In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

domenica 24 settembre 2017

Tenente FLORIO Umberto



1° Reggimento Genio


Nato a Bioglio (Biella) il 7 Settembre 1916
Morto a Romans presso il 76° Osp. da campo il 1 Luglio 1916 causa Gas Asfissianti
Sepolto al Sacrario di Redipuglia, Gradone 8°, Loculo 15560



Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare 

 
Attese per vari giorni, in difficili condizioni, a lavori di mina in una zona ove il nemico aveva effettuato degli analoghi, ed avendo l'avversario sconvolto un tratto delle nostre trincee mercè una potente contromina, diresse sotto il fuoco il lavoro di ricongiungimento di un tratto di linea di osservazione. Di poi, durante un violento attacco nemico, si armò, di un fucile e con alcuni soldati di fanteria cooperò apportunamente a respingere l'avversario.
San Martino del Carso, 8-15 Maggio 1916



Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 

 
 Durante un violento improvviso attacco nemico e sotto intenso fuoco di fucileria e lancio di bombe seguito ad un intenso bombardamento, riuniva e riordinava rapidamente un gruppo di soldati dispersi, e afferrato un fucile, cooperava a respingere l'avversario, dando prova di mirabile energia e coraggio.
San Martino, 14-15 Marzo 1916



Note Storiche:

Umberto Florio uscito a 18 anni dall'Accademia Militare di Torino con il grado di Sottotenentedel Genio fu inviato nel settore del Col di Lana, nel Marzo del 1916 fu inviato nel settore Carsico di San Martino.
Prese parte alla V^ battaglia dell'Isonzo dove fu conferito di medaglia che nel 1917 divenne d'argento, mentre nel Maggio dello stesso anno, durante operazioni di mine che si svolesero nel settore di San Martino del Carso, ottenne anche la medaglia di Bronzo.
Riguardo alle operazioni di mine che prese parte, vediamo qualche nota in merito tratta dal libro "LA GUERRA DI MINE di Basilio Di Martino Rossato Editore:

- Così pure i lavori di approccio per l'attacco metodico. Alcune gallerie arrivarono sotto linea nemica e questo permise di iniziare a preparare i primi fornelli di mina mentre cominciavano a prendere forma le parallele d'assalto, ma furono gli austro-ungarici a colpire per primi. Già in febbraio i comandi italiani erano a conoscenza del fatto che l'avversario aveva a sua volta iniziato lo scavo di gallerie e c'era anche il sospetto che in qualche punto i suoi lavori fossero ad uno stadio più avanzato. Questi timori, alimentati da incessante attività di rafforzamento delle posizioni, trovarono conferma alle 3,30 1'8 maggio, quando nel settore di destra dell'XI Corpo d'Armata, e quindi sul fronte della 21a Divisione, l'esplosione di una potente mina in corrispondenza del cosiddetto-"Elemento Quadrangolare", davanti alla sella di San Martino, provocò il crollo della galleria n.1 e distrusse un tratto della trincea avanzata di osservazione. Le perdite, peraltro non precisate nel resoconto proposto dal diario storico dell'XI Corpo Armata, furono sensibili, anche perché l'avversario investì la zona dell'esplosione n un violento fuoco di mitragliatrici dalle posizioni di Cima 4 e l'artiglieria batté a lungo e con insistenza la stessa zona, nonostante la pronta risposta delle batterie da campagna italiane." Per prevenire un'altra possibile iniziativa austro-ungarica, preannunciata dagli confondibili rumori avvertiti nei giorni precedenti, alle 11 venne fatta brillare una mina già predisposta alla testata della galleria n. 4, davanti al "Groviglio", nell'intento distruggere i lavori dell'avversario. Anche in questo caso lo scoppio scatenò un prolungato duello d'artiglieria con un violento scambio di colpi che si esaurì soltanto verso 14. Poco dopo il combattimento però si riaccese a causa del tentativo della fanteria austro-ungarica di occupare il cratere prodotto dall'esplosione sotterranea del primo mattino, e questa volta, oltre all'artiglieria da campagna, fu chiamata in azione anche qualche batteria d'assedio per battere le immediate retrovie austro-ungariche finché, verso le 19, sulla sella di San Martino non tornò la calma. L' indomani furono ancora gli italiani a colpire, sempre allo scopo di prevenire possbili iniziative avversarie, facendo brillare alle 8,30 due mine all'estremità delle gallerie .10 e n.11, mentre la 21' Divisione aveva l'ordine di ripristinare la situazione preesistente all'esplosione della mina dell'"Elemento Quadrangolare" prendendo il controllo del cratere, dove gli austro-ungarici avevano sistemato un posto di vedetta, ed attrezzandolo a difesa. La divisione procedeva intanto a sistemare a difesa i due piccoli imbuti creati dalle contromine fatte esplodere davanti al Ridottino, ma il conteggio delle perditete della giornata, un ufficiale ferito, 23 morti e 76 feriti tra la truppa, sottolineava come quel 10 maggio, punteggiato da continui scambi di colpi e da scontri di pattuglie, fosse stato un giorno difficile per l'XI Corpo d'Armata. Il Comando Supremo invitava intanto a mantenere la massima vigilanza e reagire in  prontezza ad eventuali iniziative avversarie sia sopra che sotto la superficie. xlicazioni in tal senso erano state date dal tenente generale Cigliana alle sue tre divisioni  già 1'8 maggio, come immediata conseguenza del brillamento della mina della otte, raccomandando di non lasciare l'iniziativa all'avversario, secondo un'interpreta-ione sbagliata del concetto di attacco metodico, e di sviluppare anzi un livello di attività tale da tenerlo in soggezione.  Quasi rispondendo a queste sollecitazioni, 1'11 Maggio la 29a Divisione propose di far esplodere due mine preparate alla testata delle allerie di q. 124 ed avuto l'assenso del comando dell'XI Corpo d'Armata le fece brillare all'alba del giorno 12. Subito dopo una compagnia avanzò nella terra di nessuno per attestarsi nell'area del cratere e sistemarla a difesa sfidando una vivace reazione  che, secondo quanto riferisce il diario storico del corpo d'armata, si concretizzò solo con il fuoco dei fucili e delle mitragliatrici ma anche con il lancio di alcuni ordigni caricati a gas. Il resto della giornata vide entrare in azione anche l'artiglieria austro-ungarica, impegnata a battere il tratto di fronte tra Cima 4 e Cappella Diruta, ma questa azione di fuoco si sarebbe esaurita prima di sera, restituendo le due linee cont poste ad una quotidianeità fatta di scambi di fucilate punteggiati dal lancio di qualche bomba per disturbare i lavori di rafforzamento dell'avversario, soprattutto là dove  come in corrispondenza dell'"Elemento Quadrangolare", le distanze erano molto brevi e la situazione confusa. Proprio nel tentativo di chiarirla una volta per tutte, impadronendosi di quella posizione, il 14 maggio gli austro-ungarici, dopo aver martellato sin dall'alba con 1'artiglieria ed i lanciabombe il fronte della 21' Divisione, e nel pomeriggio anche qui della 22a nonostante la reazione delle batterie italiane, riuscirono in serata ad occuparne la parte superiore, ancora sconvolta dall'esplosione dell'8 maggio, ed a mettere piede in un tratto della Trincea Caltanissetta. Un primo contrattacco sferrato alle due del mattino da reparti del 19° Reggimento Fanteria venne stroncato dalle bombe mano e dal fuoco d'infilata delle mitragliatrici e solo al secondo tentativo i fanti della Brigata Brescia riuscirono a riprendere il pieno controllo della "Caltanissetta", catturando una dozzina di prigionieri. L'avversario mantenne però il possesso del tratto più avanzato dell'"Elemento Quadrangolare", che in precedenza costituiva per gli italiani linea delle vedette. Inoltre le difese del settore rimasero seriamente danneggiate, mentre le perdite registrate dall'XI Corpo d'Armata furono di 5 ufficiali uccisi e 16 feriti, con 374 morti, feriti e dispersi tra la truppa. Secondo il medesimo copione, e cioè facendo precedere l'assalto delle fanterie da un bombardamento d'artiglieria di parecchie ore, nella serata del 15 maggio tentativi analoghi furono fatti, ma senza successso, contro le posizioni della 29a Divisione tra q. 124 ed il Costone Viola. Allo stesso modo falliva nelle prime ore del 16 maggio un'azione della 21' Divisione intesa a cacciare 1' avversario dall'"Elemento Quadrangolare", azione che era stata preparata llo scoppio di una mina sistemata nella galleria n. 2 e da un breve quanto violento intervento dell'artiglieria da campagna. La reazione avversaria fermò l'assalto sul nascere, lasciando la situazione invariata.
 I giorni successivi furono relativamente tranquilli.


Il Tenente Florio morirà poi nell'ospedaletto di Romans il 1 Luglio 1916 dopo esser stato colpito dai gas asfissianti il 29 Giugno , assistito nell'ultimo respiro dal fratello Guido.


Schizzo delle gallerie di mine nel settore "Elemento Quadrangolare" (USSME)





Mappa della zona interessata dalle azioni di mine nel Maggio 1916 (USSME)

 




mercoledì 6 settembre 2017

Tenente VINCENZINI Enrico




2° Reggimento Granatieri


Nato a Livorno il 26 Ottobre 1895
Morto a Selo il 6 Settembre 1917
Sepolto a Livorno nel Cimitero della Cigna o Cimitero dei Lupi

 

 

Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare 


Comandante di plotone di una compagnia in linea, sottoposta a violenza azione di artiglieria nemica, spiegando esemplare calma e serenità e sprezzo del pericolo, percorse l'intiera fronte del suo reparto per vigilare ed incorare i dipendenti, finchè colpito in pieno da granata, incontrò gloriosa morte nell'adempimento del proprio dovere.
Selo, 7 Settembre 1917



Notizie Storiche: 

Terminata  la controffensiva Austriaca del 4 Settembre 1917 nel settore di Flondar e con attacchi dimostrativi in altri settori del fronte Carsico, il II° reggimento Granatieri di Sardegna si trovava di riserva  del XXIII° C.A. a disposizione della 2^ Divisione.
Nel corso delle notte tra il 5 e 6 Settembre dopo un intenso bombardamento Austriaco perdurato per tutta la giornata del 5 la Brigata Granatieri riceve l'ordine di sostituire in linea la Brigata Siena.
il II° Granatieri prese il posto del 32° fanteria nelle trincee di I° linea del sottosettore sud il movimento cominciò alle oer 21 e terminò all'alba del giono 6 .
Avvenuto il cambio il Reggimento era così dislocato:
II° Battaglione nelle trincee a est di Selo , collegato a sinistra col 146° fanteria (54^ Divisione).
III° Battaglione nelle trincee fronte sud vesro Brestovizza a contatto con il I° Granatieri.
I° battaglione di riserva di Corpo d'Armata nelle doline Burger e adiacenti.
A disposizione del Reggimento sono le compagnie mitragliatrici 104^ e 124^ di Brigata la 584^ (I° Granatieri) e 144^ di Divisione ,tutte in linea.
Prese il comando del III° battaglione il Capitano Cassabassa
Il diario di reggimento di questa giornata si chiude qui, non menziona nessun  fatto di rilievo.
le perdite del gionro furono Ufficiali morti 1 (Tenente Vincenzini), Truppa morti 5  e feriti 22,.



Come ad altri Granatieri caduti nella zona di Selo, fu dato il nome di una dolina anche al Tenente Vicenzini per gli Austriaci "Neue Doline" . Nella mappa qui sotto viene indicato il punto della dolina:



 Mappa con indicata la zona di Selo



 Veduta su Selo da Quota 146 Bis



Tomba del Tenente Vincenzini nel Cimitero della Cigna o Cimitero dei Lupi di Livorno





Per le foto della tomba e per l'indicazione del luogo di sepoltura del Tenente Vincenzini ringrazio Andrea ed Emilio Guizzardi,  ANGS sez. di Modena. 
 
 


 
La tomba del Tenente Vicenzini dopo la recente opera di restauro che è stata portata a termine dai soci ANGS del CRT TOSCANA Ten. Gra. Silvio Belatti e Granatiere Amico Cap. magg. Diego Vitale.
 
per le foto ringrazio Diego Vitale