In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

sabato 24 febbraio 2018

Caporale COLOGNATO Emilio Irredento Trentino





1° Reggimento Granatieri di Sardegna

Nato a Rovereto il 12 Maggio 1895
Morto sul Monte San Michele il 10 Agosto 1916
Sepolto a -------




Note Storiche:

I Granatieri di Sardegna con i suoi Reggimenti I° e II° dopo le vicende del Monte Cengio che li videro protagonisti in Trentino nella battaglia della Strafexpedition Maggio-Giugno 1916. In Agosto si trovano a disposizione dell'XI° Corpo d'Armata per affrontare quella che sarà la VI^ battaglia dell'Isonzo e vedrà la caduta di Gorizia e di conseguenza lo spostamento del fronte Carsico oltre il Vallone di Gorizia. Ma in data 10 Agosto le truppe dei Granatieri si trovavano ancora sulle cime del Monte San Michele,precisamente il giorno 9 dopo un' intensa preparazione di fuoco d' artiglieria il I° Granatieri occupava la 3° linea Austriaca verso le ore 12. Collegato a destra con la 5^ compagnia del II° Granatieri e a sinistra col 142° Fanteria.
Nella notte tra il 9 e 10 Agosto vide un notevole bombardamento intermittente da ambo le parti.
Verso le ore 14 le truppe in trincea ricevono l'ordine di avanzare fino alla linea Cotici -Crnci.
L'avanzata avviene in modo perfetto sotto il tiro delle artiglierie avversarie che battono le nostre truppe a granate e shrapnels da 105 e calibri minori.
Alle ore 18.30 l'avanzata è ormai compiuta e l'artiglieria avversaria ha quasi cessato il tiro e  il fuoco di fucileria è scarso.
Da Cotici l'avanzata prosegue per raggiungere se possibile nella nottata la linea Vipacco-Nad Logem quota 187 (Bivio). Alla Brigata è assegnata la fronte "culmine dell'altura Nad Logem a Nord - quota 187 a sud" ampiezza nella fronte circa un chilometro.
Prima però di passare il Vallone, la Brigata deve raggiungere la fronte: "incontro della strada Doberdò con quella di 4^ classe proveniente da Cava di Pietre a Nord e Brestovec a Sud". A partire dalle ore 20 la Brigata passa a far parte della 23^ Divisione. 
Alle 22 si inizia l'avanzata da Cotici con il IV° Battaglione in testa seguito dal I°.
Il Comando di Reggimento segue l'avanzata col battaglione di testa. La Bandiera viene portata nel ricovero già occupato dal Comando nel valloncello di Cima 3.
L'artiglieria avversaria dopo le ore 20 ha quasi cessato completamente il tiro.
Le perdite della giornata per il I° Granatieri furono:  1 ufficiale Ucciso e 3 feriti; mentre per la truppa si ebbero 12 uccisi (tra i quali il Caporale COLOGNATO), 47 feriti e 24 dispersi.



Cippo del Volontario Irrendento Trentino Caporale COLOGNATO Emilio, sul Monte San Michele.




Mappa con indicate le dislocazioni dei reaparti dell'XI° C.A. il 10 Agosto 1916, in azzurro i Granatieri di Sardegna (Mappa di Mitja Juren)








domenica 18 febbraio 2018

S.Tenente DI MODICA Gaetano



147° Fanteria Brigata Caltanissetta

Nato a  Vittoria (SR) il 1 Dicembre 1885
Morto a Mariano presso Osp.da Campo 031 per ferite da combattimento il 6 Novembre 1915
Sepolto al Sacrario di Redipuglia 7° Gradone - Loculo 13212

Note Storiche:
la III^ battaglia dell'Isonzo sta volgendo al termine anche se la trequa durerà solo pochi giorni lasciando poi il posto alla IV^ che comincerà il 10 Novembre 1915.
Nel corso di questa battaglia  il 147° fanteria era dislocato nella zona di Bosco Lancia dove operò numerosi assalti verso le linee Austriache  prima di essere sostituito e mandata a riposo nella sera tarda del 2 Novembre a Versa.
In questi ultimi giorni di questa battaglia cominciata il 18 Ottobre vedrà la fine della sua vita il S.tenenente Di Modica. Lascio ora la voce del bellissimo scritto dell'amico Fabrizio Corso che assieme a Vincenzo Grienti hanno riportato nel loro libro "Un Isola in Trincea":
"All'età di 21 anni, mentre era uno studente universitario, venne dichiarato abile alla leva dopo essere stato mandato rivedibile l'anno precedente per insufficienza toracica e il 23 ,'ettembre 1906 venne ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali di complemento. Il corso iniziò il primo febbraio del-l'anno successivo e Gaetano lo frequentò presso 24° Reggimento fanteria a Palermo e poi presso 1'84° fanteria a Catania, venendo infine nominato sottotenente di complemento il 12 gennaio 1908. Rimasto un ufficiale di complemento, sette anni dopo il sottotenente Di Modica venne richiamato alle armi e assegnato ai 147° Reggimento fanteria dove incontrò il suo concittadino Gaetano Alessandrello e con cui, probabilmente, strinse un forte legame di amicizia per via della provenienza comune. Ma se la cittadina di Vittoria accomunò i due nella loro venuta al mondo, un altro piccolo borgo a mille chilometri di distanza in linea d'aria li accomunò nella loro drammatica dipartita. Si tratta del paese di Mariano del Friuli, oggi in provincia di Gorizia. Situato nella pianura friulana ad una dozzina di chilometri a ovest di Gorizia, tra il fiume Torre e l'Isonzo, Mariano prima della guerra faceva parte dell'impero d'Austria-Ungheria. Il paese venne occupato dagli italiani durante le operazioni iniziali e successivamente il Regio Esercito vi installò uno degli ospedali da campo che dovevano fornire i primi soccorsi agli innumerevoli feriti delle battaglie carsiche. Si trattava dell'ospedale da 100 letti n. 031che si insediò presso i locali delle scuole epresso la villa dei baroni Baselli, alla periferia nord dell'abitato. Soprattutto durante le terribili battaglie dell'Isonzo il per-sonale sanitario del suddetto ospedale lavorò continuamente, giorno e notte, in mezzo al sangue, ai lamenti e alle urla delle centinaia di, m feriti che arrivavano continuamente  dalla linea del fronte. I medici, e le crocerossine cercarono di curare nel miglior modo possibile l'innumerevole gamma di ferite che tali battaglie producevano e che andavano dai lievi traumi all'asportazione violenta di intere parti del corpo. Purtroppo, però, nonostante gli sforzi, in questo come in tutti gli altri ospedali da campo sparsi per la pianura friulana e per il resto del fronte, il tasso di mortalità fu molto alto e ciò fu dovuto alle scarse conoscenze medico-chirurgiche dell'epoca ed alle disastrose condizioni igienico-sanitarie in cui arrivavano i feriti e in cui si eseguivano gli interventi operatori. Gli antibiotici erano ancora sconosciuti e le principali cause di morte fu-rono le infezioni, la gangrena gassosa, il tetano, le emorragie". A confortare e ad assistere spiritualmente i feriti ricoverati allo 031 c'era anche Don Giovanni Battista Chiosso, un cappellano militare trentacinquenne, ligure della Vai Trebbia". A lui toccava anche il pietoso compito di far dare una degna sepoltura ai soldati deceduti nell'ospedale e di informare l'Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare che aveva sede a Bologna. È quello che fece per esempio con il tenente Alessandrello che, come abbiamo già visto, fu gravemente ferito durante la Terza battaglia dell'Isonzo e morì il 3 novembre 1915 presso l'ospedale da campo di Mariano. Fu Don Chiosso che molto probabilmente accompagnò la salma di Alessandrello nel piccolo cimitero civile del paese in cui una sezione era stata destinata alla sepoltura dei Caduti in guerra e dove, dopo una breve cerimonia funebre, venne sepolta nella tomba n. 6, a ridosso del muro di cinta settentrionale". Come Alessandrello anche il sottotenente Gaetano Di Modica venne ferito negli ultimi infernali giorni della Terza battaglia dell'Isonzo. Durante i sanguinosi combattimenti a cui prese. parte il 147° fanteria egli venne colpito da un proiettile che gli causò una gravissima frattura esposta alla gamba sinistra. Soccorso e trasportato nelle immediate retrovie, fu medicato alla meglio per cercare innanzitutto di bloccare l'emorragia e inviato d'urgenza all'ospedale da campo 031 dove venne ricoverato nei locali della Villa Baselli. I medici fecero del loro meglio e probabilmente, come accadeva spesso all'epoca per ferite del genere, gli dovettero amputare la gamba per evitare il diffondersi della letale gangrena gassosa. Ma disgraziatamente quello che non era riuscito a fare il piombo nemico lo fecero le infezioni e le emorragie: Gaetano Di Modica si spense alle undici e un quarto del mattino del 6 novembre 1915. Non aveva ancora compiuto trent'anni. Così, dopo soli tre giorni, Don Chiosso assistette alla morte di un altro figlio di Vittoria, anch'egli un ufficiale, anch'egli del 147° fanteria. Ma le coincidenze non finirono qui. Dalla villa Baselli il cappellano accompagnò il corpo senza vita del sottotenente Di Modica attraverso tutto il paese di Mariano, fino al cimitero dall'altra parte dell'abitato. E dopo la consueta breve cerimonia funebre la bara venne seppellita nella tomba n. 7, proprio accanto a quella di Gaetano Alessandrello". A rendere poi ancora più singolare tutta questa serie di coincidenze c'è un ulteriore fatto: incrociando i dati dei documenti conservati presso l'archivio storico del Comune di Mariano del Friuli con quelli dell'Albo d'Oro dei Caduti in guerra è emerso che all'Ospedale da campo 031 lo stesso giorno in cui morì il tenente Alessandrello morirono altri due soldati, ma al cimitero, invece di essere seppelliti di fianco al tenente, furono seppelliti nella fila davanti, lasciando cosi la tomba n. 7 libera. Tre giorni dopo sarà Gaetano Di Modica a riposare in pace accanto al suo concittadino. Ognuno è libero di pensare se furono semplicemente delle coincidenze, o se fu un destino già scritto da un volere so-prannaturale a determinare i fatti sopra esposti. Noi ci limiteremo ad aggiungere che i due ufficiali vittoriesi non riposarono l'uno accanto all'altro per sempre. Come giò scritto, Gaetano Alessandrello venne esumato e riportato dalla famiglia a Vittoria. Gaetano Di Modica invece imase a Mariano del Friuli fino al 1935 quando, con una solenne cerimonia, le 248 salme dei militari ancora sepolti nel cimitero civile furono traslate verso Redipuglia dove trovarono definitiva sistemazione nei gradoni del grande Sacrario militare che sarebbe stato inaugurato nel 1938 e che contiene i resti di 39.857 Caduti noti e 60.330 Caduti ignoti della Grande Guerra. Ancora oggi i resti del sottotenente Di Mo-dica si trovano in uno dei loculi del settimo gradone e sono ricoperti con una lastra di bronzo riportante il suo nome, grado e reggimento. Inoltre, così come per Alessandrello, Vittoria lo ricorda sul proprio Monumento ai Caduti e anche alla sua memoria è stata intitolata una via della città. "


 Mappa con la situiazione delle Forze il 28 Ottobre 1915


Veduta verso Bosco Lancia in fondo la zona di Castelnuovo

 Trincea linea di resistenza Italiana 1916 zona Bosco Lancia


Dolina Bosco Lancia resti di ricoveri

-  Ringrazio per questo post l'amico Fabrizio Corso





sabato 3 febbraio 2018

S.Tenente GERACI Vincenzo



76° Fanteria Brigata Napoli

Nato a Messina il 5 Marzo 1891
Morto a Selz Quota 65 il 21 Ottobre 1915
Sepolto a ---------- 

Decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare


In commutazione della medaglia d'argento conferitagli col decreto luogotenenziale il 24 Febbraio 1916 - In un azione di avanzata generale sotto l'imperversare del fuoco d'artiglierie e fanterie avversarie, condusse con grandissimo slancio il proprio plotone alle trincee nemiche, precenedolo sempre al comando dei suoi, fulgido esempio di valore, fino a quando raggiunto il reticolato nemico, vi si gettò primo, arditamente, svellendone egli stesso, con le mani, i paletti e trovandovi, insieme con numerosi suoi soldati, morte gloriosa.       
Cave di Selz, 21 Ottobre 1915


Note Storiche:

Ci troviamo durante la III^ battaglia dell'Isonzo.  La brigata Napoli con i suoi Reggimenti 75° e 76° si trova dislocata nel settore di Selz, facendo parte come unità unitamente alla Brigate Acqui e Pinerolo della 14^ Divisione.
Il 21 Ottobre 1915 alle ore 10 dopo un intenso fuoco di artiglieria, la fanteria procederà all'attacco delle trincee nemiche. Questo era l'ordine pervenuto alla Brigata Napoli dal Comando della 14^ Divisione.  In seguito alle ferite riportate dal Generale Paolini il Comando della "Colonna Speciale" veniva assunto dal Comandante della Brigata Napoli Maggiore Generale Villanis che alla sera si reca a visitare sul fronte della "Colonna Speciale".
La situazione è la seguente:
Il 75° fanteria con il 1° e 2° battaglione fra quota 59 e quota 61 che dalla mattinata è passato a disposizione della Colonna Speciale con un plotone avanzato sotto le case di Selz, e in collegamento diretto con la 16° Divisione e sulla sinistra è collegato con quota 65. il 3° battaglione trovasi di riserva divisionale sui trinceramenti dietro la strada di S. Zanut quota 11.
il 76° Fanteria - 1° battaglione ha due compagnie a quota 65 ed una compagnia di rincalzo immediatamente dietro le trincee.. Il 2° battaglione addossato alle Cave di Selz. il 3° battaglione sul Canale Dottori di riserva.
L'azione iniziata la mattina continua contemporaneamente all'azione di tutta la 14^ Divisione, (Brigata Acqui e Pinerolo a sinistra , 3 Battaglioni Bersaglieri Ciclisti e 16^ Divisione a destra) ma l'avanzata per quanto condotta con slancio ed impeto ammirevole da parte delle truppe, non ha avuto risultato decisivo, perché le truppe erano battute insistentemente dal fuoco d'artiglieria o di fucileria nemica. dalla 14^ Divisione si riceve un ordine per fonogramma di collegare fortemente la sinistra del 75° in modo da assicurare che il nemico non possa avanzare dalla valletta di Selz, dato il fuoco nemico e le perdite subite, tentare un nuovo attacco, durante la notte vennero rifatte e rafforzate le trincee demolite e ricacciati due deboli tentativi di contrattacco pronunciatisi verso le ore 20 e le ore 24. Durante l'intera notte continuò il fuoco di fucileria nemico, Le nostre truppe resistettero sulla posizione conquistata e mediante un'avanzata metodica e lenta riuscirono a prendere contatto coi reticolati Austriaci.
Perdite della giornata:
75° Fanteria Ufficiali : N.N 
                     Truppa: morti 1, feriti 6 , dispersi 1
76° Fanteria Ufficiali : morti 1 (S.ten Geraci) , feriti 6, dispersi 1
                     Truppa: morti 19, feriti 127, dispersi 18

Il S.Ten Geraci Enzo della 1^ Compagnia 1° battaglione , fu ferito morte per un colpo d'arma da fuoco al petto alle ore 21. Fu sepolto successivamente alle Cave di Selz.



Monumento a Quota 65 di Selz dedicato ai dueUfficiali caduti il 21 Ottobre 1915  S.Tenente Geraci  e S.Tenente Guccione anche'egli Medaglia d'oro al valor militare
 


La foto fatta molto probabilmente pochi giorni prima della loro morte ritrae i due Ufficiali GuccioneGiovanni e Geraci Vincenzo, come nella foto la loro sorte li vedrà uniti nello stesso giorno della loro morte avvenuta il 21 Ottobre 1915

Ringrazio per la concessione della foto www.gelabeniculturali.it a cura di Nuccio Mulè.



Trincea Austriaca a Quota 65 




 Trincea Italiana a est di Quota 65



Veduta da quota 61 verso la quota 65 di Selz,vicino  gli alberi che si vedono sulla quota si trova  il monumento ai due Ufficiali del 76° fanteria



 Veduta da Quota 65 verso il Valloncello di Selz


Mappa dell'Ottobre 1915, viene indicata la "Colonna Paolini"

Ringrazio Federica Delunardo per l'atto di morte di Geraci Enzo