In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

domenica 27 gennaio 2019

Caporale DODI Demetrio





47° Fanteria Brigata Ferrara

Nato a Soragna il 22 Agosto 1895
Disperso sul Monte San Michele il 25 Gennaio 1916 


Note Storiche:

Capita molte volte, leggendo nei vari libri diaristici di combattenti, di trovare storie dedicate a qualche soldato, che gli autori riportano in quelle righe il ricordo di questi. Storie che descrivono un episodio, personaggi che si trovano frequentemente nelle vicende narrate, ma che poi purtroppo vedono sempre avere un epilogo drammatic..
Una di queste storie riguarda il Caporale DODI Demetrio lo troviamo nel struggente racconto di lui da parte del Tenente Leo Pollini, nel suo "Le Veglie al Carso" :

"Svelto, secco, nervoso, il caporale Dodi aveva un'aria così gioviale che metteva di buon umore solo 'a parlargli: rispondeva rispettoso e intelligente, con quella sua parlata emiliana aperta, piena di festività. Lo scelsi per fare il corso delle mitragliatrici a Brescia con me. Era felice: a Mestre, (primo contatto con la civiltà dopo sette mesi fitti, filati di Carso) mi chiese il permesso di prendersi anche lui una stanza con due lenzola. E perchè no, povero fan-te? Vai e sporcale ben bene  Il giorno dopo era felice, s'era ripulito e faceva già il bellimbusto. A Brescia fummo divisi: gli ufficiali seguivano un corso e un altro gli uomini di truppa. Li poi io avevo fatto venire mia moglie e la bimba.
 Quando ritornammo al reggimento, egli rimase a mia disposizione nell'attesa che arrivassero le armi, che non arrivavano mai. Ma al 25 gennaio, in una azione di puro sacrificio, io fui aggregato ad una compagnia destinata all'assalto. Uscii a mezzodì e alle due fui dato per morto, perchè non ero ancora rientrato: ero invece appollaiato sotto i reticolati, in attesa della sera per rientrare, in una posizione dove un cane di cecchino mi sfiorava il ciuffo dei capelli col tiro del suo fucile.
 Avevamo superato l'erta di un volo, ci eravamo abbattuti contro i paletti, inesorabilmente intatti: dintorno a me otto o dieci giacquero fulminati al limite del coraggio e chi non era caduto aveva dovuto rimaner là.. 
Tornare era impossibile quanto andare innanzi. Mi buttai di scatto dentro la buca di un proiettile, spiato da una feritoia a tre metri da me, che non mi dava tregua. 
Non si tornava di lì: m'ero fatta una ragione. Serenamente avevo pensato ai miei e alle mie, cose e dalla cuccia, con tanta certezza, avevo salutata la vita e l'Italia Ad un tempo, mentre le scheggie dei sassi frantumati dalle fucilate venivano a pungermi il viso e la bocca era suggellata nell'amaro sapore della terra morsa: uno dei tre compagni sporgeva e ne aveva avuta la coscia trapassata, un altro, orribilmente ferito, vaneggiava e cercava aiuto.
 E allora Dodi, buona anima fedele, che non mi ha visto più rientrare, esce in pieno giorno a cercarmi: striscia, salta un muro e resta là fui, minato. Dopo cinque ore di immobilità e di febbre, risolsi di rientrare qualunque cosa mi fosse capitata, e, Lazzaro resuscitato, con le gambe rattrapite e impigliate nel cinturone della  pistola, cominciò a camminare, cerco di correre, fatto segno, nel crepuscolo, dalle fucilate delle vedette austriache. Cammino nella scia della morte e la morte non mi prende ; ,si direbbe che non mi vuole o che l'intenso pensiero di una persona adorata stenda intorno a me un alone invulnerabile. 
Salto accanto al muretto, striscio, trovo un corpo che non si muove, dapprima credo in un altro che ritorni, lo stimolo a proseguire, non sí scuote. Mi avvicino di fianco al volto, lo ravviso, lui, Dodi e un garofano vermiglio al petto come forse nei giorni di sole della sua Emilia, quando andava in cerca di un sorriso della sua bella. 
Rientro e mi dicono che era uscito a \cercar me, mentre dintorno è una gran festa per la mia resurrezione: telefono io stesso alla brigata per correggere l'elenco dei morti e impedire l'errore di Stato Civile. 
Ma Dodi mi sta dinanzi; bisogna che va-da a ricuperarne il cadavere. Il Maggiore non; me lo permette, ma non ho potuto aver pace che a notte, quando ho veduto rientrare i due portaferiti col suo povero corpo e l'ho visto andar giù al riposo, che la sua fedeltà generosa meritava. Vorrei che i miei figliuoli erigessero nel loro cuore un piccolo altare d'amore per il piccolo caporale Demetrio Dodi, che, non potendo sopportare che il cadavere del loro babbo rimanesse insepolto al vento, incontrò stoicamente la morte per andarlo a rintracciarlo."

Così nel suo libro il Tenente Leo Pollini ha voluto ricordare il Caporale DODI;  vediamo cosa accadde quel giorno nel racconto tratto dal Diario della Brigata Ferrara (USSME):

9131
Il Comandante di Brigata (Mag. Gen ROCCA Francesco) rientra dal Comando d'Armata alle ore 3 dopo aver ricevuto dal comandante la 22^ Divisione (Mag. Gen. DABALA' Francesco) gli ordini per l'azione da svolgersi nella giornata di oggi e, successivamente comunicati dal predetto Comando  con ordine d'operazione nr. 46. Secondo tale ordine il Corpo d'Armata XI° deve coadiuvare il VI° che, attaccato ieri sulle posizioni di Oslavia, sta procedendo ad un poderoso contrattacco.
Per conseguenza, la Brigata Ferrara dovrà procedere all'attacco del costone fra Cima 4 e l'Albero Isolato ed porrà a disposizione, oltre che i due reggimenti della Brigata  e le gallerie situate sulla sinistra dell'Isonzo.
L'azione sarà preceduta da intensa preparazione da parte dall' artiglierie Divisionali, che esguiranno il tiro dalle ore 7.30 alle ore 9.30 ora alla quale il tiro verrà allungato. Alle ore 9.30 la Brigata Ferrara procederà all'attacco, due battaglioni del 20° dovranno m da Chiopris trasferirsi a Sdraussina, iniziando il passaggio del ponte di Sagrado alle ore 8. Passeranno a disposizione della Brigata Ferrara che, prima di impiegarli , dovrà prendere ordini da quello di Divisione.
Il Comando della Brigata Ferrara emana l'ordine d'operazione nr. 15 per cui. il 47° riunirà i battaglioni di 2^ e 3^ linea nel Valloncello dell'Albero Isolato. L'attacco sarà svolto da uno di questi battaglioni con due compagnie in prima linea ed una in rincalzo., l'altro battaglione costituirà la seconda linea della colonna d'attacco. Il battaglione di destra del 48°, farà avanzare la sua compagnia di terza linea nella trincea Sterio e provvederà poi ad occupare saldamente la trincea Tulella con un'intera compagnia.
La prima linea dei due reggimenti concorrerà all'azione della colonna d'attacco, con azione dimostrativa di fuoco e simulazioni d'attacco, mantenendo saldamente occupata la trincea.
Il Comandante del 48° avrà a sua disposizione, quale riserva, le 2 compagnie del II° battaglione che sono nei ricoveri di S. Valentino.
Il Maggiore Venturi del 46° assumerà il comando della difesa del costone di q. 141-170 che è affidata alle seguenti truppe: 
- I° Battaglione del 20° - la 3^ e 38^ Compagnia del Genio - la Compagnia autonoma zappatori divisionale - una compagnia del II° Battaglione del 48°.
Il Comandante il 47° comanderà personalmente la colonna d'attacco, e dovrà ottenere che le truppe avanzanti dalla testa del Valloncello, si aprano a ventaglio, dirigendosi all'obbiettivo.
Saranno in precedenza fatte abbattere le nostre trincee, corrispondenti alla direzione d'attacco e spostati i cavalli di frisia
Verso le ore 8 ha inizio il tiro d'artiglieria, ma la nebbia fittissima ne ostacola l'osservazione dei risultati.
Alle ore 9.20 il V° battaglione del 47°, che costituisce la colonna d'attacco si è disposto colla 16^ compagnia a destra e la 17^ a sinistra e la 15^ di rincalzo.
Alle ore 10.10 è sospeso il fuoco dell'artiglieria da campagna, fra l'Albero Isolato e Cima 4, sino che viene ripreso poco dopo alle ore 10.25.
Alle ore 11.10 cominciano a rientrare le pattuglie mandate avanti, per controllare, lo stato dei reticolati.
Alle ore 12.30 il reparto scudato inizia il movimento per procedere al taglio dei reticolati ma avvistato dall'avversario, deve procedere molto lentamente. 
Alle ore 12 il Comandante di Brigata, per imprimere impulso alle truppe che debbono muovere all'attacco si porta da quota 141, in prima linea, alla testata del Valloncello all'Albero Isolato ed alle ore 13.30 comunica al Comandante di Divisione che l'artiglieria ha ottenuto qualche effetto in prossimità dell'Albero Isolato ma che innanzi si è un inestricabile groviglio di reticolati.
Ha ordinato all'artiglieria di riaprire il fuoco sulla trincea da attaccare ma, per ora spera poco in un successo.
Alle ore 14 sempre il predetto Comandante comunica dalla prima linea, al Comandante della 22^ Divisione che è riuscito a far uscire due compagnie dalla nostra trincea , ma che hanno progredito poco, causa l'insistente fuoco nemico. Alle ore 15.30 il Comandante di Brigata ritorna a quota 141, ove lo raggiunge una comunicazione del Comandante il 47° secondo il quale le trincee avversarie sono validamente occupate, con i reticolati intatti. Non rietiene possibile un offensiva metodica e ben preparata da lungo e nutrito fuoco di fucileria.
Nel riferire quanto sopra alla Divisione il Sig. Comandante di Brigata , aggiunge che effettivamente, l'azione dell'artiglieria è stata ostacolata dalla nebbia e, che non crede la nostra offensiva possa avere probabilità di successo nel pomeriggio.
Chiede ordini pel proseguimento dell'azione.
Alle ore 18.25 il Comando della 22^ Divisione, approvando la proposta del Comandante  la Brigata ordina verbalmente la sospensione dell'azione e lascia facoltà a quest'ultimo di dislocare le truppe da lui dipendenti, nel modo che si ritiene più opportuno.
Perdite:
47° Fanteria Ufficiali feriti n. 2 - Truppa uccisi: 13, feriti : 45 .
48° Fanteria Ufficiali feriti n. 1 - Truppa uccisi: 1 , feriti : 6.

Tra i 13 morti subiti come perdite della giornata del 47° Fanteria c'e' il Caporale DODI Demetrio. Secondo la testimonianza del Tenente POLLINI, la salma sarebbe stata recuperata. Cosa che  invece non sembra, dato che risulterà "disperso" come lo dimostra anche il Certificato d'Irreperibilità.
Si possono ipotizzare varie teorie in merito:  da una sepoltura fatta in luogo molto approssimativa, tanto da non permettere successivamente al recupero della salma con l'identificazione della stessa, oppure che il corpo è rimasto fuori dalla trincea e non è stato  recuperato successivamente , una "bugia pietosa " in buona fede nello scritto di POLLINI.


Mappa con la dislocazione delle Divisioni dell'XI° Corpo D'Armata nel Dicembre 1915, le posizioni delle divisioni saranno le stesse anche nel 25 Gennaio 1916





Valloncello al'Albero Isolato ai giorni attuali:




 Bosco Cappuccio da Cima 4:










domenica 20 gennaio 2019

Caporale KENNEDY-LAURIE Guglielmo





3° Reggimento Bersaglieri III° Battaglione Ciclisti

Nato a  Firenze il 23 Aprile 1899
Morto a Quota 144 il 15 Settembre 1916
Sepolto al Sacrario di Redipuglia  10° Gradone Loculo 19720 







Note Storiche:

Quando pensiamo ai Ragazzi del "99" ci vengono subito in mente il Piave il Monte Grappa, luoghi e  che videro protagonisti questi ragazzi che si trovarono al fronte dopo la ritirata di Caporetto.
Invece troviamo già un ragazzo del 99, questa volta lo troviamo sul Carso e nel 1916 .
Guglielmo Laurie-Kennedy non ancora maggiorenne proveniva da famiglia nobile, di origini Scozzesi si arruolò volontario nel 3° Regg.to Bersaglieri Ciclisti il 20 Luglio 1916 dove il 31 Luglio prende i gradi di Caporale e giunge in territorio di guerra.
La sua vita come vedremo di seguito, finirà pochi mesi dopo a Quota 144 nel corso della 7^ battaglia dell'Isonzo.
La VII^ battaglia dell'Isonzo (14-18 Settembre 1916)  porterà alla conquista anche se non totalmente di quota 144, ad opera dei reparti della 16^ Divisione, In questa conquista vedrà protagonisti vari battaglioni di Bersaglieri Ciclisti.
Vediamo un sunto degli avvenimenti, descritti dal libro "Centoquarantattro e dintorni" di Paolo Gropuzzo:

Dopo un infernale fuoco di preparazione finale di nove ore , alle ore 15 del 14 Settembre, gli uomini dell 16^ divisione al comando tattico del Col. Brig. Torti della Brigata Cremona, si mossero simultaneamente dalle trincee del Debeli per "addentare" l'obbiettivo, con uno schieramento su 4 colonne, corrispondenti ad altrettanti varchi che le artiglierie dovevano aprire.
I difensori del settore appena 6 battaglioni di galiziani orientali della 60^ Brigata a.u., erano sparpagliati su di una fronte di quasi 5 chilometri sino al mare, fortemente impegnati anche più a sud dalla 14^ Divisione Italiana. Mentre l'ala destra, raggiunte le pendici meridionali, non riuscì a conquistare che un breve tratto della prima linea a.u, infrangendosi contro i reticolati intatti, le colonne centrali e di sinistra, nonostante l'asperità del terreno, il fuoco incrociato ed incessante delle artiglierie proveniente dalle quote 92, 219 e 208 sud, e soprattutto dalle mistragliatrici, espugnarono quasi completamente la trincee avversarie occidentali e di quota 100.
ne corso della sera e della notte, durante un furioso temporale accompagnato da forti raffiche di bora, vennero respinti "alla baionetta" e con le armi automatiche, numerosi contrattacchi nemici. Per sottrarsi ai bombardamenti, gli italiani furono costretti, comunque ad abbandonare la cresta sommitale.
Durante la notte, per completare la conquista della quota nella giornata successiva, le quattro colonne vennero rinforzate dal V Btg. Bers. cicl. e dal III°/22 a supporto dei Dragoni (Genova Cavalleria) al centro e dai reparti della Cremona a Nord, mentre l' VIII Btg. Bers. cicl. fu posto di rincalzo ai reparti della Brigata Lazio a sud.
Il mattino del 15, però le artiglierie e le bombarde non riuscirono ad aver ragione dei reticolati rinforzati nella notte e lo slancio delle truppe, bloccate sul lato settentrionale anche per la forte pendenza, venne mortificato dallo spietato fuoco d'appoggio delle artiglierie e delle mitragliatici che schiaffeggiavano l'altura causando, nel corso di due attacchi consecutivi, perdite importanti specialmente tra le file del  V Btg. Bers. cicl.e dei reparti della Cremona.
Nel tardo pomeriggio le ingenti perdite, la stanchezza delle truppe ormai frammischiate, con la gran parte delle mitragliatrici  fuori uso determinarono la sospensione dell'azione.
Lo S.M., del VII C.d'A., decise allora di sostenere il massimo sforzo per l'indomani rinforzando le truppe impegnate sulla q.144, con i due battaglioni residui della Br. Lazio e con il "Gruppo Bersaglieri" al comando tattico del Ten. Col. Paride Razzini, entravano in campo i "garibaldini" del III e dell' XI  Bers. cicl., recenti conquistatori dopo epica lotta di quota 85 di Monfalcone.
Questa volta si decide però per una azione a sorpresa, senza preparazione di artiglieria e con un movimento avvolgente alle ali. Dopo l'ammassamento sulle sponde orientali del lago di Doberdò e l'azione preventiva di apertura e allargamento dei varchi (con tubi di gelatina e pinze tagliafili) dei reticolati antistanti le trincee settentrionali da parte di pattuglie di volontari guastatori, si attua l'avvicinamento dele truppe a q.100. Ma gl'imperiali, resisi conto del movimento appoggiati dal fuoco dell'artiglieria proveniente dall'Hermada e da quota 208 sud, rubano il tempo ai nostri e investono q.100 nel momento in cui le nostre truppe stanno per scattere all'assalto, che vengono straordinariamente battute nel momento cruciale. Nonostante le perdite i reparti "alla baionetta" si gettano sulle linee imperiali, lo scontro è di una violenza inaudita.
Tra i primi a cadere è il Comandante del Gruppo, il Ten. Col. Paride Razzini, uscito per dare l'esempio con la prima ondata del "III" colpito da una scheggia di granata alla spina dorsale nell'attraversare una breccia tra i reticolati. Soccorso e circondato dai suoi Bersaglieri del glorioso "III ciclisti" che al passaggio della barella s'irrigidiscono sull'attenti. Perirà a Pieris il 21 successivo presso l'ospedale chirurgico mobile "Città di Milano". Alle 10 del mattino mentre a sinistra i progressi sono significativi, al centro la durissima lotta corpo a corpo continua per il possesso della cresta sommitale: gli uomini del 22° della Cremona con i Bersaglieri ciclisti e i "Dragoni" del Genova, conquistano le prime trincee a.u. catturando oltre 200 prigionieri.
Dopo cinque ore di convulsi combattimenti sotto il fuoco dell'artiglieria e delle mitragliatrici , nelle ore pomeridiane i Bersaglieri, con il concorso del V Btg. del Genova e dei reparti della Cremona conquistano tutte le trincee austriache di sommità, inclusa quella denominata "ferro di Cavallo" ove catturano prigionieri e trovano numerosi cadaveri - e quelle sulle pendici settentrionali di q. 144 comprese le difese di seconda linea.
Tra le file del "III" cade anche un ragazzo del "99" ante litteram: il Caporale Guglielmo Kennedy Laurie, un biondino dagli occhi azzurri, come si apprende dal suo foglio matricolare, che si era arruolato volontario entusiasta a Firenze appena diciassettenne, nel Luglio precedente.  Ma il 15 Settembre la morte lo aspettava a quota 144, sotto forma di una scheggia di granata mentre scortava con il suo Plotone delle mitragliatrici in prima linea: per la Signora in nero non necessitava la maggior età.


Mappa con lo schieramento della 14^ Divisione all'inizio della 7^ battaglia dell 'Isonzo:

Veduta dal Crni Hrib verso Quota 144 e il Debeli:





Cima di quota 144:



 Cippo reparti cima  quota 144




Trincea Austriaca di Quota 144






lunedì 14 gennaio 2019

Soldato LUCCHIARI Fortunato







2° Reggimento Genio

Nato a Rovigo il 30 Agosto 1897
Morto a Hudi Log (Boscomalo) il 3 Giugno 1917
Sepolto: Cimitero Civile di Rovigo 




Note Storiche:

Era appena terminata la X^ battaglia dell'Isonzo iniziata  a metà Maggio del 1917, sul settore Carsico si erano avuti alcuni risultati conquistando il saliente di Hudi Log portando di conseguenza le linee più avanti rispetto all'inizio dell'offensiva, i primi giorni di giugno vedeva la rettifica della nostra prima linee nel settore di Bosco Malo sistemandone rapidamente la difesa affidati prevalentemente ai reparti del Genio
La zona indicata era di competenza del XXIII° Corpo d'Armata (Ten.Generale Armando DIAZ).
Il giorno 3 Giugno 1917 vede in linea schierate la 14^ ( Brigate Acqui, Cosenza e 130° Fanteria e 61^ Divisione (Brigate Granatieri, Siena , Bari).
Le Brigate, con quadri ed effettivi fortemente ridotti dalle ingenti perdite subite, benché forte fosse la stanchezza fisica per i disagi subito e per la temperatura elevata e per le difficoltà che si avevano per nel funzionamento dei servizi nelle zone recentemente conquistate, non ancora predisposta a difesa e mantenuta costantemente sotto i tiri d'interdizione dell'artiglieria avversaria.
La 1^ linea era in molti punti debolissima, costituita solo da qualche basso muretto di pietre e priva ancora quasi dovunque di qualsiasi difesa accessoria, il che implicava naturalmente da parte della truppa un dispendio ancora maggiore di forze nel servizio di vigilanza e sicurezza.
All'alba del 3 L'artiglieria nemica inizia su tutta la fronte del corpo d'armata un violento fuoco di tutti i calibri contro le nostre linee avanzate ed il terreno retrostante, fuoco che verso le 10 va intensificandosi specialmente contro la fronte della 61^ Divisione (q. 238 - 241 - 235 e 209).
Le pattuglie di fanteria che frattanto cercavano di spingersi contro la nostra fronte sono nettamente respinte. Le nostre artiglierie, sia campali sia d'assedio, rispondono energicamente con tiri di controbatteria. e con tiri di rappresaglia contro le prime e seconde linee nemiche.
Dalle 12.30 alle ore 16 circa segue un periodo di calma quasi assoluto, Alle ore 16 il fuoco dell'artiglieria nemica riprende violento assumendo carattere tambureggiante fin verso le ore 19.
Alle 21.30 un primo tentativo di attacco delle fanterie nemiche contro la sinistra della 54^ Divisione è nettamente respinto. Alle 21.45 altro violentissimo attacco contro tutta la fronte della 61^ Divisione specialmente contro la quota 241 ma anch'esso è respinto. Altri tentativi nemici verranno eseguiti nella notte tra il 3 e 4 giugno.

Il soldato LUCCHIARI Fortunato apparteneva alla 199^ Compagnia Zappatori del 2° Reggimento Genio, fu ferito mortalmente a seguito di un proiettile di artiglieria nemica verso le ore 23 del 3 Giugno mentre si trovava nell'antico camminamento Austriaco, probabilmente intento a eseguire dei lavori. Fu poi sepolto nel cimitero di Micoli sul Vallone. 
Dopo la guerra la sua salma riesumata verrà trasferita nel cimitero civile di Rovigo dove tutt'ora riposa nella tomba di famiglia con la madre.


Mappa della zona di Hudi Log in Azzurro la linea Italiana e in arancione quella Austriaca fine Maggio 17:





Foto della lapide nel cimitero di Rovigo:





Ringrazio Stanis FERRARI per le foto del soldato LUCCHIARI e Federica DELUNARDO  per l'aiuto nelle  ricerche di alcune informazioni per questo post.


sabato 5 gennaio 2019

Soldato FILIPPI Angelo








13° Fanteria Brigata Pinerolo


Nato a Casaprota il 6 Gennaio 1898
Morto a Quota 219 (Pod Koriti) il 21 Luglio 1917
Sepolto a --------



Note Storiche:

La Brigata Pinerolo con i sui reggimenti 13° e 14°, dopo aver preso parte alla 10^ battaglia dell'Isonzo nel settore di Hudi Log ebbe 15 giorni di riposo prima di ritornare nuovamente sulla linea del fronte carsico. Vi ritornò il 1 Luglio 1917 a sostituire la Brigata Acqui entrambi appartenenti alla 14^ Divisione. La zona era poco distante di quella precedente, andava a presidiare la linea a Pod Koriti - quota 219. Più precisamente la zona venne divisa per i due reggimenti che vide occupare quella di Pod Koriti il 14° Fanteria mentre al 13° toccò quello di quota 219. Nel periodo di permanenza in linea fino il 24 Luglio quando ricevette il cambio dai reggimenti della Brigata Verona che avvenne nei giorni dal 21 fino a completarlo nella giornata del 24, subì alcuni attacchi da parte Austriaca, il primo il 3 Luglio nel settore del 13° dove fu respinto con diverse perdite. Un altro anche con uso di gas il giorno 10 senza provocare grosse perdite. Seguirono giorni con una sempre costante attività nemica nella zona occupata dalla Brigata Pinerolo, fino al giorno 18 Luglio quando conciarono le operazioni di cambio dei reparti con i due reggimenti della Brigata Verona (85° e 86°) toccarono alle compagnie del I° battaglione del 13° a rivere il primo cambio con due del II° battaglione del' 86° fanteria. Le stesse operazioni seguirono nei giorni successivi interessando i vari battaglioni con le rispettive compagnie, più le compagnie mitragliatrici. 
Il 20 Luglio due compagnie del III° battaglione dove apparteneva il soldato FILIPPI furono sostituite ma non la sua la 11° che rimaneva ancora in linea anche nella giornata del 21, nella stessa giornata si segnalò che il 13° fanteria pur avendo quasi completato la sostituzione in linea e si trovava quasi al completo a Palikisce, ebbe un morto e un ferito. Sicuramente il morto segnalato come perdita si trattava del soldato FILIPPI che rimase  colpito mentre si trovava ancora in linea da una scheggia di bombarda alla testa che gli provocò la morte . Fu poi sepolto nella Dolina Bari. La Brigata il giorno 24 Luglio completò il cambio per portarsi a Campolongo per il turno di riposo.



Mappa della zona di Pod Kotiti-quota 219 occupata dalla Brigata Pinerolo nel Luglio 1917, le due frecce verdi indicato la quota 219 e la dolina Bari dove fu sepolto il Soldato FILIPPI (USSME):





Foto della Dolina Bari luogo della sepoltura dopo la sua morte del soldato FILIPPI Angelo (foto Archivio Ambrosi):







Medaglia conferita agli eredi del soldato FILIPPI , dalla regione Friuli Venezia Giulia:





Ringrazio per questo post Daniela GRILLI nipote del soldato FILIPPI Angelo e Federica DELUNARDO per il suo prezioso aiuto per alcune informazioni