In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

giovedì 12 novembre 2015

Aspirante OGNA Leonildo Luciano





123° Fanteria Brigata Chieti

Nato a Chiavenna (SO) il 2 Settembre 1897
Disperso a Quota 208 Nord- Nova Vas il 16 Settembre 1916

 

Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare 

Alla testa di due Plotoni della propria Compagnia, con magnifico impeto e sereno ardimento si slanciava alla conquista di forte posizione nemica, occupandola. Resisteva poi con coraggio e fermezza ai contrattacchi nemici, finché cadeva colpito a morte.
Quota 208 Nord- Nova Vas il 16 Settembre 1916

Notizie Storiche:
Il 123° Fanteria (Brigata Chieti) nella 7^ battaglia dell'Isonzo 14 - 18 Settembre 1916 si trovava a fronteggiare la linea di Quota 208 Nord - NovaVas. La Brigata Chieti apparteneva alla 31^ Divisione che assieme la 19^ formavano il XIII° Corpo d'Armata.

Dal diario del 123° Fanteria (USSME):

Il Generale Parigi Comandante della Brigata Chieti, emana l'ordine per l'attacco di oggi:
II° battaglione in prima linea, III° di rincalzo e II° di riserva di Reggimento.
L'avanzata deve essere compiuta con fitte e larghe ondate ed a qualsiasi costo.
Mentre l'assalto è stimato per le ore 10.30 poi rimandato alle ore 11.30.
L'assalto conduce la 5^ e 7^ Compagnia nella trincea avversaria, e il Generale Parigi compiacendonese avverte che l'avanzata deve procedere avanti con qualunque sacrificio.
Viceversa pur grande che sia il valore delle truppe, è impossibile.
Invano dò ordine al III° battaglione di rinforzare  il II° battaglione. Il Maggiore Susanna accorso prima con la 10^ e 11^ compagnia poi con tutto il battaglione, fa sforzi eroici perchè le ondate riescano a superare l'ostacolo. Alle ore 13.50 il Maggiore Fiorito comunica, che ritiene che la 5^ e 7^ compagnia o distrutte o prigioniere. l'8^ e la 6^ a 60 metri dai reticolati, immobilizzate dal fuoco.
Alle ore 14,25 do ordine di serrar sotto anche il I° battaglione. Alle ore 15 il Comando di Brigata annuncia che il 121° Fanteria (Brigata Macerata), ha vittoriosamente avanzato ed incita a mantenere il collegamento con esso. Ma codesta avanzata no si è affatto verificata. Lo stesso Comando consiglia di attendere una sosta nel fuoco nemico, ma di avanzare a tutti i costi e di impiegare tutte le forze.
Ma benché ciò significherebbe voler l'impossibile del Reggimento. Dò ordine al III° battaglione d'attaccare . Alle 19.30 le forze del Reggimento son sufficienti. Ma poi prospettata a quel Comando la gravità della situazione, e il pericolo di un contrattacco in quelle critiche condizioni, esso ordina di rientrare nelle primitive posizioni.
Un articolo a firma di Francesco Pedretti dell’aprile 1917 riporta le seguenti notizie:

 «Recentemente fece ritorno dall’Austria, assieme ad altri prigionieri invalidi, il tenente Jommi, di Monza, che col giovane Ogna comandava una compagnia di fanteria e che dovette subire l’amputazione della mano sinistra. Egli narra che la compagnia comandata da lui in sostituzione del capitano e dal tenente Ogna, si lanciò all’assalto di una trincea nemica che dopo aspro combattimento riuscì a raggiungere. Ogna vi arrivò per il primo e vi balzò come un fulmine. Con una violenta lotta corpo a corpo, i nostri si impossessarono della trincea e fecero prigionieri i nemici superstiti. Il Jommi fermatosi sul posto per attendere rinforzi diede ordine ad Ogna di riordinare la compagnia e di muovere all’assalto di un’altra posizione nemica. La compagnia riuscì ad impossessarsi anche di quella; ma poco dopo una granata austriaca di grosso calibro, scoppiando fra i nostri, vi fece strage. Da quel momento più nulla si sa di Luciano Ogna».

L'articolo sul giornale dell'epoca:

Mappa dello schieramento del XIII° C.A.  al mattino del 16 Settembre 1916 (USSME):

Ringrazio il Pronipote Marco Allasia





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