In questo blog voglio raccontare e trasmettere le storie di questi uomini diventati soldati e che oggi a cent’anni di distanza non vengano dimenticati.
Sono storie nella storia di quella che fu la Grande Guerra.
Questi caduti sono morti sul carso, in quei due anni e mezzo di sanguinose battaglie, molti di questi oggi riposano al sacrario di Redipuglia con un nome, ma per la maggior parte questo non è stato possibile. Voglio così onorare la loro memoria con questo mio tributo.

"Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi."

Vera Brittain



«Qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E diranno: se c’ero io! Ci saranno i cartelli-rèclame e gli alberghi di lusso! Passeggiate di curiosità come ai musei di storia naturale; e raccatteranno le nostre ossa come portafortuna.»

Carlo Salsa

domenica 20 gennaio 2019

Caporale KENNEDY-LAURIE Guglielmo





3° Reggimento Bersaglieri III° Battaglione Ciclisti

Nato a  Firenze il 23 Aprile 1899
Morto a Quota 144 il 15 Settembre 1916
Sepolto al Sacrario di Redipuglia  10° Gradone Loculo 19720 







Note Storiche:

Quando pensiamo ai Ragazzi del "99" ci vengono subito in mente il Piave il Monte Grappa, luoghi e  che videro protagonisti questi ragazzi che si trovarono al fronte dopo la ritirata di Caporetto.
Invece troviamo già un ragazzo del 99, questa volta lo troviamo sul Carso e nel 1916 .
Guglielmo Laurie-Kennedy non ancora maggiorenne proveniva da famiglia nobile, di origini Scozzesi si arruolò volontario nel 3° Regg.to Bersaglieri Ciclisti il 20 Luglio 1916 dove il 31 Luglio prende i gradi di Caporale e giunge in territorio di guerra.
La sua vita come vedremo di seguito, finirà pochi mesi dopo a Quota 144 nel corso della 7^ battaglia dell'Isonzo.
La VII^ battaglia dell'Isonzo (14-18 Settembre 1916)  porterà alla conquista anche se non totalmente di quota 144, ad opera dei reparti della 16^ Divisione, In questa conquista vedrà protagonisti vari battaglioni di Bersaglieri Ciclisti.
Vediamo un sunto degli avvenimenti, descritti dal libro "Centoquarantattro e dintorni" di Paolo Gropuzzo:

Dopo un infernale fuoco di preparazione finale di nove ore , alle ore 15 del 14 Settembre, gli uomini dell 16^ divisione al comando tattico del Col. Brig. Torti della Brigata Cremona, si mossero simultaneamente dalle trincee del Debeli per "addentare" l'obbiettivo, con uno schieramento su 4 colonne, corrispondenti ad altrettanti varchi che le artiglierie dovevano aprire.
I difensori del settore appena 6 battaglioni di galiziani orientali della 60^ Brigata a.u., erano sparpagliati su di una fronte di quasi 5 chilometri sino al mare, fortemente impegnati anche più a sud dalla 14^ Divisione Italiana. Mentre l'ala destra, raggiunte le pendici meridionali, non riuscì a conquistare che un breve tratto della prima linea a.u, infrangendosi contro i reticolati intatti, le colonne centrali e di sinistra, nonostante l'asperità del terreno, il fuoco incrociato ed incessante delle artiglierie proveniente dalle quote 92, 219 e 208 sud, e soprattutto dalle mistragliatrici, espugnarono quasi completamente la trincee avversarie occidentali e di quota 100.
ne corso della sera e della notte, durante un furioso temporale accompagnato da forti raffiche di bora, vennero respinti "alla baionetta" e con le armi automatiche, numerosi contrattacchi nemici. Per sottrarsi ai bombardamenti, gli italiani furono costretti, comunque ad abbandonare la cresta sommitale.
Durante la notte, per completare la conquista della quota nella giornata successiva, le quattro colonne vennero rinforzate dal V Btg. Bers. cicl. e dal III°/22 a supporto dei Dragoni (Genova Cavalleria) al centro e dai reparti della Cremona a Nord, mentre l' VIII Btg. Bers. cicl. fu posto di rincalzo ai reparti della Brigata Lazio a sud.
Il mattino del 15, però le artiglierie e le bombarde non riuscirono ad aver ragione dei reticolati rinforzati nella notte e lo slancio delle truppe, bloccate sul lato settentrionale anche per la forte pendenza, venne mortificato dallo spietato fuoco d'appoggio delle artiglierie e delle mitragliatici che schiaffeggiavano l'altura causando, nel corso di due attacchi consecutivi, perdite importanti specialmente tra le file del  V Btg. Bers. cicl.e dei reparti della Cremona.
Nel tardo pomeriggio le ingenti perdite, la stanchezza delle truppe ormai frammischiate, con la gran parte delle mitragliatrici  fuori uso determinarono la sospensione dell'azione.
Lo S.M., del VII C.d'A., decise allora di sostenere il massimo sforzo per l'indomani rinforzando le truppe impegnate sulla q.144, con i due battaglioni residui della Br. Lazio e con il "Gruppo Bersaglieri" al comando tattico del Ten. Col. Paride Razzini, entravano in campo i "garibaldini" del III e dell' XI  Bers. cicl., recenti conquistatori dopo epica lotta di quota 85 di Monfalcone.
Questa volta si decide però per una azione a sorpresa, senza preparazione di artiglieria e con un movimento avvolgente alle ali. Dopo l'ammassamento sulle sponde orientali del lago di Doberdò e l'azione preventiva di apertura e allargamento dei varchi (con tubi di gelatina e pinze tagliafili) dei reticolati antistanti le trincee settentrionali da parte di pattuglie di volontari guastatori, si attua l'avvicinamento dele truppe a q.100. Ma gl'imperiali, resisi conto del movimento appoggiati dal fuoco dell'artiglieria proveniente dall'Hermada e da quota 208 sud, rubano il tempo ai nostri e investono q.100 nel momento in cui le nostre truppe stanno per scattere all'assalto, che vengono straordinariamente battute nel momento cruciale. Nonostante le perdite i reparti "alla baionetta" si gettano sulle linee imperiali, lo scontro è di una violenza inaudita.
Tra i primi a cadere è il Comandante del Gruppo, il Ten. Col. Paride Razzini, uscito per dare l'esempio con la prima ondata del "III" colpito da una scheggia di granata alla spina dorsale nell'attraversare una breccia tra i reticolati. Soccorso e circondato dai suoi Bersaglieri del glorioso "III ciclisti" che al passaggio della barella s'irrigidiscono sull'attenti. Perirà a Pieris il 21 successivo presso l'ospedale chirurgico mobile "Città di Milano". Alle 10 del mattino mentre a sinistra i progressi sono significativi, al centro la durissima lotta corpo a corpo continua per il possesso della cresta sommitale: gli uomini del 22° della Cremona con i Bersaglieri ciclisti e i "Dragoni" del Genova, conquistano le prime trincee a.u. catturando oltre 200 prigionieri.
Dopo cinque ore di convulsi combattimenti sotto il fuoco dell'artiglieria e delle mitragliatrici , nelle ore pomeridiane i Bersaglieri, con il concorso del V Btg. del Genova e dei reparti della Cremona conquistano tutte le trincee austriache di sommità, inclusa quella denominata "ferro di Cavallo" ove catturano prigionieri e trovano numerosi cadaveri - e quelle sulle pendici settentrionali di q. 144 comprese le difese di seconda linea.
Tra le file del "III" cade anche un ragazzo del "99" ante litteram: il Caporale Guglielmo Kennedy Laurie, un biondino dagli occhi azzurri, come si apprende dal suo foglio matricolare, che si era arruolato volontario entusiasta a Firenze appena diciassettenne, nel Luglio precedente.  Ma il 15 Settembre la morte lo aspettava a quota 144, sotto forma di una scheggia di granata mentre scortava con il suo Plotone delle mitragliatrici in prima linea: per la Signora in nero non necessitava la maggior età.


Mappa con lo schieramento della 14^ Divisione all'inizio della 7^ battaglia dell 'Isonzo:

Veduta dal Crni Hrib verso Quota 144 e il Debeli:





Cima di quota 144:



 Cippo reparti cima  quota 144




Trincea Austriaca di Quota 144






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