere scavato nell'esplosione sono distesi cadaveri a decine. Chi si trova nelle vicinanze ed è rimasto incolume, si ferma incerto, si butta a bocconi. A sinistra e a destra del punto ove è avvenuta l'esplosione, l'avanzata, tuttavia, continua.
Il fuoco di sbarramento, al quale prendono parte tutti i calibri, distende una cortina di morte tra gli attaccanti e le loro posizioni. Trattenuti dagli ultimi resti di reticolato, impigliati in essi, gl'italiani vengono raggiunti dalle prime bombe a mano.
Per un minuto tutto gira e si confonde, davanti agli occhi doloranti, come pellicole cinematografiche stampate l'una sull'altra: quadri, quadri... uomini in posizioni grottesche che si insinuano tra i reticolati, piccole nuvole di fumo tra essi, gambe stroncate, moncherini che si agitano, cadute fulminee. Un italiano ha lasciato cadere il fucile a terra e , con le mani davanti al viso, continua a procedere barcollando; al collo gli penzola la maschera antigas e una striscia di sangue gli riga le maniche e il petto. Cade a un tratto su un groviglio di filo di ferro spinato e le sue mani tastano il terreno. La faccia, ora scoperta, è ridotta a un'informe massa sanguinante".


 Mappa della R.U Austriaca con indicati i reparti Italiani e Austriaci alla vigilia della XI^ Battaglia dell'Isonzo:


 Il XXIII K.u.K. con la 12^ Divisione nel Settore di Selo:




Mappe con indicate le pozioni di partenza per l'attacco del 21 Agosto 1917 della Brigata Valtellina:



 Mappa con Selo e Doline nominate nel Diario Storico della Brigata Valtellina :
 Veduta ad Est di Selo verso la linea "k" :

Quota 274 dello Stari Lovka vista da est di Selo:



L'abitato di Selo visto dalla quota 208 a Est di Medeazza:


Per questo post e il materiale fornito ringrazio Giovanni Cerino Badone nipote del Soldato Eugenio Cerino-Badone

sabato 6 luglio 2019

Aiutante di Battaglia SECCO Pietro




77° Fanteria Brigata Toscana

Nato a  Buenos Aires (Argentina) il 20 Giugno 1892
Morto a Moriago (TV) il 27 Ottobre 1918
Sepolto al Sacrario del Montello


Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


Nell'assalire arditamente con la sua pattuglia la linea nemica (una postazione nemica) cadeva ferito, ma per non esporre ad altre perdite i compagni accorrenti a raccoglierlo, si proponeva, soffocando ogni  lamento e frenando ogni moto, di farsi ritenere ucciso, finchè all'alba , riusciva da solo, trascinandosi carponi a raggiungere le posizioni nostre estenuato ma fiero, e ancora riluttante a farsi condurre in luogo di cura.
Monfalcone, 6 - 7 Maggio 1917

Note Storiche:

Ho voluto dedicare il post al Sergente Maggiore Secco, anche se non è caduto sul Carso, ma come vedremo di seguito, merita di essere raccontato la storia che lo vide protagonista a Monfalcone nel Maggio del 1917, dove si trovava con il suo Reggimento.
La Brigata Toscana dopo aver  preso parte alla conquista del Sabotino nella VI^ battaglia dell'Isonzo la vide protagonista nel VIII^ e IX^ battaglia nel settore Pecinka- Veliki Hribach dove quest'ultimo verrà conquistato dalla stessa il 1° Novembre 1916 per poi arrivare fino alla conquista del Fajti quota 432 il giorno successivo.
Dopo essere stata a riposo ritorna al nuovamente in linea sempre con la III^ Armata nel settore di Monfalcone a inizio 1917
Nella notte tra il 6 e il 7 Maggio 1917 il 77° reggimento era così schierato:
III° battaglione nella sottosezione di Q. 18, I° battaglione nella sottosezione Adria e in quella a mare , il II° battaglione, in riserva della sezione sud, fra la ferrovia e casa delle vedette-Mandria.
Una pattuglia dell'11^ compagnia durante la notte, al comando del sottotenente signor Sciortino, uscita alle ore 22 da  S.Antonio col compito di percorrere la strada di Trieste fino al reticolato detto neutro, percorrerlo verso sud, varcarlo e tendere agguati al nemico, dopo aver perlustrato il terreno interposto fra la strada di Trieste e il fronte di S.Antonio - Q. 12 - Q. 18, pervenuta a pochi passi dal reticolato di cui sopra, viene improvvisamente  bersagliata da nutrita scarica di fucileria e bombe a mano : ne rimangono feriti il Comandante la pattuglia e il Sergente Maggiore Secco Pietro, subito slanciatosi verso l'avversario delineandoli un agguato dietro a un riparo oltre il reticolato. L'inatteso intenso fuoco nemico, la minaccia d'accerchiamento da parte delle forze austriache di molto superiori alle nostre, obbligano la pattuglia a ripiegare: rimane, ferito in prossimità del reticolato e dell'avversario il Sergente Maggiore Secco, che per  lanciato innanzi alla pattuglia, non può da questa essere raggiunto e raccolto per la violenta azione di fuoco avversaria.
In attesa che un plotone della compagnia raggiunga il posto di combattimento, vi accorre guidato dallo stesso Sottotenente Sciortino, il Tenente  Ugolini, Comandante la Compagnia, con altri cinque animosi, al fine di impedire che nel frattempo il nemico s'impossessi del Secco.
Tale audace drappello, appostatosi a venti metri dal reticolato neutro, spara contro i nemici che tentano di raggiungere lo stesso reticolato; il plotone comandato dal Sottotenente Quaranta, nella palude a nord della strada di Trieste , ripetutamente tenta di avvicinarsi al Secco per raccoglierlo e sottrarlo alla minaccia austriaca, ma il reciproco violento fuoco impedisce ai nostri di avvicinarsi in posizione dominante di accostarsi al Secco, il quale non potendo retrocedere e non volendo esporre i camerati a sicura morte, dopo aver gridato che moriva, più non rivela ne con lamenti ne con voci, ne con segni la sua presenza.. Durante l'intermittente e intenso fuoco, rimangono feriti il Sottotenente Quaranta, che non si reca al posto di medicazione nemmeno in seguito all'ordine del proprio Comandante di Compagnia, e i soldati Perrini, Tedeschi e Pessina ( vedi nota sotto 1 ) che muore prima di raggiungere la nostra linea. Rientrati i feriti alle posizioni nostre m ritenuto il Secco morto, ricevuto il Comandante di Battaglione ordine tassativo di desistere, il plotone seguito dal Comandante di Compagnia con l'audace drappello, fa ritorno a S. Antonio verso le ore 3 .
All'alba, carponi, fiero e sereno, benché estenuato dal copioso sangue versato da due ferite, Il Secco si trascina alla trincea di Q. 18, ove, riluttante alle ansiose premure dei superiori e dei camerati, riceve le prime medicazioni e esprime la volontà di non essere inviato ai luoghi di cura.
Complessivamente le perdite subite in questo fatto d'armi sono le seguenti:
Sottotenenti Sciorino Salvatore; Quaranta Terzo (curato al corpo) e tre militari di truppa feriti, un militare di truppa morto.
Nella stessa notte sono uscite anche le seguenti pattuglie: due della 2^ e 3 ^ Compagnia comandate rispettivamente dall'Aspirante Costa e dall'Aspirante Spagnolo, di perlustrazione nella palude del Lisert, come nelle notti precedenti, due pattuglie della 1^ Compagnia, comandate dagli Aiutanti di Battaglia Arabeschi e Ruffino, di perlustrazione dalla palude al mare.


(Nota 1: Soldato PESSINA Riccardo nato a Milano il 28 Dicembre 1895)


Il Sergente Maggiore Secco, nacque a Buenos Aires (Argentina), operaio di professione, alto 1,66 fu  inscritto nel Comune di Seren (Feltre), nel marzo 1912  fu richiamato alla leva dove nel mese di Luglio fu ammesso al corso accelerato di Allievi Caporali. Nell'Ottobre di tale anno divenne Caporale nel 77° Fanteria e  promosso nel marzo del 1913 con il grado di Caporale Maggiore.
Allo scoppio della guerra rimase sempre nel 77° Fanteria Brigata Toscana, dove nel giugno 1915 fu promosso a Sergente e poi A Sergente Maggiore nel giugno dell'anno successivo.
Rimase sempre nello stesso reparto fino al Gennaio 1918 dove passò al II° Reparto D'Assalto, nel Febbraio fu promosso Aiutante di Battaglia,
Fu ferito ben tre volte la prima nell'azione sopra descritta dove riportò ferita al canale completo della regione scapolare sinistra e altra ferita  alla regione ascellare prodotte da scheggia di bomba.
La seconda da pallottola nemica alla gamba destra ed altra schegge al sopracciglio destro nel combattimento del 28 gennaio 1918 sul Monte Valbella.
Infine riportò ferita da scheggia di petardo all'occhio destro durante l'esercitazione al campo del poligono il 28 Aprile 1918
Morì a Moriago con il XXII° Reparto d'Assalto (ex II°) il 27 Ottobre 1918, dove ottene la sua seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare.


Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


Aiutante di Battaglia, 22° Reparto d'Assalto. Comandante d'un plotone primo tra i suoi uomini, metteva piede sulla sponda sinistra del Piave. Circondato da un reparto nemico, superiore di numero, opponeva tenacissima resistenza, riuscendo dopo feroce mischia a liberarsi. Colpito a morte, mentre correva all'assalto, continuava ad incitare i suoi soldati, finché spirava al grido di : "Viva l'Italia!"
Moriago 26-27 Ottobre 1918


Mappa con indicate li linee occupate dal 77° Fanteria nel corso dell'azione sopracitata:


La quota 18 o quel che ne rimane ai giorni attuali, purtroppo la zona è stata completamente modificata alla fine degli anni 60 per costruzioni industriali:



Ringrazio infinitamente dell'aiuto ricevuto per la realizzazione di questo post: Roberto Roseano, amministratore della pagina Arditi del XXII Reparto d'Assalto, e  Silvia Musi.