In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

martedì 17 marzo 2020

Soldato AMBROSINI Carlo





1° Reggimento Granatieri di Sardegna

Nato a Scaldasole (PV) il 11 Maggio 1895
Morto a Quota 61 Monfalcone il 9 Giugno 1915
Sepolto a ------- 



Note Storiche:

Il 1° Reggimento Granatieri inquadrato con il suo reggimento gemello e con la Brigata Messina alla 13^ Divisione, il giorno 8 Giugno 1915 vide i suoi reparti avvicinarsi nel settore nord di Monfalcone precisamente verso S. Polo, mentre ai fanti della Messina era riservato il compito di occupare l'abitato di Monfalcone e di proseguire verso le alture adiacenti.
La Divisione inizia alle ore 16 la marcia  di avvicinamento protetta dal fuoco delle artiglierie campali. Le 4 colonne si impegnarono col nemico sistemato a difesa sulla riva sinistra del canale. Fu necessario l'intervemdo dell'artiglieria da campagna nelle vicinanze immediate del canale per poter vincere la resistenza delnemico che fino alle 24 impedì di gettare passerelle sul canale.
Nelle prime ore del giorno 9 si riesce a passare il canale sui ponti non completamente distrutti e in passerelle costruite nella notte dopodichè la Brigata Granatieri procedette verso la quota 61 e quella Messina verso la Rocca  e q. 121. L'azione delle due Brigate fu contrastata dal fuoco di artiglierie nemiche di medio e di piccolo calibro che ebbero effetto specialmente sulla Brigata Granatieri. L'attacco proseguì lentamente appoggiato dall'azione dell'artiglieria che ad eccezzione degli obici pesanti campali alle ore 6 dovette sospendere il fuoco per non daneggiare le fanterie ormai prossime alla dordale di q. 61 e 121. alle ore 8 la Brigata Messina occupava la Rocca e la Brigata Granatieri la zona fra q. 61 e la regione a Sud di Selz. La Brigata Granatieri si trovò esposta a violento fuoco di artiglierie di emdio calibro e davanti ad un terreno di attacco innondato e sparso di reticolati e trincee.
Davanti a così gravi ostacoli il Comando della Divisione ritenne opportuno di arrestare l'attacco della Brigata Granatieri, di arretrare la fronte e di spostarla verso destra per sottrarla alla violenta ed efficace azione dell'artiglieria nemica. Il 3° battaglione Ciclisti rimane in Ronchi a guardia della provenienezada Vermegliano. 
Una descrizione ben dettaliata di quel giorno ce l'ha offre il diario storico del 1° Reggimento Granatieri:
Il giorno 8 Giugno 1915 il 2° battaglione del Reggimento giunto vicino al canale nei pressi di S.Polo, per  stabilire il punto che si presti al passaggio  e le relative modalità il Comandante del Reggimento eseguisce una ricognizione, unitamente al Comandante il 2° Battaglione, al Capitano del Genio ed al Comandante le batterie someggiate e sceglie, pel gettamento di una passarella, una località a 50 metri circa a valle del ponte della ferrovia, fatto saltare dagli austriaci, località ove il canale presenta la sua minore larghezza. (circa 10 metri) e la sponda sinistra ricoperta da alte pinate permette l'avanzata al coperto dela vista nemica.
La compagnia del Genio ha materiale sufficiente a costruire il ponte di soli circa 7 metri, mentre la larghezza del canale anche nel punto più ridotto,m non è certamente inferiore ai dieci metri, e quindi è necessario ricorerre a ripieghi servendosi di barili e tavole requisite, si abbattono anche con non poca difficoltà , due pali telegrafici di altezza sufficiente per permettere la costruzione di fronte al punto ove si vuole gettare il ponte sul canale affine occorendo ed in unione ad una sezione mitragliatrice, di concorrere a rimuovere la resistenza nemica.
9 Giugno 1915:
Continuazione del'operazione del giorno precedente. Per proteggere il gettamento del ponte da parte del Genio il Comandante del Reggimento dispone perchè alcuni uomini arditi al comando di un Ufficiale, passino il canale servendosi delle rotaio della ferrovia del ponte Cervignano-Monfalcone, rimaste quasi intatte sebbene il ponte sia stato distrutti dagli austriaci. Alle ore 2.50 il S.Ten Botta Sig. Virgilio della 6^ Compagnia (la stessa di AMBROSINI) passa sul ponte ferroviario con 4 uomini, seguito poi da tutto il plotone . Non disturbato dal nemico il Genio può costruire la passarella e tutto il battaglione con una sezione della batteria d'artiglieria da montagna, passa sulla sinistra del canale salendo in catena lungo le pendici dell'altura a sud di Selz. Appena le truppe si affacciano sulla somità il nemico, solidissimamente trincerato sulla linea di altura quota 45 e quota 70 - Monte Cosich e Monte Debeli  - da circa 600 metri apre vivo fuoco di fucileria, al quel viene risposto dai nostri con poca intensità, non ritenendosi che , dati i trinceramenti si possa recare molto danno al nemico.
Il battaglione disposto a corona sull'altura e le pendici nord ovest e a sud est, fronteggiando il passaggio del canale al battaglione Manfredi (IV°) che subito si porta su quota 61, prolungando a destra il battaglione Anfossi (II°) e permettendo inoltre il passaggio della batteria someggiata, la quale può cos' portarsi al centro della linea fra i due battaglioni. Il battaglione Manfredi, affermatosi con 2 compagnie su quota 61, controbatte il fuoco di fucileria nemicaproveniente dal Monte Cosich e tiene un'altra compagnia in rincalzo sul rovescio della posizione colla bandiera, quale rieserva a disposizioen del Comando di reggimento. Alle ore 6.20 circa il battaglione Manfredi, in ispecie le compagnie di rincalzo, sono state fatte segno a nutrito ed aggiustatissimo fuoco d'artiglieria proveniente da tergo che, in breve tempo, infligge ingenti perdite. Mantenendo occupato con due plotoni in catena il ciglio di quota 61 e sempre in collegamento a sinistra col 2° battaglione, mentre alla destra si cerca il contatto colla Brigata Messina che da Monfalcone saliva alla Rocca, il grosso del battaglione per sottrarsi alle micidiali raffiche , si raccoglie ai piedi dell'altura addossandosi alla scarpata della ferrovia. Cessato il fuoco d'artiglieria il grosso del battaglione ritorna sulle primitive posizioni a rincalzo di due compagnie del 2° Reggimento Granatieri precedentemente richieste dal Comando del Reggimento ad inviate a risaldare i due plotoni rimasti a occupare quota 61, dato che alla nostra destra non sono sopraggiunte le truppe della Brigata Messina sulle alture della Rocca.
Avendo individuato esattamente le posizioni dlele nostre truppe, verso le ore 9, oltre l'incessante tiro frontale dell'artiglieria austriaca, si desta quello d'infilata proveniente dalla direzione di Vermegliano (pezzo di medio calibro) sino dal primo tiro efficacissimo. Sono caudti poco prima un centinaio di granatieri ed il S.Ten Marsigli, feriti i Capitani Rusconi e Melotti, ed il S.Ten Volpi, ma le truppe animate dall'esempio dei loro Ufficiali, non presentano le raffiche dell'artiglieria austriaca. Il Comandante del battaglione Maggiore Manfredi rimane col suo stato maggiore, già molto ridotto di numero presso quota 61, raccomandando la massima calma ed una tenace resistenza in attesa delle disposizioni delle superiori autorità.
Il Comandante del reggimento con l'Aiutante Maggiore in 1^ Capitano Pericoli raggiunge il commando del 4° battaglione seguito dalla Bandiera, tenuta dalla 15^ compagnia. Mentre l'Aiutante Maggiore del battaglione dalla sommità di quota 61 fornisce al Colonello indicazioni sulle antistanti posizioni nemiche  uno shrapnel cade a pochi passi da quella quota cogliendo in pieno il piccolo gruppo che sta col Maggiore Manfredi; una scheggia del proietto spezzava il femore del prode ufficiale, altri frammenti e pallette feriscono quasi tutti i militari superstiti dello stato maggiore del battaglione. Il Capitano Rusconi che, come il Capitano Melotti, benchè ferito è rimasto sul posto, assieme per ordine del Colonnello quale capitano più anziano, il Comando del 4° battaglione: la bandiera fermamente tenuta dall'alfiere S.Ten Ferrari Sig. Marcellino, è portata a sventolare sulla prima linea ed il Colonnello, additando la alle truppe, rivolge lo parole di lode e di incorraggiamento, alle quali fanno eco unanimi acclamazioni al Re, all'Italia, al Reggimento e di evviva al Colonnello. Sono le 12.30 quando, essando stata occupata la Rocca dal 1° battaglione di questo reggimento con la Brigata Messina, il Comando del reggimento riceve ordine di raccogliersi con il 2° e 4° battaglione in Monfalcone. Il Ripiegamento si effettua a scaglioni dalla sinistra, sostenuto da u n battaglione del 2° Granatieri e dalla batteria somemggiata mentre l'artiglieria austriaca non cessa di convergere i suoi tiri verso quota 61. Le perdite totali della giornata sono:
Ufficiali: Morti 3; feriti 6
Truppa : Morti 40 feriti 220 dispersi 2

Il Soldato AMBROSINO veniva colpito a morte verso le ore 10 a seguito d'arma da fuoco, fu poi sepolto a San Polo.

Maggiore Manfredi Pietro :


Tenente FERRARI Marcellino caduto ad Oslavia il 4 Novembre 1915: 



Mappa Giugno 1915 con indicato co la freccia il punto di attraversamento del canale Dottori, e con il cerchio la quota 61  

Veduta verso la quota 61


Trincee in cemento a quota 61