In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

sabato 21 novembre 2020

Maresciallo Ordinario VELLEI Sinibaldo

 

17° Fanteria Brigata Acqui

 

Nato a  Ascoli Piceno il 14 Gennaio 1891
Morto sul Monte Sei Busi il 21 Ottobre 1915
Sepolto a --------



Decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare  


Costante e fulgido esempio di valore, di tenacia e d'ogni più alta virtù militare durante le precedenti azioni, entrò per primo alla testa del suo plotone, in un trinceramento nemico, facendovi prigionieri e conquistando armi e materiali. Ferito una prima volta, non si ritrasse dal combattimento; nuovamente e più gravemente ferito continuò ad incitare i suoi alla lotta, fino a quando cadde gloriosamente sul campo.  
Sei Busi, 21 ottobre 1915


Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 


Capo del drappello dei volontari per la distruzione dei reticolati nemici mediante tubi mina, per otto volte di seguito lo guidava ad eseguire tale mandato e sempre con ottimo risultato, addimostrando di possedere, oltrechè freddezza d'animo, audacia ed energia di volntà, anche un grande ascendente sui suoi inferiori.
Vermegliano, 30 giugno 1915


Note Storiche:

Il 18 ottobre 1918, vedeva l'inizio della terza offensiva sul'Isonzo, denominata poi per il susseguirrsi di altre alla III^ battaglia dell'Isonzo. La  Brigata Acqui appartaneva alla 14^ Divisione e schierava i suoi due reggimenti nel settore carsico dove vedeva il 17° reggimento avere il I° battglione nelle posizioni del Monte Sei Busi quota 118, precisamente nella parte a est della quota quasi sul ciglione a quota 100 mantendendo solamente a livello avanzato delle piccole guardie nel plateau della quota in modo da controllare il settere verso le linee austriache del "Rivellino". Il resto del 17° con 6 compagnie erano schierate dal limite del camminamento alto verso M. Sei Busi con il Valloncello meridionale di Vermegliano; mentre il gemello 18° con 7 compagie fra questo valloncello e la strada Sez-Doberdò.
Il I/17° era collegato con le truppe del 15° fanteria Brigata Savona, mentre il 18° con quella della Brigata Pinerolo 13° fanteria. 
IL 21 ottobre alle ore 6.30 veniva ripreso il tiro di demolizione delle trincee avversarie, tiro che andava mano a mano a intensificandosi, fino a diventare dall 9.30 alle 10, violentissimo su tutte le posizioni dell'avversario.
Alle ore 10, le artiglierie allungarono il proprio tiro per dar modo alle fanterie di avanzare. Dalle trincee, muovono a tale ora i primi gruppi seguiti da successive linee, ed il movimento si accentra in tutta la fronte dal I/17° a sinistra , al 18° a destra.
Non appena iniziato il movimento dalle trincee di fronte, guarnitissime, dal fianco destro (trincerone quasi parallelo alla strada di Doberdò), il nemico apriva violento il fuoco di fucileria e mitragliatrice, a questo si univa subito quello intenso delle batterie avversarie che con tiri a shrapnels aggiustatissimi e con tiro a granata di medio calibro batteva d'infilata da destra l'intera fronte; sull'altura di M. Sei Busi al tiro di artiglieria si aggiungeva anche quello frontale proveniente dalla direzione di Doberdò.
Le prime linee furono abbattute e susseguenti seguirono la stessa sorte , per cui il movimento si arrestava.
Alle ore 11 , d'ordine del Comando di Divisioone , veniva ordinata una sosta dell'avanzata, allo scopo di permettere all'artiglieria di continuare a battere le opere avversarie.
Il nemico in questo frattempòo, uscendo dal margine nord del bosco di Doberdò, cercava di contrattaccare, ma il suo movimento veniva fermato dal tiro delle batterie del 2° gruppo del 18° artiglieria.
Alle ore 14.30, d'ordine del Comando della Divisione, l'avanzata fu ripresa  e nonostante il fuoco sempre violento di artiglieria, fucileria e mitragliatrice, le linee arditamente procedono.
Il I/17° riusciva a penetrare in un tratto di trinceramento nemico ed a farne prigionieri i difensori, ma veniva  uccisa insieme al drappello di prigionieri.
Le linee del 17° e 18° avanzarono fin sotto i reticolati nemici, ma non poterono proseguire oltre.
Le perdite furono rilevanti sia negli ufficiali come nella truppa.
Per rafforzare co urgenza il I/17° fu inviata una compagnia (6^) della riserva del 17°. Il Comando della Divisione mise a disposizione il III/75° facendolo avanzare al canale Dottori a cavallo della strada di Vermegliano , e questo Comando inviava successivamente prima una e poi altre due compagnie a rincalzo del I/17°.
Le perdite della giornata avute dalla Brigata Acqui erano così inizialmente riportate:
 
17° Reggimento morti: ufficiali 2 / 18° reggimento : 7 
                 "        feriti        "       5 /              "            6
                 "        morti  truppa  32/              "           49
                 "        feriti       "       165/            "          154
                 "        dispersi   "        35 /            "            38

Il conteggio reale dei morti subiti dei due reggimenti in questa giornata riporta invece a :
 
17° reggimento :  45  
18°reggimento  :  87.
 
 
Mappa con indicate le posizioni italiane e austriache dell' ottobre 1915 settore del I/17°:



Veduta dalla posizioni austriache del "Rivellino" verso la quota 118 e le posizioni italiane:
 

 
la trincea del "Rivellino" come si presenta oggi