Ho voluto dedicare questo post al Tenente BUCCO per
onorare i molti alpini che combatterono sul Carso, impiegati nella
batterie da montagna, oppure come nel caso del Tenente BUCCO nelle
compagnie Mitraglieri, che verso la fine del 1916 si cominciò la formazione
di queste compagnie che successivamente venivano assegnate alle varie
Divisioni, Brigate, Reggimenti e Battaglioni. La 742^ del Tenente BUCCO fu
formata nel mese di Aprile 1917 ed era formata da alpini provenienti da vari
battaglioni. Nel mese di Maggio la compagnia fu assegnata alla 4^ Divisione ,
che operava sul Carso nel settore di Castagnevizza. La compagnia verrà impiegata
nell'10^ Offensiva , che ebbe inizio il 23 Maggio. Nel corso della quale il
Tenente BUCCO si guadagnò l'ennesima medaglia.
Ho voluto scegliere tra i tanti alpini che operarono sul fronte carsico, il
Tenente BUCCO, seppur egli cadrà mesi avanti resistentdo da solo con un suo
soldato con una mitragliatrice sul Monte Cavallo a Nimis in quel ottobre
1917, durante la ritirata di Caporetto. L'ho scelto tra i tanti perchè egli fu
un pluridecorato e una di queste medaglie se la guadagnò sul Carso con la 4 ^
Divisione che in quesi giorni era composta dalle Brigate Barletta e Bisagno, quest'ultima Brigata sarà quella dove la 742^ Compagnia
mitraglieri nel Luglio verrà assegnata e che ne farà parte fino al Marzo 1918
per poi tornare tra gli alpini del Battaglione Stelvio.
Del Tenente BUCCO Rodolfo di seguito riporto la sua biografia (autore
Massimo. Peloia):
Dopo la licenza liceale al Manzoni di Milano, conseguita nel 1913, nel 1914
il giovane Rodolfo Bucco frequentò l’Istituto Tecnico Superiore di Milano per
poi iscriversi al corso di ingegneria dell’Università di Pavia.
In quegli anni la sua famiglia risiedeva a Milano, in via Mario Pagano al
n° 71.
Venne chiamato alle armi e inviato alla Scuola Allievi Ufficiali di Modena
il 17.6.1915 in qualità di allievo ufficiale di complemento. Nominato il
17.9.1915 sottotenente degli alpini raggiunse a Tolmezzo il battaglione Val
Maira, del 2° reggimento alpini, dove ricoprì l’incarico di comandante di una
sezione mitragliatrici della 219ª compagnia. In questo periodo fu decorato due volte
di Medaglia di Bronzo al V.M.:
Ai primi di giugno del 1916 il battaglione Val Maira (compagnie 217ª, 218ª
e 219ª) venne inquadrato nel Gruppo Alpini Foza comandato dal Tenente
Colonnello Pirio Stringa, con i battaglioni Monviso, M. Argentera, Morbegno e
alla 27ª batteria da montagna. A questi reparti, trasferiti urgentemente dal
fronte carnico, fu affidato il difficile compito di opporsi all’offensiva
austro-ungarica nota come Strafexpedition, nel momento in cui si manifestò come
una grave minaccia sull’Altopiano di Asiago; anche la celebre Brigata Sassari
lasciò il Carso per congiungersi ai battaglioni alpini.
Dopo alcuni scontri iniziali avvenuti negli ultimi giorni di maggio, il
Gruppo Stringa si dispose a difesa di M. Fior e M. Castelgomberto, le vette più
alte dell’acrocoro delle Melette di Foza. Il 5 giugno l’11ª Brigata di fanteria
imperiale (27° Reggimento di fanteria e 2° Reggimento di fanteria
bosno-erzegovese) dopo un fortissimo bombardamento attaccò il fronte degli
alpini con il battaglione Morbegno sulla quota centrale di M. Fior, il M.
Argentera alla sinistra del Morbegno, il Val Maira con la 219ª compagnia (di
cui faceva parte il Sottotenente Bucco) sulla quota più bassa del Fior,
chiamata il “Torrione”, la 218ª tra il “Torrione” ed il M. Castelgomberto e la
217ª su M. Castelgomberto. A destra del Castelgomberto e fino al M. Tondarecar
si trovava il battaglione Monviso, che risultò il reparto meno provato dalla
battaglia perché in posizione più defilata durante gli scontri.
La battaglia fu molto violenta e al termine della giornata del 5 giugno nel
Battaglione Val Maira rimasero feriti il comandante Maggiore Camillo Pasquali
(che morì in seguito), il Tenente Giuseppe Brey Aiutante Maggiore del
battaglione, nella 219ª compagnia il Sottotenente Rodolfo Bucco e gli Aspiranti
Biancheri e Gallucci.
In questa occasione Rodolfo Bucco venne decorato di medaglia d’argento al
V,M.
A causa delle ferite riportate, venne destinato nell’ottobre del 1916 a
servizio presidiario presso il deposito del 2° reggimento alpini di Cuneo.
Ristabilito, tornò a maggio del 1917 in prima linea sul fronte del Carso,
come comandante di una compagnia mitragliatrici, la 742ª FIAT. Qui meritò
un'altra decorazione:
M. Bronzo tenente comp. mitragliatrici - Castagnevizza 23-24 maggio 1917
Nel mese di Luglio la sua compagnia passò alle dipendenze della Brigata
Bisagno, con la quale seguirà gli eventi successivi alla rotta di Caporetto del
24 ottobre 1917.
Il diario della 4^ Divisione (USSME), non menziona la
partecipazione della 742^ Compagnia Mitraglieri nei giorni 23 e 24 Maggio
1917, ma dalla motivazione della medaglia di Bronzo, si può risalire a
quando gli austriaci contrattaccarono le truppe italiane che operarono con vari
attacchi nel settore di Castagnevizza del Carso nel corso della decima
battaglia dell'Isonzo:
L'attacco italiano sul fronte carsico ebbe inizio alle ore 16.05 dopo ore
di bombardamento da parte dell'artiglieria italiana cominciato all'alba, i
reparti destinati all'attacco Brigate Bisagno e Barletta balzarono dalle loro
posizioni davanti a Castagnevizza . I reparti posizionati in prima linea in attesa
dell'assalto furono al mattino bersaglio del fuoco delle artiglierie imperiali,
il quale causò gravi perdite ai battaglioni della Brigata Bisagno. La Brigata
Bisagno aveva come fonte d'attacco la parte nord del paese di Castagnevizza
destinato alla Brigata Barletta. La Bisagno doveva attaccare la denominata
"Montagnola", che successivamente in onore ad un Ufficiale della
Brigata Novara caduto anch'egli all'assalto nell’agosto successivo, verrà
chiamata "Montagnola Scotti". La Brigata Bisagno incontra molte
difficoltà nel tentativo di avanzare verso gli obbiettivi prefissati, sia per
la percorribilità del terreno , e sia per il violentissimo tiro di sbarramento
nemico, che causa perdite rilevanti soprattutto al III° Battaglione del 210°
Fanteria. Mentre la Barletta riesce ad avanzare inizialmente nelle posizioni
avversarie del paese ridotto ormai in macerie di Castagnevizza. Tanto che viene
richiesto alla Brigata Bisagno di riprendere con energia l'azione contro le
posizioni della "Montagnola" per non lasciare isolati i reparti della
Barletta che sono riiusciti ad avanzare. Purtroppo i reparti di fianco alla
Brigata non riescono ad avanzare, lasciando isolate le aliquote giunte fino
all'interno del paese. Per questo motivo il Comando di Divisione invia rinforzi
in modo da evitare che le truppe della Barletta rimaste isolate si trovino in
una situazione critica con il rischio di dover perdere le posizioni conquistate.
Per questo viene inviato il battaglione di riserva divisionale (II° del 210) e
quasi sicuramente anche se non menzionata vi sarà compresa anche la 472^
Compagnia mitraglieri. Questo avviene verso la sera. Dove poi il 138° Fanteria
che vi er riuscito a penetrare nelle linee nemiche, subisce un forte
contrattacco austriaco con forse rilevanti sbucate da caverne e deve ripiegare
a scaglioni al margine occidentale del paese, il 137° anch'esso contrattaccato,
deve arrestare la sua destra sino a contatto con il 74° Fanteria, rimasto
sempre fermo sulla linea dell'acquedotto ad ovest di quota 251. Quasi
sicuramente stando ai fatti narrati, la compagnia mitraglieri del Tenente BUCCO
è stata impiegata in questa occasione.
Sull'Albo d'oro caduti il Tenente BUCCO che dopo
la sua morte avvenuta nella giornata del 27 Ottobre 1917 verrà sepolto
inizialmente nel cimitero di Subit. Il 4 Novembre 1921 per volontà dei genitori
verrà traslato nel cimitero di Attimis (fonte dal libro "La Caduta del
Monte Maggiore di Andrea Vazzaz)
Sull'Albo d'Oro caduti il Tenente BUCCO risulta
apparetnere ancora al 2° Reggimento alpini e come luogo di morte riporta
erroneamente la dicitura "caduto in Val Padola" .